• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00059 diverse esternazioni recenti del Presidente della Banca centrale europea hanno posto in evidenza il fatto che le banche non stanno finanziando le piccole e medie imprese in misura adeguata ad...



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00059presentato daBRUNETTA Renatotesto diGiovedì 23 maggio 2013, seduta n. 22

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
diverse esternazioni recenti del Presidente della Banca centrale europea hanno posto in evidenza il fatto che le banche non stanno finanziando le piccole e medie imprese in misura adeguata ad avviare e spingere la ripresa. Le analisi apparse su organi di stampa hanno ripreso e approfondito questo fatto, alludendo spesso ad una responsabilità colposa delle banche, più incline in questi tempi a migliorare il proprio conto economico, ad esempio con il trading su titoli di Stato, piuttosto che finanziando investimenti produttivi;
senza per nulla eludere o aggirare la responsabilità delle banche, è opportuno richiamare un aspetto che sembra destare poca attenzione e, però, di grandissima rilevanza per il futuro del sistema produttivo del Paese, nella misura in cui esso dipende dal finanziamento bancario. Nello specifico, si stanno cambiando le condizioni strutturali alle quali le stesse banche raccolgono risorse sul medio-lungo termine e, dunque, in prospettiva, la loro capacità di continuare a prestare sostegno alla piccola e media impresa per i suoi bisogni di investimenti. Il cambiamento che preoccupa si annida nell'impatto congiunto di diverse normative europee, ultima delle quali è rappresentata dalla direttiva sulla gestione e risoluzione delle crisi;
su questa futura direttiva, la riunione dell'Ecofin del 14 maggio 2013 aveva, fra altri temi all'ordine del giorno, le scelte da compiere sulle questioni di maggior rilievo per il varo entro il 2013. A questo riguardo, giova ricordare i seguenti aspetti:
a) la futura direttiva si prefigge, come scopo, l'armonizzazione delle norme comunitarie per quanto riguarda la gestione dei dissesti bancari, con la doppia esigenza di evitare il ricorso ai salvataggi pubblici di cui si è stati tutti testimoni e l'insorgere di fenomeni d'instabilità sistemica di cui, alla fine, l'economia reale paga il prezzo più grande;
b) la futura direttiva si applicherà a tutti gli intermediari, a prescindere dalle loro dimensioni, dal loro modello di business e dal rischio al quale concretamente espongono il sistema nel suo insieme in caso di fallimento;
c) la futura direttiva introdurrà, come innovazione assoluta nell'ordinamento italiano, lo strumento del bail-in – noto come conversione forzosa degli strumenti di debito emessi dalle banche in strumenti di capitale di rischio o, in alternativa, decurtazione forzosa del valore dei titoli di debito di una banca che versi in condizione di crisi – con il fine di evitare il ricorso al salvataggio della stessa banca con il denaro pubblico;
d) il disegno dello strumento del bail-in va letto unitamente alle norme appena varate della CRD IV-CRR (Basilea 3) sui requisiti di capitale e di liquidità per l'esercizio dell'attività bancaria, tenuto conto anche dei vincoli della normativa Mifid/Mifir per quanto riguarda gli obblighi in capo agli emittenti di strumenti finanziari presso il pubblico dei risparmiatori. Ciò pone chiaramente il problema cruciale per il nostro sistema bancario di raccogliere capitali a condizioni sostenibili per poter finanziare l'economia reale e gli investimenti di medio-lungo termine della piccola e media impresa italiana. Si tratta di un tema di grande rilevanza, anche in considerazione della ripresa dell'economia che tarda a manifestarsi;
nella XVI legislatura, il Parlamento italiano tramite le Commissioni competenti, nel dare – nel dicembre 2012 – il proprio assenso agli indirizzi generali che si andavano maturando nel contesto più ampio del progetto di unione bancaria, individuò precisi orientamenti affinché il futuro regime di gestione delle crisi non pregiudicasse ulteriormente la capacità di quella parte sana dei sistema bancario di continuare a stare a fianco del sistema produttivo del Paese, per lo sviluppo e la salvaguardia della coesione sociale –:
se il Governo non ritenga necessario assumere iniziative in Europa e anche in ambito nazionale, per:
a) incentivare concretamente e positivamente il finanziamento che le banche devono continuare ad erogare alla piccola e media impresa;
b) far sì che normative attese e anche doverose, come la direttiva in discussione, non appesantiscano ulteriormente le condizioni di raccolta delle banche, anche alla luce di vincoli posti da altre normative come la Mifid o la CRD IV-CRR;
c) tutelare le peculiarità virtuose del nostro sistema bancario in generale e, in particolare, la rete delle piccole banche locali oggettivamente dimostratesi preziose per le piccole e medie imprese italiane, nonché per le famiglie, come del resto richiesto dal Parlamento nella XVI legislatura;
d) far sì che, sul tema specifico del bail-in, si presti doverosa tutela comunque ai piccoli risparmiatori, anche oltre i livelli minimi previsti dalla garanzia sui depositi bancari, tenendo conto che il bail-in introdurrà un meccanismo di salvataggio delle banche a carico degli investitori, poiché è necessario che il piccolo risparmiatore non sia equiparato all'investitore istituzionale o comunque sofisticato.
(2-00059) «Brunetta, Pagano».
(21 maggio 2013)