• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/00109 CATALFO, BENCINI, PAGLINI, PUGLIA - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dello sviluppo economico - Premesso che: il gruppo Berco SpA opera nel settore metalmeccanico ed è...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00109 presentata da NUNZIA CATALFO
mercoledì 5 giugno 2013, seduta n.034

CATALFO, BENCINI, PAGLINI, PUGLIA - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dello sviluppo economico - Premesso che:

il gruppo Berco SpA opera nel settore metalmeccanico ed è specializzato nella fabbricazione di componenti e sistemi sottocarro per macchine per il movimento terra cingolate e attrezzature per la revisione e la manutenzione del sottocarro. È inoltre produttore di macchine utensili per la ricondizionatura dei motori a combustione interna;

il gruppo Berco dal 1999 è di proprietà di ThyssenKrupp ed opera sul territorio nazionale, con 4 stabilimenti, a Sasso Morelli (Bologna), Castelfranco veneto (Treviso), Busano canavese (Torino) e Copparo (Ferrara), per un totale di 2.630 lavoratori, di cui 2.000 nel sito ferrarese;

attualmente il gruppo Berco sta utilizzando il terzo anno di cassa integrazione guadagni straordinaria per alta e complessa ristrutturazione, a fronte di un piano industriale discusso fra le parti ad aprile 2010;

il 30 aprile 2013 è scaduto il piano industriale per ristrutturazione e con esso anche l'utilizzo della cassa integrazione;

ThyssenKrupp da giugno 2012 ha avviato la vendita del gruppo Berco, ma ad oggi non si hanno notizie in merito allo stato della vendita ed anche a causa di queste incertezze il gruppo sta perdendo significative quote di mercato;

nonostante gli impegni presi nel 2010 con la presentazione del piano industriale triennale, il gruppo non ha attuato strategie adeguate ad aumentare i volumi produttivi così come in esso individuati e, al momento attuale, non fa fronte neppure al perdurante calo degli stessi: il budget della produzione 2013 è a 158.000 tonnellate, ossia meno 15 per cento rispetto al 2012;

in corso di attuazione del piano industriale il personale è già stato ridotto di circa 470 unità, di cui 270 nel solo stabilimento di Copparo;

l'amministratore delegato Lucia Morselli e il vice presidente Franco Tatò negli incontri in ambito sindacale ed istituzionale, anziché presentare un piano industriale per il rilancio produttivo degli stabilimenti, hanno comunicato un ulteriore programma di ristrutturazione che prevede 611 esuberi, la chiusura dello stabilimento di Busano canavese, l'esternalizzazione di attività e la cancellazione degli attuali accordi aziendali;

pertanto in data 19 aprile 2013 la dirigenza ha comunicato alle organizzazioni sindacali l'avvio formale della procedura di mobilità per 611 lavoratori del gruppo, di cui la maggior parte nello stabilimento di Copparo;

l'assenza di un piano industriale base indispensabile per il confronto fra le parti evidenzia che i licenziamenti sono funzionali esclusivamente alla riduzione dei costi fissi, al fine di rendere maggiormente appetibile sul mercato la vendita dell'azienda;

nella provincia di Ferrara è in atto un pesante processo di deindustrializzazione che ha visto, nell'ultimo quinquennio, la cessazione di importanti aziende metalmeccaniche quali Oerlickon, Alcoa, Bbs, Metallurgica Lux, Decotrain, Tmqs, Barbi, e la crisi di altre: Ferrara promozioni industriali, Tecopress, Tfc Galileo, Lamborghini Calor; mentre aziende chimiche quali Basell hanno deciso di tagliare 105 posti di lavoro al centro ricerche Giulio Natta;

la cosiddetta riforma Fornero di cui all'articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, aumentando l'età e gli anni contributivi per il diritto alla pensione, ha ulteriormente peggiorato la situazione dei lavoratori delle aziende cessate e/o in crisi, lasciando senza stipendio e pensione decine di migliaia lavoratori, oggi definiti esodati;

le organizzazioni sindacali hanno richiesto una disponibilità al confronto che parta dalla discussione di un piano industriale serio, finalizzato al recupero delle quote di mercato perse, all'aumento dei volumi produttivi e all'attivazione di ammortizzatori sociali a medio termine a partire dai contratti di solidarietà, invece dei licenziamenti;

in data 8 e 23 aprile 2013 sono state effettuate due giornate di sciopero a sostegno della vertenza, con presidi davanti alla sede di Copparo e davanti al Comune, scioperi e manifestazioni a cui ha aderito la totalità dei dipendenti;

la comunicazione dell'avvio della procedura di mobilità ha ulteriormente accentuato una già gravissima tensione sociale;

considerato che risulta agli interroganti che i vertici del gruppo Berco non abbiano ancora presentato il piano industriale richiesto e abbiano peraltro disertato molti degli incontri finora organizzati presso il Ministero dello sviluppo economico per la risoluzione della vertenza;

considerata l'opportunità che il Governo assuma iniziative di competenza per far si che i futuri assetti proprietari del gruppo Berco siano compatibili con l'esigenza di assicurare un serio piano industriale in grado di recuperare le quote di mercato perse e aumentare i volumi produttivi;

considerata la attuale situazione di totale incertezza circa i futuri assetti proprietari del gruppo Berco,

si chiede di sapere:

quali siano i risultati finora ottenuti dal Governo con il tavolo di confronto tuttora in corso presso il Ministero dello sviluppo economico ed in particolare quale sia stato l'esito dell'incontro tenutosi in data 28 maggio 2013 a cui hanno partecipato il sottosegretario De Vincenti, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali nazionali e i dirigenti del Ministero del lavoro e politiche sociali;

quali azioni concrete il Governo intenda porre in essere al fine di evitare che venga dato corso alla procedura di mobilità e di salvaguardare gli attuali livelli occupazionali attraverso l'utilizzo di ammortizzatori sociali a partire dai contratti di solidarietà.

(3-00109)