Testo INTERPELLANZA
Atto a cui si riferisce:
C.2/00746 E-Care, società di 2300 dipendenti, sei sedi in Italia (Cesano Boscone, Torino, L'Aquila, Modugno, Roma Tor Spaccata e Tor Pagnotta) e una a Belgrado, e un giro d'affari di 63 milioni per quel...
Atto Camera
Interpellanza urgente 2-00746presentato daCIMBRO Eleonoratesto diMartedì 11 novembre 2014, seduta n. 329
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
E-Care, società di 2300 dipendenti, sei sedi in Italia (Cesano Boscone, Torino, L'Aquila, Modugno, Roma Tor Spaccata e Tor Pagnotta) e una a Belgrado, e un giro d'affari di 63 milioni per quel che riguarda il 2013, fornisce servizi di call center;
la società è controllata da gruppi economici importanti e politicamente influenti: il 48 per cento, è detenuto da Astrim spa, che a sua volta è controllata da Unicredit, il 15 per cento dal gruppo Caltagirone Editore;
nella sola sede di Milano, E-care gestisce servizi per Intesa San Paolo Vita e Intesa San Paolo Assicura, Centro Diagnostico Italiano, Giuffré Editore, ATM e, prima della recente rinuncia a servirsi dei servizi dell'azienda, Fastweb;
a partire dal 2010 la situazione congiunturale di crisi del settore ha portato a un ridimensionamento dell'occupazione sulla sede di Cesano Boscone che a ottobre 2012 era certificata in 670 unità circa. Il 2013 ha visto una situazione di relativa stabilità arrivando a ottobre 2013 con circa 600 lavoratori impiegati;
nell'estate 2013 si è aperta la questione Fastweb, maggiore committente della sede, che ha comunicato l'intenzione di rivolgersi altrove per i servizi di outsourcing. Dopo la convocazione di un tavolo triangolare grazie all'articolo 53 del contratto collettivo nazionale di lavoro si è ottenuto l'impegno di Fastweb a garantire il lavoro per l'occupazione di 100 FTE sino al 30 settembre 2014;
sulla base di queste premesse a ottobre 2013 il tavolo di trattativa tra azienda e organizzazioni sindacali ha affrontato la questione partendo dai seguenti punti di riferimento: dichiarazione dell'azienda di 118 esuberi; necessità di mettere in sicurezza il sito anche in caso della perdita della commessa Fastweb, e dell'eventuale mancato rinnovo della commessa Banca Intesa, previsto all'epoca per fine 2013; impegno dell'azienda al reperimento di nuove commesse da inserire nella sede di Cesano Boscone;
il risultato del tavolo di lavoro congiunto ha portato alla firma di un accordo di solidarietà che, fissando i tetti di applicazione per le varie commesse, coprendo uno spazio temporale sino al 30 settembre 2015, dovrebbe rispondere alle esigenze di cui sopra. Va aggiunto che l'accordo prevedeva anche una revisione eventualmente al ribasso delle percentuali di solidarietà a fronte di una serie di uscite volontarie incentivate. Le uscite volontarie sono state 47 a cui possono essere aggiunti almeno altri 10 lavoratori dimissionari per motivi personali e al di fuori dell'accordo;
nel mese di marzo E-Care ha cominciato a manifestare dubbi sulla tenuta occupazionale motivando la situazione con il mancato rispetto degli accordi da parte di Fastweb in termini di volumi e di un sistema contrattuale rivisto che avrebbe penalizzato E-Care di circa 1 milione di euro in sei mesi;
contemporaneamente a queste perplessità, dichiarate ai lavoratori ma mai direttamente alle organizzazioni sindacali in sede di confronto, E-Care si è proposta in Calabria come garante per la salvaguardia del perimetro occupazionale della società in procedura fallimentare Infocontact a Lamezia Terme;
