• Testo MOZIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.1/00652 [Sfiducia Alfano]



Atto Camera

Mozione di sfiducia 1-00652presentato daSCOTTO Arturotesto diGiovedì 30 ottobre 2014, seduta n. 321

La Camera,
premesso che:
un Ministro, figura chiave della compagine governativa ed elemento di equilibrio politico nei rapporti con tutte le forze parlamentari, è chiamato ad essere e ad apparire trasparente rispetto ai propri atti, ai propri impegni ed ai propri comportamenti;
il Ministro dell'interno, autorità politica al vertice del dicastero omonimo, è garante e responsabile della sicurezza dei cittadini, tutore dell'incolumità e delle libertà individuali garantite dalla Costituzione, latore delle politiche di contrasto alla criminalità comune e organizzata e delle strategie in tema di prevenzione e controllo del territorio;
la mattina del 29 ottobre 2014, a Roma, la polizia, evidentemente eseguendo disposizioni impartite dal Ministero dell'interno, caricava senza motivo alcune centinaia di lavoratori dell’Ast di Terni che stavano facendo un corteo assolutamente pacifico verso il Ministero dello sviluppo economico;
il corteo è stato interrotto da una carica immotivata della polizia da Piazza Indipendenza, mentre come riferito dal segretario nazionale Fim-Cisl Marco Bentivogli, presente alla manifestazione, non c'era nessun problema di ordine pubblico, problema creato invece da chi ha dato l'ordine di caricare;
ci sarebbero, secondo quanto riferiscono i sindacati, quattro delegati Fiom e un delegato della Fimic feriti o contusi. Per uno di loro è dovuta intervenire l'ambulanza;
la manifestazione era stata indetta dai sindacati per protestare contro la decisione della ThyssenKrupp di licenziare 537 dipendenti dell'acciaieria. I lavoratori della Acciai speciali di Terni hanno prima manifestato davanti all'ambasciata della Repubblica federale di Germania a Roma per contestare il piano industriale per lo stabilimento ThyssenKrupp di Terni, decidendo in seguito di spostare la loro protesta sotto la sede del Ministero dello sviluppo economico;
la delicatezza che ha assunto la vicenda, sia per la sua strategicità produttiva che per l'impatto occupazionale, ma anche per le vicende di ordine pubblico e di ricaduta sociale che si stanno realizzando, richiedono che si realizzi un'azione più incisiva e complessiva del Governo tesa a rimuovere le posizioni oltranziste messe in campo dall'azienda e a operare ogni sforzo per scongiurare i licenziamenti;
non si aiutano certo i lavoratori di Terni e le loro famiglie aggredendoli e riducendo questa vertenza ad un problema di ordine pubblico, anche in considerazione della gravissima situazione occupazionale attraversata dal nostro Paese che richiede politiche per il lavoro;
la situazione richiede sensibilità istituzionale nonché un intervento deciso del Governo verso la proprietà dell'Ast, sensibilità apparsa del tutto assente da parte del Ministro dell'interno che viceversa ha evidentemente ritenuto più opportune le cariche della polizia contro pacifici dimostranti impegnati a protestare contro i licenziamenti;
questo atteggiamento non è episodico. Infatti, il 17 ottobre 2014, a Torino, la polizia aveva già caricato la manifestazione della Fiom per il lavoro durante il comizio in Piazza Castello;
la gravità di questi accadimenti è esaltata dal fatto che essi risultano quali ultimi episodi, in ordine di tempo, di una serie che ha messo in luce l'inadeguatezza dell'autorità politica di vertice del Ministero dell'interno, che abdica alle sue funzioni. Si ricordino, in tal senso, le precedenti negligenze del Ministro dell'interno in merito alla fuga in Libano di Dell'Utri, nonché al caso Shalabayeva;
i fatti indicati ad avviso dei firmatari del presente atto minano ulteriormente la credibilità del Ministro dell'interno e pongono un grave pregiudizio sulle sue capacità di svolgere le funzioni a cui è chiamato, nonché sull'opportunità della sua permanenza a ricoprire una carica di primo piano e di piena rappresentanza politica, in particolare in un ruolo così rilevante e delicato,
gli indirizzi imputabili al Ministro dell'interno risultano, evidentemente e fin dall'inizio del suo mandato, aver inaugurato un nuovo corso per le forze dell'ordine, le quali, da custodi del territorio, appaiono ora utilizzate per picchiare i lavoratori ed i loro rappresentanti sindacali mentre lottano per difendere il loro posto di lavoro,
per tali motivi:
visto l'articolo 94 della Costituzione;
visto l'articolo 115 del Regolamento della Camera dei deputati;
esprime la sfiducia al Ministro dell'interno, Angelino Alfano, e lo impegna a rassegnare immediatamente le dimissioni.
(1-00652) «Scotto, Cecconi, Airaudo, Agostinelli, Franco Bordo, Baldassarre, Costantino, Bechis, Duranti, Bonafede, Daniele Farina, Businarolo, Ferrara, Caso, Fratoianni, Castelli, Giancarlo Giordano, Chimienti, Kronbichler, Ciprini, Marcon, Colletti, Matarrelli, Cominardi, Melilla, Cozzolino, Nicchi, Crippa, Paglia, D'Ambrosio, Palazzotto, Dadone, Pannarale, Del Grosso, Pellegrino, Di Battista, Piras, Manlio Di Stefano, Placido, Dieni, Quaranta, Ferraresi, Ricciatti, Fraccaro, Sannicandro, Gallinella, Zaccagnini, Silvia Giordano, Zaratti, Grande, Liuzzi, Nesci, Nuti, Rizzetto, Rostellato, Sarti, Scagliusi, Sibilia, Spadoni, Toninelli, Tripiedi, Turco, Villarosa».