Testo INTERPELLANZA
Atto a cui si riferisce:
C.2/00079 in data 3 maggio 2013 greenreport.it, noto portale di informazione ambientale, riportava una intervista del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Andrea Orlando il...
Atto Camera
Interpellanza 2-00079presentato daMANNINO Claudiatesto diMercoledì 5 giugno 2013, seduta n. 29
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
in data 3 maggio 2013 greenreport.it, noto portale di informazione ambientale, riportava una intervista del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Andrea Orlando il quale a seguito di un sopralluogo effettuato dallo stesso all'isola del Giglio e, nello specifico, al cantiere di rimozione della Costa Concordia, ha, testualmente, riferito: «Il dato oggettivo è che Piombino è l'approdo più vicino e naturale per lo smaltimento della Costa Concordia e quindi bisogna lavorare in questa direzione. È essenziale che la nave venga demolita in un'area in cui ci siano le massime condizioni di sicurezza ambientale e dei lavoratori...»;
le considerazioni fatte dal Ministro Orlando – in linea con quelle reiteratamente sostenute dal predecessore Ministro Clini (14 dicembre 2012; 13 gennaio 2013; 13 marzo 2013; 22 marzo 2013 ed altre) – a giudizio degli interpellanti non tengono conto di un documento informalmente richiesto dal Ministero dello sviluppo economico alla Fincantieri datato 8 aprile 2013, nel quale risulterebbe (a seguito di una analisi tecnico/economica) non conveniente il trasferimento a Piombino del relitto soprattutto in termini economici. L'elaborato pone a confronto le ipotesi in cui il relitto venga destinato al porto di Palermo o in quello di Piombino;
con riferimento a quest'ultimo sito, Fincantieri fa presente che Piombino è sì vero che trattasi di sito più vicino all'Isola del Giglio ma che al momento lo stesso non è assolutamente in grado di accogliere il relitto della Concordia per oggettive e gravi carenze strutturali quali la carenza di un bacino di carenaggio, di una banchina adeguata, di un pescaggio che possa ricevere una nave di così grandi dimensioni e della manodopera qualificata necessaria;
la realizzazione di un grande bacino e di opere infrastrutturali, del tipo di quelle ipotizzate ex novo per il porto di Piombino, inclusa la realizzazione di un cantiere di demolizione nel sito, richiederebbero un tempo non inferiore a tre anni – tempo assolutamente insostenibile per esigenze ambientali dell'Isola del Giglio che continuerebbe ad avere il relitto arenato sui suoi scogli – oltre ad ingenti spese pubbliche stimate in somme superiori ai 240 milioni di euro certamente di molto inferiori – appena 40 milioni circa – qualora si accogliesse la soluzione del porto di Palermo;
le medesime dichiarazioni del Ministro Orlando sembrano, inoltre, non tenere in considerazione le caratteristiche infrastrutturali e manifatturiere di cui è dotato il nostro Paese; la direzione generale del trasporto marittimo infatti (su richiesta degli interpellanti) ha fatto pervenire un elenco dettagliato dei cantieri navali italiani che alla data odierna sono infrastrutturalmente dotati delle attrezzature necessarie allo smantellamento/riparazione della Costa Concordia che misura: 290 metri di lunghezza, 62 metri di larghezza e immersione 8 metri (che diventano 16 metri circa con le imbracature di galleggiamento che si stanno istallando). La stessa direzione infatti conferma che «l'unico bacino di carenaggio (...) esistente sul territorio nazionale, si trova presso lo stabilimento di Fincantieri di Palermo (...) e la manodopera utilizzata è presumibilmente di livello specialistico e capace, in quanto trattasi di uno degli stabilimenti più importanti d'Europa a livello di riparazione e trasformazione navale (...)»;
rimanendo in tema di sopportazione dei costi necessari per la rimozione del relitto, preme sapere quanta parte di questi sarà effettivamente oggetto di risarcimento e/o di indennizzo da parte della compagnia assicuratrice della Costa Concordia e quanta alla fine inciderà sulle casse dello Stato;
relativamente ad un costo allo Stato certamente non quantificabile – ci si riferisce al danno ambientale – si dovrà assolutamente evitare, a rischio di un gravissimo aumento dell'inquinamento medesimo, che si proceda nella dismissione del relitto della Costa Concordia nel porto di Piombino in assenza della messa in opera di un bacino di carenaggio adeguato alle dimensioni e alla stazza dello stesso –:
quali considerazioni siano giunte (se si è costituito) dall'osservatorio ambientale (composto da tre rappresentanti delle 3 direzioni titolate del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, della Commissione VIA e dell'ISPRA) la cui costituzione è stata richiesta in conferenza dei servizi in data 15 maggio 2012;
se il Governo sia in grado di fornire un cronoprogramma dettagliato che informi la cittadinanza sulle operazioni dalla rimozione del relitto al trasferimento presso il cantiere di lavorazione;
quale provvedimento il Governo intenda adottare, al fine di pervenire alla rimozione, della Costa Concordia dai fondali dell'isola del Giglio, che salvaguardi esigenze di tutela ambientale e, non ultimo, economiche;
qualora venisse prescelta la soluzione di Palermo (o altra destinazione capace di accogliere il relitto), in quanto economicamente più sostenibile e con una tempistica di realizzazione senz'altro più immediata, se il Governo intenda adottare delle specifiche procedure volte alla raccolta degli inquinanti anche durante la fase di trasferimento dal sito dell'Isola del Giglio al sito del porto di Palermo, avvalendosi anche delle strutture di cui dispone il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (ISPRA).
(2-00079) «Mannino, Lupo, Di Benedetto, Di Vita, Nuti, Cancelleri, Grillo, Lorefice, D'Uva, Terzoni, Tofalo, Gagnarli».