• Testo INTERPELLANZA

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.2/00070 in conseguenza dell'approvazione della cosiddetta «riforma Fornero» sulle pensioni, decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214,...



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00070presentato daCENTEMERO Elenatesto diGiovedì 6 giugno 2013, seduta n. 30

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:
in conseguenza dell'approvazione della cosiddetta «riforma Fornero» sulle pensioni, decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, per raggiungere il requisito pensionistico con il sistema delle quote il lavoratore deve aver compiuto 60 anni di età, poter vantare almeno 35 anni di anzianità contributiva e raggiungere quota 96, avvalendosi, se necessario, anche delle frazioni di anno ai fini del raggiungimento della quota prevista;
la cosiddetta «riforma Fornero» non ha, tuttavia, tenuto conto della specificità del «comparto scuola» che ha da sempre usufruito di una sola finestra di uscita in coincidenza con la fine dell'anno scolastico. Ha, quindi, annullato i requisiti per il pensionamento a chi aveva come somma di servizio quota anni pari a 96, ma al termine del 31 agosto 2012, e non quelli richiesti dalla riforma al 31 dicembre 2011, dimenticando che l'uscita per il personale docente è all'inizio dell'anno scolastico e non alla fine di quello solare e spostando, di fatto, improvvisamente di ben 4 anni l'uscita di quel personale della scuola che stava invece per maturare il diritto proprio al 31 agosto;
con la dicitura «quota 96» si indica dunque la categoria di insegnanti che, dopo la citata «riforma Fornero», non tenendo conto delle specifiche caratteristiche del mondo della scuola per cui i requisiti pensionistici si maturano a settembre e non a dicembre (come nel resto della pubblica amministrazione), sono stati costretti a rimandare la data del meritato riposo pensionistico;
di fronte a tale situazione, è stato presentato innanzitutto ricorso al Tar del Lazio che ha rimandato tutta la materia al giudice del lavoro delle varie circoscrizioni italiane;
dopo l'esito positivo di alcuni provvedimenti cautelari di vari giudici del lavoro e l'appello al Consiglio di Stato, i ricorrenti sono stati invitati da quest'ultimo a rivolgersi alla Corte dei conti, sezione giurisdizionale per la regione Lazio, per dirimere la questione, in particolare chiedendo se fosse possibile riaprire i termini per l'acquisizione delle domande di pensionamento, ma purtroppo per i 3.500 interessati il ricorso è stato giudicato inammissibile;
i giudici della Corte dei conti hanno scritto nella sentenza che «non sussistono i presupposti per la richiesta di sospensione cautelare dei provvedimenti in questione, posto che è controverso un diritto pretensivo di parte ricorrente» e pertanto «la Corte dei conti, Sezione giurisdizionale per la Regione Lazio dichiara inammissibile l'istanza di sospensione dei provvedimenti impugnati»;
sussiste ancora la possibilità di una sentenza favorevole della Corte costituzionale, altro organo a cui si sono appellati i ricorrenti e da cui sperano di ottenere giustizia;
permettere ai 3.500 lavoratori del comparto scuola di andare in pensione consentirebbe, oltretutto, l'ingresso di giovani e nuove leve in sostituzione degli stessi –:
in che modo i Ministri interpellati intendano urgentemente attivarsi per procedere all'immediata risoluzione della questione illustrata attinente alla categoria cosiddetta «quota 96», colmando una evidente lacuna normativa e ridando adeguata dignità ai docenti e al personale del comparto scuola, «intrappolati» dalla riforma Fornero in uno stato di grave incertezza esistenziale ed economica, con importanti ripercussioni sulla stessa dignità umana e professionale della classe docente e, di conseguenza, sulla qualità dell'offerta formativa in Italia e sul corretto funzionamento dell'intero sistema scolastico.
(2-00070) «Centemero, Polverini, Petrenga, Milanato, Vignali, Marotta, Bianconi, Leone, Palese, Squeri, Picchi, Misuraca, Prestigiacomo, Giammanco, Calabria, Francesco Saverio Romano, Sandra Savino, Valentini, Faenzi, Riccardo Gallo, Romele, Cicu, Vella, Latronico, Alli, Sarro, Biasotti, Polidori, Scopelliti, Marti, Palmizio».
(3 giugno 2013)