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Atto a cui si riferisce:
S.1/00339 premesso che: la crisi dell'industria siderurgica sta colpendo uno ad uno i maggiori stabilimenti italiani; l'industria siderurgica italiana non ha storicamente fruito, al pari di...



Atto Senato

Mozione 1-00339 presentata da NUNZIANTE CONSIGLIO
martedì 11 novembre 2014, seduta n.348

CONSIGLIO, CANDIANI, CENTINAIO, ARRIGONI, BELLOT, BISINELLA, COMAROLI, CROSIO, DIVINA, MUNERATO, STEFANI, STUCCHI, TOSATO, VOLPI - Il Senato,

premesso che:

la crisi dell'industria siderurgica sta colpendo uno ad uno i maggiori stabilimenti italiani;

l'industria siderurgica italiana non ha storicamente fruito, al pari di altre realtà internazionali, di una volontà politica indirizzata a difenderne e tutelarne l'eccellenza e ciò ha favorito la penetrazione nel settore di colossi internazionali la cui missione è estranea alla tutela dell'eccellenza siderurgica e all'interesse del mantenimento della produzione italiana;

nell'ultimo decennio la produzione dell'acciaio in Europa ha registrato un fortissimo calo a fronte della crescita della quantità di acciaio prodotta in altri Paesi come la Cina, generando preoccupazione sul futuro della siderurgia europea ed italiana, quest'ultima da tempo minacciata da fenomeni di deindustrializzazione;

in questo scenario si inserisce la crisi del polo siderurgico di Terni che riveste un ruolo strategico per l'economia nazionale ed europea per quanto concerne la produzione di acciai speciali, contribuendo da sola al 15 per cento del Pil regionale ed occupando, fra manodopera e indotto, circa 5.000 lavoratori;

l'Acciai Speciali di Terni (AST), ceduta nel 2012 dalla ThyssenKrupp alla multinazionale finlandese Outokumpu, è stata dalla stessa riacquisita nel novembre 2013. Tale operazione si è perfezionata con l'approvazione dell'Unione europea intervenuta in data 13 gennaio 2014;

in ragione di tale perfezionamento, ThyssenKrupp ha fornito alla Commissione europea un piano di attività sugli investimenti in AST e sugli interventi per migliorarne la redditività, sulla base del quale la Commissione ha ritenuto che l'acquisizione avrebbe preservato una concorrenza effettiva, mantenendo una quarta forza competitiva nel mercato dello spazio economico europeo dell'inox;

a luglio 2014 la ThyssenKrupp ha presentato un nuovo piano industriale che, al fine di rendere profittevole il sito di Terni, ne prevede un drastico ridimensionamento. Il sito dà lavoro a circa 2.800 dipendenti e produce oltre un milione di tonnellate di acciaio inox all'anno; il piano presentato, in particolare, ipotizza, entro l'anno fiscale 2015-2016, la chiusura di uno degli attuali 2 forni elettrici e la riduzione dei livelli occupazionali di 550 unità, prevedendo, più in generale, un risparmio complessivo di 100 milioni in 5 anni (39 milioni nei primi 2 anni più altri 61 da spalmare nel quinquennio);

l'annuncio ha messo in stato di forte agitazione i lavoratori che, a seguito del fallimento di ripetute azioni di mediazione con la società, vedono ad oggi seriamente a rischio il proprio futuro e quello delle loro famiglie;

l'azienda ThyssenKrupp ha inoltre proposto un taglio del 20 per cento dei contratti stipulati con le ditte esterne, dalla manutenzione ai trasporti passando per la vigilanza, la pulizia e l'edilizia industriale con prevedibili effetti sull'intero tessuto economico e sociale del ternano, che verrebbe sottoposto ad un forte depauperamento di risorse produttive ed occupazionali;

il piano di licenziamenti presentato da ThyssenKrupp per AST implicherebbe costi sociali ed industriali elevatissimi, in termini di impatto sia sull'occupazione diretta delle imprese del gruppo sia sulla riduzione dei volumi di produzione, sulle attività e sulle imprese dell'indotto;

l'area ternana nel suo insieme è un distretto produttivo con caratteristiche peculiari e strategiche, vista l'integrazione del polo siderurgico e quello chimico e meccanico; appare quindi urgente adottare ogni iniziativa di salvaguardia della realtà produttiva ed occupazionale del polo siderurgico di Terni e di rilancio dell'intero settore industriale siderurgico;

l'eventuale perdita del polo siderurgico di Terni rappresenterebbe un altro colpo alla politica industriale italiana, mettendo in luce l'incapacità del Governo Renzi di adottare una seria politica di rilancio non solo del settore siderurgico, nel quale l'Italia è sempre stata leader, ma dell'intero sistema industriale del Paese,

impegna il Governo:

1) nella concertazione in corso tra Governo, Regioni e parti interessate, ad arrivare alla definizione di un nuovo piano industriale, in grado di riqualificare e promuovere lo storico sito ternano, salvaguardandone l'operatività e gli attuali livelli occupazionali e nello specifico:

a) a mantenere in funzione entrambi i forni elettrici, poiché la sinergia tra area a caldo e area a freddo è fondamentale per la competitività del polo siderurgico ternano che verrebbe compromessa dalla chiusura di uno dei 2;

b) a valutare l'adozione di modalità contrattuali alternative, rispetto agli esuberi, quali l'adozione di contratti di solidarietà, adottati per lo stabilimento in Germania e che, invece, sono stati rifiutati per lo stabilimento ternano;

c) ad intervenire sul versante dell'approvvigionamento energetico, sfruttando le risorse esistenti nel nostro territorio ed incentivando il ricorso a fonti di energia rinnovabile in modo tale da poter abbattere i relativi costi, altrimenti la nostra siderurgia sarà sempre destinata a soccombere, di fronte alla concorrenza spietata attuata ai nostri danni dagli altri Paesi, in cui i costi energetici sono molto più contenuti;

2) ad esigere con determinazione che l'Unione europea ponga in essere ogni utile iniziativa al fine di tutelare in maniera effettiva il valore strategico nazionale che AST ricopre per l'economia italiana, sollecitando un impegno a salvaguardare l'integrità del polo siderurgico ternano e della sua forza lavoro;

3) ad adottare ogni iniziativa utile, anche di natura finanziaria, a favorire il rilancio e lo sviluppo del sito ternano e più in generale dell'industria siderurgica italiana;

4) ad assumere ogni iniziativa utile per scoraggiare fenomeni di delocalizzazione industriale che provocano il depauperamento delle risorse produttive del Paese, evitando nel contempo operazioni unicamente indirizzate alla remunerazione finanziaria al di fuori di qualsiasi politica industriale che preservi l'attività siderurgica degli stabilimenti italiani e l'occupazione.

(1-00339)