Testo INTERPELLANZA
Atto a cui si riferisce:
C.2/00105 il CREDIOP Consorzio di Credito per le opere pubbliche – oggi Dexia Crediop s.p.a. – è una banca italiana che si occupa del finanziamento delle opere pubbliche;
nell'ambito del...
Atto Camera
Interpellanza 2-00105presentato daMELILLA Generosotesto diMercoledì 19 giugno 2013, seduta n. 36
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
il CREDIOP Consorzio di Credito per le opere pubbliche – oggi Dexia Crediop s.p.a. – è una banca italiana che si occupa del finanziamento delle opere pubbliche;
nell'ambito del processo di privatizzazione avviato nei primi anni Novanta, il CREDIOP è stato prima trasformato in società per azioni e poi ceduto dallo Stato al gruppo San Paolo di Torino e da questo al Credit Local de France (Gruppo Dexia);
nell'ambito di questo gruppo transnazionale (franco-belga-lussemburghese), che finanziava gli enti locali europei e contemporaneamente trattava la finanza dei subprime, il CREDIOP ha perso la sua vocazione di volano per lo sviluppo del Paese;
il «fallimento» del gruppo DEXIA è stato gestito, d'accordo anche con la Commissione europea, attraverso un processo di nazionalizzazione che ha visto alla fine la creazione di una società veicolo garantita da Francia, Belgio e Lussemburgo e dentro la quale sono ancora le partecipazioni nelle società estere, inclusa quella del CREDIOP;
il CREDIOP è l'unica banca che non è stata ancora ceduta nonostante i ripetuti inviti in tal senso della Commissione europea;
il CREDIOP è partecipato tra l'altro per il 30 per cento da tre banche popolari italiane (esposte quindi ognuna per il 10 per cento ai rischi propri dell'azionista);
il Governo italiano con la cessione del CREDIOP negli anni Novanta, ha, secondo l'interpellante, determinato il declino di una realtà fino ad allora considerata uno dei principali e dei migliori attori del sistema di finanziamento delle opere pubbliche, vantando un expertise che nessun'altra realtà possedeva ma oggi si disinteressa completamente del suo destino, senza prendere affatto in considerazione le potenzialità positive che è in grado di esprimere in un momento in cui è quanto mai necessario ridare slancio agli investimenti in infrastrutture;
sarebbe opportuno chiarire, qualora CREDIOP dovesse rimanere nell'orbita del Gruppo Dexia, svuotato di qualsiasi capacità operativa, a chi spetterebbe coprire le inevitabili future perdite di esercizio, in particolare se ai contribuenti francesi, belgi e lussemburghesi mediante la sottoscrizione degli aumenti di capitale necessari, ovvero vi sia il rischio che sarebbero costrette a pagare pro quota anche le banche popolari azioniste del CREDIOP –:
se il CREDIOP abbia ricevuto sostegno pubblico da parte dello Stato italiano in forma di garanzia su titoli di propria emissione o direttamente sotto forma di sottoscrizione dei Tremonti/Monti bond e, in tal caso, se e quali eventuali misure siano state prese per assicurare che i contributi pubblici rimanessero effettivamente nell'ambito della banca a tutela della stabilità del sistema finanziario italiano per evitare il loro trasferimento al Gruppo DEXIA per il finanziamento della sua esposizione;
se, qualora gli attuali azionisti non provvedessero a sostenere le necessarie ricapitalizzazioni, lo Stato italiano intenda intervenire mediante iniziative normative per garantire la provvista necessaria a pagare puntualmente i sottoscrittori delle obbligazioni o se le perdite finiranno per gravare sugli obbligazionisti che hanno sottoscritto i titoli CREDIOP.
(2-00105) «Melilla».