• Testo INTERPELLANZA

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
S.2/00038 URAS, DE PETRIS - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'interno - Premesso che: la Tares, ovvero la tariffa rifiuti e servizi, la nuova imposta in materia di...



Atto Senato

Interpellanza 2-00038 presentata da LUCIANO URAS
mercoledì 19 giugno 2013, seduta n.044

URAS, DE PETRIS - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'interno - Premesso che:

la Tares, ovvero la tariffa rifiuti e servizi, la nuova imposta in materia di gestione dei rifiuti che sostituisce sia la TIA (tariffa di igiene ambientale) che la Tarsu (tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) introdotta dal decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214 (cosiddetto decreto salva Italia) ed entrata in vigore dal 1º gennaio 2013, consiste, per i cittadini, in un sostanziale aggravio della già significativa pressione fiscale;

anche se tale nuovo tributo è stato oggetto di numerosi rinvii, da ultimo al gennaio 2014, permangono comunque notevoli perplessità in materia gestionale e su altri aspetti che necessitano di maggiore chiarezza al fine di non causare, in ambito amministrativo, contenzioso o blocco delle procedure che aggiungano ulteriori difficoltà agli enti locali;

l'art 172, comma 1, lettera e), del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000 (TUEL) prescrive che siano allegate obbligatoriamente al bilancio "le deliberazioni con le quali sono determinati, per l'esercizio successivo, le tariffe, le aliquote d'imposta e le eventuali maggiori detrazioni, le variazioni dei limiti di reddito per i tributi locali e per i servizi locali, nonché, per i servizi a domanda individuale, i tassi di copertura in percentuale dei servizi stessi";

l'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI), in sede di esame del provvedimento sui debiti delle pubbliche amministrazioni (decreto-legge n. 35 del 2013), ha ricordato che tra il 2008 e il 2013 il comparto dei Comuni ha subito tagli per 6,3 miliardi, garantendo al contempo risparmi di 13 miliardi allo Stato centrale in 5 anni. A questa situazione di disagio che si è riverberata inevitabilmente sulla qualità e sulla quantità dei servizi ai cittadini, è seguita l'incertezza riguardo alle entrate proprie dei Comuni, a partire dall'imposta municipale unica (IMU), dalla Tares, nonché dalla mancata definizione della ripartizione dei trasferimenti ai comuni. Tutto ciò non consente ad oggi di chiudere i bilanci preventivi dell'85 per cento dei municipi italiani;

tali incertezze, in sede di conversione del decreto-legge n. 35 del 2013, hanno determinato la decisione dell'ulteriore proroga dei termini per l'approvazione dei bilanci di previsione al 30 settembre 2013;

la proroga del termine di approvazione del bilancio costringe gli enti locali ad una gestione provvisoria delle proprie risorse finanziarie che diventa modalità quasi ordinaria per la maggior parte dell'anno e, quindi, si traduce in politiche dei territori ulteriormente ridotte, in termini di servizi già in essere e nuovi servizi da attivare, poiché la gestione provvisoria del bilancio consente di intervenire, di mese in mese, solo per operazioni obbligatorie per legge e per quelle strettamente necessarie ad evitare danni all'Ente;

dopo anni di continui tagli dei trasferimenti e inasprimento del patto di stabilità interno, a giudizio degli interroganti viene, pertanto, consolidato lo strappo alle norme sulla corretta programmazione dell'attività degli enti locali, nonché al principio costituzionale di sussidiarietà, vale a dire alla sovranità ed autonomia d'azione del livello di governo più vicino ai cittadini;

nonostante l'impossibilità attuale della definizione delle tariffe, si ritiene, tuttavia, che il bilancio dei Comuni contenga delle poste veritiere sia nella parte delle entrate che nella parte delle spese, in quanto entrambe sono conseguenza della definizione ed approvazione del piano finanziario. Il piano finanziario, infatti, costituisce l'indispensabile base di riferimento per la determinazione del gettito e la determinazione delle tariffe e la loro articolazione non potrà in alcun modo, nel suo insieme, influenzare il gettito complessivo in quanto, ai sensi delle disposizioni normative che regolano la Tares, le stesse dovranno necessariamente essere scelte in modo da assicurare un gettito uguale all'importo desumibile dal Piano finanziario stesso;

il Comune di Cagliari, come la quasi totalità dei comuni italiani, è stato costretto ad elaborare il bilancio di previsione 2013 in un momento di particolare incertezza normativa in ordine alle entrate comunali, in conseguenza, oltre che della mancata adozione dei provvedimenti di definizione del Fondo di solidarietà comunale e della ripartizione tra gli enti locali dei tagli dei trasferimenti di cui al decreto-legge n. 95 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 135 del 2012, che si sarebbe dovuta conoscere a febbraio 2013, soprattutto della non chiara definizione del nuovo tributo comunale Tares e dei suoi collegamenti con una eventuale imposta che potrebbe sostituire l'IMU;

lo stesso Comune di Cagliari ha previsto, nel bilancio 2013, lo stanziamento del nuovo tributo Tares, quantificato in complessivi 44,436 milioni. Tale quantificazione è stata effettuata nel rispetto delle "Linee guida per la redazione del Piano finanziario", in attuazione dell'articolo 14 del decreto-legge n. 201 del 2011, il quale prescrive che il gettito del tributo debba assicurare la copertura integrale dei costi inerenti al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, comprensivo di tutte le categorie di costo indicate nelle stesse linee guida e meglio definite nel piano finanziario;

come tutti gli altri comuni italiani, il Comune di Cagliari si trova di fronte ad una scelta obbligata, a norma della lettera e) dell'articolo 172 del TUEL, quella di far votare dal Consiglio comunale le elevatissime tariffe Tares, tributo in via di ridefinizione nazionale, così come la grande incertezza che grava sull'IMU, in una fase politica contrassegnata da rapporti sempre più precari tra amministrazioni locali e opinione pubblica;

considerata ormai indifferibile la revisione complessiva del sistema dei tributi delegato alla gestione e riscossione da parte degli enti locali,

si chiede di sapere se il Governo valuti appieno il delicato momento che sta vivendo il rapporto tra i cittadini e i loro amministratori, costretti a scelte obbligate e dolorose in termini di erogazione di servizi, e non ritenga di intervenire, con iniziative normative anche a carattere di urgenza, che permettano ai comuni di approvare il bilancio di previsione 2013 con l'approvazione del solo piano finanziario Tares, derogando all'obbligo dell'approvazione delle tariffe, non ancora definite dal Governo stesso.

(2-00038)