il 18 giugno 2014 in occasione del tavolo triangolare tra organizzazioni sindacali, E-Care, e Fastweb, quest'ultima ha dichiarato in maniera irrevocabile l'intenzione di cessare le attività presso E-Care spa per quanto riguarda i settori pre e post. E-Care da parte sua ha dichiarato che l'impatto di tale decisione avrebbe messo a rischio la tenuta della sede di Milano e il posto di lavoro di 140 lavoratori;
il mese di luglio 2014 è stato caratterizzato da una serie di incontri tra azienda e organizzazioni sindacali in sedi istituzionali (UIR prima e Ministero poi), conclusisi il 1o agosto 2014, durante i quali si è discusso prima di 152 esuberi sulla sede di Milano e poi di una richiesta, non concretizzata, di cassa integrazione in deroga per 189 figure di staff e coordinamento dislocate in tutte le sedi italiane di E-Care;
dopo il nulla di fatto degli incontri di luglio e agosto l'azienda è stata convocata per un'audizione presso la IV commissione della regione Lombardia in data 4 settembre, a cui sono seguiti altri incontri tra regione e E-Care durante i quali è stata prospettata l'opportunità, per l'azienda, di ricorrere alle agevolazioni previste dalla legge regionale n. 11 sulla competitività;
l'azienda ha successivamente comunicato alle organizzazioni sindacali di non ritenere idonea la legge n. 11 alle proprie necessità contingenti;
in data 10 ottobre l'azienda ha comunicato l'aggiudicazione della commessa ACEA sulla sede di Roma;
in data 15 ottobre 2014 le organizzazioni sindacali sono state convocate in Assolombarda. Durante l'incontro l'azienda ha comunicato la decisione di aprire le procedure di licenziamento collettivo per 489 dipendenti su 509 (503 dei quali a tempo indeterminato) motivandola come strategica per la ricapitalizzazione da parte dei soci a seguito di una effettiva ristrutturazione aziendale atta al recupero di competitività sul mercato;
alla perdita della grossa commessa di Fastweb, si aggiunge il precipitare degli eventi degli ultimi giorni che addirittura prevede la chiusura dell'intera sede cesanese;
su tali avvenimenti sembrano incidere scelte aziendali volte all'abbattimento delle tariffe, all'ottimizzazione dei profitti e a delocalizzazioni in Italia e all'estero mirate all'ottenimento di sovvenzioni e lavoro a basso costo;
il caso, inoltre, appare essere, ancora una volta, diretta conseguenza della normativa sugli appalti che, in contrasto con le indicazioni dell'Unione europea, consente libertà di licenziare ad ogni cambio di appalto;
il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali non hanno mai convocato le parti nonostante il 14 luglio 2014 fosse stato richiesto un incontro unitariamente alle organizzazioni sindacali che avevano già paventato la situazione che purtroppo si è concretizzata;
E-Care nella procedura di licenziamento per chiusura della sede ha dichiarato che tra le ragioni che hanno condotto a tale decisione vi è l'alto costo del lavoro del sito, tralasciando che i lavoratori avevano già subito notevoli decurtazioni alle retribuzioni –:
se il Governo intenda assumere iniziative strutturali ed urgenti al fine di tutelare il lavoro dei 489 lavoratori licenziati da E-care e di tutti i lavoratori del settore;
se il Governo non reputi opportuno assumere con urgenza iniziative normative per regolamentare la tutela dei lavoratori nei casi di cambi d'appalto.
(2-00746) «Cimbro, Laforgia, Carnevali, Fava, Terrosi, Prina, Monaco, Cominelli, Civati, Chaouki, Casellato, Quaranta, Piras, Ricciatti, Daniele Farina, Melilla, Duranti, Taricco, Arlotti, Cuperlo, Becattini, Minnucci, Francesco Sanna, Simoni, Ginoble, Giovanna Sanna, Morassut, Fauttilli, Gigli, Porta, Fitzgerald Nissoli, Buttiglione, Cera, Caruso, De Mita, Sberna, Binetti, D'Agostino, Rabino».