• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
C.3/00100 nella seduta del Consiglio dei ministri del 24 maggio 2013 il Ministro interrogato è stato autorizzato ad erogare somme a titolo di anticipo sulle spettanze relative al finanziamento del...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00100presentato daBUONANNO Gianlucatesto diMercoledì 5 giugno 2013, seduta n. 29

BUONANNO e RONDINI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
nella seduta del Consiglio dei ministri del 24 maggio 2013 il Ministro interrogato è stato autorizzato ad erogare somme a titolo di anticipo sulle spettanze relative al finanziamento del servizio sanitario nazionale in favore delle regioni Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise e Sicilia. Le anticipazioni deliberate consistono complessivamente in circa 2 miliardi di euro, così ripartiti: all'Abruzzo 118 milioni di euro; alla Calabria 411 milioni di euro; alla Campania 287 milioni di euro; al Lazio 540 milioni di euro; al Molise 63 milioni di euro; alla Sicilia 500 milioni di euro;
la cifra complessiva di 2 miliardi di euro è veramente significativa se si tiene conto che il decreto-legge n. 35 del 2013, destinato a saldare, in parte, i debiti pregressi della pubblica amministrazione, ha stanziato per i debiti sanitari di tutto il Paese complessivamente 5 miliardi di euro per il 2013, fondi che per le sole regioni del Sud si aggiungono all'anticipazione recentemente deliberata; seppur per il Governo si tratta di anticipazioni possibili a legislazione vigente per garantire i livelli essenziali di assistenza, l'ammontare delle somme immesse nei bilanci regionali è tale da incidere in maniera decisiva sui conti complessivi delle regioni stesse, che altrimenti rischierebbero il default. In questo modo si crea un meccanismo premiante al contrario, dove chi ha creato i più grossi buchi riceve i più alti aiuti dallo Stato;
già l'applicazione del decreto-legge n. 35 del 2013 ha evidenziato come esista, da un lato, una parte del Paese fatta di amministrazioni virtuose, che hanno pagato i propri debiti con le proprie disponibilità di cassa, bloccate esclusivamente dal patto di stabilità, mentre un'altra parte del Paese, le cui amministrazioni hanno costruito bilanci non equilibrati, deliberando spese non sostenibili o addirittura creando debiti fuori bilancio, ha dovuto essere rifinanziata dalla collettività generale attraverso la Cassa depositi e prestiti. Anche in questo caso, di fatto chi ha prodotto i peggiori risultati di bilancio ha ottenuto i rifinanziamenti, chi aveva bene amministrato non ha ricevuto assolutamente nulla di aggiuntivo, ma solo la «concessione» di poter usare i propri stessi fondi;
mentre l'operato di amministrazioni irresponsabili e la mancata applicazione di un meccanismo di fabbisogni e costi standard continua a perpetrare sprechi e, di conseguenza, a drenare risorse dello Stato in via prioritaria verso alcune parti del Paese, sempre le stesse, la crisi economica sta mettendo in ginocchio l'intera collettività nazionale;
secondo dati Inps, nei primi quattro mesi del 2013 sono state autorizzate oltre 365 milioni di ore di cassa integrazione per una media di 530.000 lavoratori coinvolti a zero ore; i lavoratori interessati hanno perso complessivamente 1,4 miliardi di euro di reddito, in media 2.600 euro a testa; lavoratori che dopo il fermo potrebbero non rientrare in fabbrica o in ufficio;
ad aprile 2013 le ore di cassa integrazione, richieste e autorizzate, sono cresciute del 3,11 per cento su marzo 2013, mentre tra gennaio e aprile 2013 l'aumento su base annua è del 13,07 per cento;
a calare è stata solo la cassa integrazione in deroga, non per mancanza di richiesta ma per mancanza di fondi, che lo Stato sta ancora faticosamente cercando di reperire a prezzo di altri dolorosi tagli che colpiscono indistintamente i lavoratori di tutto il Paese;
secondo le stime, per scongiurare l'aumento dell'aliquota iva, che dal 1o luglio 2013 dovrebbe salire dal 21 al 22 per cento, mettere in atto la riforma dell'imu entro il 31 agosto 2013 ed attuare le modifiche necessarie ed urgenti per il mondo delle pensioni e del lavoro, servono circa 30 miliardi di euro nel corso del 2013;
a ciò si aggiunge la gravissima situazione degli esodati, per i quali servono soluzioni urgenti per scongiurare una crisi sociale che coinvolgerebbe, nella migliore delle ipotesi, almeno 150.000 famiglie. Un tema che a sua volta necessiterebbe di fondi che vanno da 500 milioni a 1 miliardo di euro –:
se il Ministro interrogato ravvisi la necessità di agire al più presto, ed in quali forme, per porre fine ad una situazione di palese ingiustizia tra gli enti locali e territoriali del nostro Paese dovuta a meccanismi distorti che premiano le amministrazioni meno virtuose a scapito di quelle virtuose, anche alla luce della crisi economica che sta mettendo in ginocchio anche le aree tradizionalmente autosufficienti dal punto di vista delle risorse necessarie per assicurare le tutele sociali ai propri cittadini. (3-00100)
(4 giugno 2013)