• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00039 la Sardegna è affetta da seri problemi di approvvigionamento idrico poiché le precipitazioni non sono abbondanti e si concentrano principalmente nel periodo autunnale, dando così luogo a...



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00039presentato daBIANCHI Nicolatesto diGiovedì 16 maggio 2013, seduta n. 17

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
la Sardegna è affetta da seri problemi di approvvigionamento idrico poiché le precipitazioni non sono abbondanti e si concentrano principalmente nel periodo autunnale, dando così luogo a lunghi periodi di siccità;
l'acqua non viene distribuita in modo uniforme sul territorio a causa delle particolari caratteristiche morfologiche della regione;
circa i tre quarti del fabbisogno idrico totale della regione viene soddisfatto attingendo dalle fonti superficiali costituite, in primo luogo, dai grandi invasi artificiali e solamente un terzo del fabbisogno viene, quindi, soddisfatto attingendo alle fonti sotterranee, ovvero alle falde acquifere presenti nel sottosuolo, fortemente sfruttate e affette da seri problemi di inquinamento;
la Sardegna possiede ben 32 invasi di grandi-medie dimensioni, aventi una capacità massima attuale di 2 miliardi e 280 milioni di metri cubi di acqua, di cui 1 miliardo e 904 milioni di metri cubi con autorizzazione all'invaso (dati del registro italiano dighe – ufficio periferico di Cagliari, 2011);
la Sardegna rientra, ai fini della pericolosità sismica, nella zona 4: sismicità molto bassa, così come definita nell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 20 marzo 2003, n. 3274 e successive modifiche e integrazioni, dal sito della Protezione civile e da tutti gli studi di settore, in particolare dal Gruppo nazionale per la difesa dai terremoti;
secondo quanto risulta agli interpellanti, sarebbe in corso di completamento, ai fini della sicurezza sismica, la revisione del decreto del Ministero dei lavori pubblici 24 marzo 1982, recante norme tecniche per la progettazione e la costruzione delle dighe di sbarramento;
il testo in discussione, aggiornato più volte (la versione del 18 dicembre 2009 è reperibile dal sito http://www.registroitalianodighe.it) presenterebbe carenze conoscitive e dispositive profonde, in particolare per quanto concerne il territorio della Sardegna, non considerando il ridotto rischio sismico di cui sopra;
se i provvedimenti di cui sopra venissero definitivamente approvati, tutti gli invasi aventi «dighe a volta» (sbarramenti ricurvi, 5 invasi in Sardegna per una capienza complessiva pari a 705 milioni di metri cubi di acqua) dovrebbero essere svuotati e resi inutilizzabili, mentre gli invasi con dighe a gravità (12 invasi, per una capienza complessiva pari a 757 milioni di metri cubi di acqua) potrebbero contenere soltanto la metà della capacità invasabile: complessivamente 1,490 miliardi di metri cubi disponibili in meno, pur non rivestendo sostanzialmente caratteristiche geofisiche di pericolosità sismica –:
se il Presidente del Consiglio e i Ministri interpellati, nell'ambito delle rispettive competenze, siano a conoscenza di quanto sopra e se ciò risulti corrispondente al vero;
qualora quanto sopra paventato corrisponda a realtà, con quali atti intendano intervenire in una materia di così delicato interesse, al fine di scongiurare un'assurda e irragionevole decurtazione della risorsa idrica invasabile e disponibile per la Sardegna.
(2-00039) «Nicola Bianchi, D'Uva, Basilio, Gallinella, Battelli, Simone Valente, Del Grosso, Furnari, Lorefice, Gagnarli, Grillo, Silvia Giordano, Zaccagnini, Grande, Tofalo, Micillo, Brescia, D'Ambrosio, De Rosa, Vallascas, Prodani, Fantinati, Da Villa, Liuzzi, Dell'Orco, Busto, Di Vita, Corda, Villarosa, Pinna».
(14 maggio 2013)