• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/02093-A/003 premesso che: negli ultimi 10 anni, secondo quanto certificato dall'Istituto Superiore per la protezione e la Ricerca Ambientale, la superficie agricola utilizzata è diminuita di 1.8...



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/02093-A/003presentato daMURA Rominatesto diMercoledì 12 novembre 2014, seduta n. 330

La Camera,
premesso che:
negli ultimi 10 anni, secondo quanto certificato dall'Istituto Superiore per la protezione e la Ricerca Ambientale, la superficie agricola utilizzata è diminuita di 1.8 milioni di ettari (-12,2 per cento), mentre il numero delle aziende (in particolare di piccola e media dimensione) è sceso di 430 mila unità (-14,2 per cento);
questa riduzione (in larga parte reversibile) delle superfici agricole utilizzate determina, sui territori interessati dal fenomeno, ricadute negative, sia da un punto di vista ambientale, (incendi e dissesto idrogeologico), sia da un punto di socio-economico, (spopolamento e desertificazione produttiva), con pesanti conseguenze sullo sviluppo dei territori oltre che, sul complessivo e complesso equilibrio naturale dei diversi ambienti interessati;
le superfici agricole si riducono a seguito di diversi fenomeni: vengono sottoposte ad altre tipologie d'uso o, semplicemente (e questo è il caso più diffuso) vengono abbandonate e/o non gestite;
la non gestione dei terreni agricoli spesso è seguita da processi di degrado legati alla perdita di sostanza organica o ai processi di erosione, come la devegetazione e la desertificazione;
la riduzione della superficie agricola utilizzata negli ultimi decenni è un trend confermato a livello europeo, anche a causa della politica agricola comune (PAC) che, a partire dagli anni novanta, ha molto influenzato le trasformazioni dell'uso dei suoli agricoli, come dimostra, ad esempio, il regolamento (CEE) n. 2729/88, relativo alla concessione di premi di abbandono definitivo di superfici viticole;
in Italia, attualmente, le terre agricole abbandonate, ricoprono una superficie equivalente a quella del Veneto (1.900.000 ettari);
in alcune regioni, l'abbandono del suolo agricolo e del territorio produrrà, in termini di residenzialità, da qui a 20/30 anni, la marginalizzazione, fino alla completa estinzione di intere comunità;
l'agricoltura nel 2014 conferma e rafforza il suo ruolo di forza motrice dell'economia nazionale e anche con il nuovo sistema di calcolo del PIL rimane l'unico settore in territorio positivo, portandosi a un +0,6 per cento di valore aggiunto in riferimento al 2013 che è il doppio di quanto registrato con il vecchio sistema di calcolo, mentre tutti gli altri settori (industria costruzione e servizi) sono tutti in forte calo;
con il ricalcolo del prodotto interno lordo entra finalmente anche il valore aggiunto prodotto dalle nuove attività emergenti nelle aziende agricole come la produzione di energie rinnovabili (fotovoltaico e biomasse), le fattorie didattiche, gli agriasili, le attività ricreative come la cura dell'orto e i corsi di cucina in campagna, l'agricoltura sociale per reinserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, le vendite dirette anche nei mercati degli agricoltori cosiddetti farmers market, la sistemazione di parchi, giardini, strade e la cura del paesaggio;
le nuove stime relative al settore agricolo hanno quindi contribuito a contenere l'attuale fase di recessione grazie alla determinazione con maggiore precisione del valore delle differenti attività connesse alla multifunzionalità agricola, anche grazie alla legge di orientamento (legge n. 228 del 18 maggio 2001) che ha di fatto rivoluzionato l'attività d'impresa nelle campagne italiane aprendo nuove opportunità occupazionali;
l'Istat ha stimato in circa 246 miliardi di euro, pari al 15,9 per cento del PIL, le dimensioni economiche del sistema agroalimentare italiano;
assume pertanto rilevanza fondamentale, anche in riferimento alle politiche di tutela e prevenzione ambientale, creare una particolare rete di protezione verso i territori nei quali l'abbandono del suolo agricolo, lo spopolamento e la desertificazione produttiva sono alla base di fenomeni di degrado ambientale e di generale impoverimento sociale ed economico;
l'agricoltura italiana continua a perdere terreno, minacciata costantemente dall'avanzata della cementificazione selvaggia e abusiva, dalla mancata manutenzione del suolo, dal degrado, dall'incuria ambientale, dall'abbandono delle zone collinari e montane dove è venuto meno il fondamentale presidio dell'agricoltore, il cui ruolo di custode del suolo è l'unico in grado di arginare il preoccupante fenomeno del dissesto idrogeologico;
siamo in presenza di uno scippo di territorio agricolo che procede a ritmi vertiginosi: 11 ettari l'ora, quasi 2000 alla settimana e oltre 8000 al mese, calpestando quotidianamente paesaggio, tradizioni e qualità del cibo;
8 comuni su 10 sono in aree ad elevata criticità idrogeologica; oltre 700 mila sono gli immobili abusivi, spesso costruiti non a norma e, quindi, a grave rischio in presenza di una calamità naturale;
dal 1950 a oggi si sono spesi più di 200 miliardi di euro per riparare i danni causati da calamità naturali; sarebbe bastato destinare il 20 per cento di questa cifra a opere di manutenzione del territorio per limitare le disastrose conseguenze e soprattutto le perdite umane,

impegna il Governo:

a valutare l'opportunità:
di promuovere, anche d'intesa con le regioni e i comuni interessati, e coinvolgendo le imprese agricole, piani, programmi e interventi per il recupero dei suoli agricoli abbandonati e non più utilizzati a fini produttivi, con particolare riferimento a quelli ubicati nelle aree interne del Paese;
di promuovere il recupero dei suoli agricoli abbandonati, attraverso la riduzione del consumo di suolo e l'utilizzo agroforestale degli stessi;
di promuovere, prendendo a riferimento buone prassi in tal senso maturate in diverse realtà regionali, l'accesso dei giovani agricoltori e dei disoccupati alle terre pubbliche abbandonate;
di promuovere una politica che garantisca il presidio da parte dell'agricoltore, la cui attività è fondamentale in particolare nelle zone marginali del territorio nazionale;
di assumere politiche di pianificazione del territorio per fermare il consumo di suolo, tutelare e valorizzare il paesaggio ed è necessario, altresì, un governo delle risorse idriche per contrastare il dissesto idrogeologico e favorire l'uso razionale dell'acqua in agricoltura;
di rafforzare, a completamento delle riforme che ha già messo in campo in questa legislatura, un sistema ambientale realmente sostenibile, valorizzando l'agricoltura quale volano di riequilibrio territoriale, produttivo e sociale.
9/2093-A/3. (Testo modificato nel corso della seduta) Mura.