• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00088 i decreti-legge n. 5 del 2012, n. 83 del 2012 e n. 179 del 2012 hanno dato avvio alla realizzazione dell'Agenda digitale italiana, in coerenza con le indicazioni della comunicazione della...



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00088presentato daCOPPOLA Paolotesto diGiovedì 27 giugno 2013, seduta n. 42

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
i decreti-legge n. 5 del 2012, n. 83 del 2012 e n. 179 del 2012 hanno dato avvio alla realizzazione dell'Agenda digitale italiana, in coerenza con le indicazioni della comunicazione della Commissione europea relativa all'Agenda digitale europea (COM(2010)245);
in particolare, il decreto-legge n. 5 del 2012 ha istituito presso il Ministero dello sviluppo economico una cabina di regia interministeriale con il compito di accelerare il percorso di attuazione dell'Agenzia, coordinando gli interventi dei diversi soggetti pubblici; il decreto-legge n. 83 del 2012 ha proceduto all'istituzione di un'Agenzia per l'Italia digitale finalizzata alla promozione della realizzazione dell'Agenda digitale; il decreto-legge n. 179 del 2012 ha inserito nell'ordinamento numerose disposizioni volte a dare attuazione all'Agenda;
il processo di attuazione dell'impianto normativo sopra richiamato si sta, però, rivelando faticoso: in particolare, l'Agenzia per l'Italia digitale non risulta ancora operativa, non essendone stato emanato il relativo statuto e, in base alle stime compiute, dei quarantasette atti (regolamenti, decreti ministeriali, regole tecniche) di attuazione previsti solo quattro risultano già emanati, pur essendo in molti casi già scaduti i relativi termini;
a fronte di questa lentezza, l'attuazione dell'Agenda digitale mantiene intatto il suo valore di priorità strategica per il Paese;
infatti, le rilevazioni di numerose istituzioni internazionali confermano il potenziale impatto economico dello sviluppo delle misure previste dall'Agenda digitale: ad esempio, studi della Banca mondiale evidenziano come un aumento della percentuale di diffusione della banda larga di dieci punti possa generare un aumento di 1,21 punti percentuali del prodotto interno lordo pro capite nelle economie dei Paesi sviluppati;
nel contesto italiano, appare in particolare urgente una politica di promozione della banda ultralarga che veda un impegno maggiore di quanto finora perseguito nello sviluppo, a fianco della realizzazione delle reti in fibra ottica, dei sistemi di trasmissione wireless, a partire dal sistema che appare più promettente, lte;
a tal fine, andrebbe agevolato l'utilizzo per tali sistemi delle bande di frequenza fin qui utilizzate per lo spettro radiotelevisivo, in coerenza con le indicazioni dell'Unione europea;
la promozione dei sistemi wireless richiede anche un ripensamento della disciplina legislativa in materia: infatti, la soppressione per gli esercizi pubblici e i circoli privati dell'obbligo di licenza da parte della questura per l'installazione di zone wi-fi e dell'obbligo di monitoraggio dell'accesso alla rete (obblighi previsti dal decreto-legge n. 144 del 2005, cosiddetto «decreto Pisanu», e soppressi con il decreto-legge n. 225 del 2010) non sembra aver prodotto, in termini di diffusione di tale tecnologia, i risultati sperati; d'altra parte, un'ampia diffusione del wi-fi libero, anche se limitato, può essere un valore aggiunto per l'offerta turistica del nostro Paese, dal momento che molti turisti tendono a privilegiare le zone con copertura wi-fi che permette loro di trovare più facilmente informazioni su internet e rendere la loro esperienza turistica migliore; permane, pertanto, l'esigenza, da un lato, di individuare adeguate misure di incentivazione della diffusione del wi-fi libero e, dall'altro lato, di evitare che vengano richiesti agli utenti delle zone wi-fi forme di identificazione particolarmente complesse e, quindi, disincentivanti all'utilizzo della rete, privilegiando forme di autenticazione federata;
con riferimento a tale ultimo profilo andrebbe, peraltro, chiarita in modo inequivoco l'avvenuta abrogazione del decreto ministeriale del 16 agosto 2005, contenente tutti gli obblighi di identificazione e monitoraggio degli utenti delle zone wi-fi, in quanto emanato in attuazione del comma 4 dell'articolo 7 del decreto-legge n. 144 del 2005, abrogato dal decreto-legge n. 225 del 2010; conseguentemente, tutti gli obblighi di identificazione e monitoraggio devono intendersi venuti meno;
un altro aspetto dell'Agenda digitale suscettibile di notevoli sviluppi è rappresentato dalla messa a disposizione, da parte delle amministrazioni pubbliche, dei propri dati in formato aperto e dal loro riutilizzo, attuando e sviluppando le misure già previste dall'articolo 9 del decreto-legge n. 179 del 2012; in particolare, è di fondamentale importanza prevedere che gli stessi sistemi informativi che elaborano i dati all'interno delle pubbliche amministrazioni vengano modificati per aggiungere la funzionalità di esportazione automatica su internet, in modo da evitare che l'obbligo alla trasparenza dei dati in formato aperto si trasformi in un enorme sovraccarico per i dipendenti della pubblica amministrazione –:
quali iniziative urgenti intenda assumere il Governo per assicurare una più rapida attuazione dell'Agenda digitale, a partire dall'emanazione dello statuto dell'Agenzia per l'Italia digitale;
quali siano i motivi, a parere del Governo, per cui, nonostante da molti anni le forze politiche siano tutte concordi nell'affermare che l'informatizzazione e la digitalizzazione siano di fondamentale importanza per il nostro Paese, questo abbia accumulato un enorme ritardo rispetto agli altri Paesi europei e quali siano le contromisure che il Governo ha adottato o intende adottare per evitare che questo ritardo continui ad accumularsi;
se il Governo non intenda individuare, a fronte dell'organismo tecnico dell'Agenzia, un forte centro di coordinamento politico per l'attuazione dell'Agenda digitale, superando il coordinamento «debole» rappresentato dalla cabina di regia;
se non si ritenga che, in considerazione del carattere strategico e trasversale rispetto alle competenze dei singoli Ministeri dell'Agenda digitale, tale centro di coordinamento debba essere individuato in apposite strutture della Presidenza del Consiglio dei ministri.
(2-00088) «Coppola, Parrini, Gelli, Rosato, Bruno Bossio, Magorno, Tullo, Blazina, Bonafè, Capodicasa, Mariastella Bianchi, Lotti, Martelli, Nardella, Cardinale, Vazio, Marantelli, Rughetti, Zanin, Brandolin, Velo, Gozi, Malisani, Rotta, Fregolent, Paolucci, Gandolfi, Mura, Bonaccorsi, Fossati, Rubinato, Luciano Agostini, Pollastrini, Bellanova, Valeria Valente, Stumpo, Zoggia».
(11 giugno 2013)