• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
C.3/00135 l'esercizio 2011 del Gruppo Finmeccanica si è chiuso con 2,34 miliardi di perdite; l'esercizio 2012, nel corso del quale il gruppo Finmeccanica sarebbe dovuto, per impegno dell'attuale...



Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-00135presentato daAIRAUDO Giorgiotesto diGiovedì 20 giugno 2013, seduta n. 37

AIRAUDO, FERRARA, QUARANTA, MIGLIORE, DI SALVO, AIELLO, BOCCADUTRI, FRANCO BORDO, COSTANTINO, DURANTI, DANIELE FARINA, FAVA, FRATOIANNI, GIANCARLO GIORDANO, KRONBICHLER, LACQUANITI, LAVAGNO, MARCON, MATARRELLI, MELILLA, NARDI, NICCHI, PAGLIA, PALAZZOTTO, PANNARALE, PELLEGRINO, PIAZZONI, PILOZZI, PIRAS, PLACIDO, RAGOSTA, RICCIATTI, SANNICANDRO, SCOTTO, ZAN e ZARATTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
l'esercizio 2011 del Gruppo Finmeccanica si è chiuso con 2,34 miliardi di perdite;
l'esercizio 2012, nel corso del quale il gruppo Finmeccanica sarebbe dovuto, per impegno dell'attuale vertice, tornare all'utile, ha registrato ulteriori perdite per 786 milioni di euro;
i risultati del resoconto intermedio di gestione al 30 marzo 2013 segnalano 8 milioni di euro di utile a fronte dei 24 milioni di euro registrati nell'omologo periodo dell'anno precedente conclusosi poi in vistosa perdita;
tale andamento negativo, paradossalmente, esclude alcune delle società destinate alla dismissione, come Ansaldo StS e Energia, ed include, in prima fila, alcune di quelle su cui, secondo l'attuale vertice, si dovrebbe concentrare Finmeccanica;
secondo tutti i qualificati osservatori esterni ed interni sono annidate nel sistema ulteriori perdite per valori superiori a 1,5 miliardi di euro, concentrate nel settore militare e in particolare in Selex ES, derivante dall'integrazione di società tra loro diverse per clienti, prodotti, risultati senza che un piano industriale preventivo ne giustifichi la convenienza (caso più unico che raro nella storia della grande industria internazionale);
ad avviso degli interroganti, contrasta, con tale precaria condizione economico-finanziaria, lo stato di passività strategica, la paralisi decisionale, l'incertezza manageriale, lo stallo organizzativo, la conflittualità interna, le ambizioni ed i comportamenti autocratici di diversi vertici delle società a cominciare da quello del Gruppo, che è stato in qualche modo occultato dall'attivismo nelle dichiarazioni e nell'attività di comunicazione e di relazione istituzionale del vertice del Gruppo che, con tutta evidenza, appare contraddittorio da oltre diciotto mesi;
l'intenzione di dismettere i settori trasporti ed energia, in cui operano le uniche imprese del gruppo Finmeccanica che presentano sia andamenti economico-finanziari positivi, sia eccellenti possibilità competitive globali, nonché mercati settoriali internazionali fiorenti e in crescita, appare a tutti gli osservatori specializzati ed indipendenti un fenomeno eclatante di miopia e/o insipienza strategica;
il disegno rinunciatario della cessione di Ansaldo STS e Ansaldo energia, malgrado annunci e dichiarazioni, non è finora andato in porto, e, per quanto risulta agli interroganti, queste società si sottraggono all'immobilismo soltanto grazie all'attività internazionale svolta dal loro management;
Ansaldo Breda, ad avviso degli interroganti, non viene né gestita né riorganizzata in attesa di un'improbabile, difficile, costosa cessione, resa ancora più onerosa dal suo crollo di immagine e reputazione sul mercato internazionale causato: a) dallo stallo gestionale; b) dalle dichiarazioni ad avviso degli interroganti avventate e irresponsabili del vertice di Finmeccanica e di altri alti dirigenti del Gruppo circa la inesistente «capacità di fare i treni» dell'impresa ferroviaria; c) dalle gravi carenze in materia di sicurezza e affidabilità testimoniate dal rischio di default dei V250 in Belgio e Olanda, evidenza inconfutabile dell'incapacità tecnico-operativa degli Amministratori delegati dell'ultimo decennio, ivi compreso quello attuale, e della emarginazione e deresponsabilizzazione di tutti i dirigenti e quadri tecnici interni;
il risultato di tale situazione è che qualsiasi acquirente interessato e capace di intervenire, apportando anche nuove tecnologie, vedi per esempio Hitachi Rail, ponga condizioni preliminari inaccettabili, tra le quali spicca la necessaria riorganizzazione competitiva: una riorganizzazione che da armi viene annunciata dai numerosi vertici operativi di Ansaldo Breda, senza mai però essere realizzata;
anche laddove detta riorganizzazione dovesse essere, la società verrebbe pagata, nella migliore delle ipotesi, neanche in modo in irrisorio, quasi nulla, e solo a fronte della sottoscrizione di clausole capestro circa i debiti presenti e futuri e l'andamento delle commesse in portafoglio e in acquisizione;
la dismissione a tali condizioni di una Ansaldo Breda non riorganizzata è visibilmente onerosa e condurrebbe ad assegnare all'acquirente le tecnologie e le commesse, mentre a Finmeccanica le perdite passate, presenti e future;
secondo quanto risulta agli interroganti da fonti autorevoli, Hitachi Rail trascura il negoziato dopo mesi di due diligence, dimostrando in tal modo l'inconcludenza del vertice di Finmeccanica e di Ansaldo Breda;
per tutte e tre le società Ansaldo non viene realizzata l'unica soluzione strategica valida: la partnership con player di rango internazionale intrinsecamente associata alla necessaria e possibile riorganizzazione congiunta;
prosegue invece un'intollerabile passività in attesa di una improbabile o non conveniente dismissione: Energia a Doosan, player privo delle tecnologie innovative necessarie nel prossimo decennio; Breda, e solo se associata a StS, a Hitachi o altri player;
in tale condizione Ansaldo StS ed Ansaldo Energia differiscono la indispensabile ricerca di accordi internazionali di partnership e Breda, non riorganizzata e non gestita, reitera le sue perdite inerziali;
il progetto denominato SuperSelex ha generato il già citato mostro Selex ES, organizzativamente incontrollabile, economicamente ignoto, in cui post-merging e riorganizzazione sono stati affidati non a dirigenti tecnologici e ingegneristici ma a dirigenti delle risorse umane, incapaci di esaminare i portafogli tecnologie e prodotti delle tre società preesistenti eppure iperattivi nella riorganizzazione passiva, ovvero nell'individuazione di esuberi, come se il rilancio di efficienza e competitività di un gruppo iper-tecnologico come Selex possa prescindere dalla riorganizzazione innovativa del portafoglio tecnologie e prodotti e dei processi di ricerca e sviluppo, progettazione, ingegnerizzazione;
la realizzazione del programma Boeing 787 Dreamliner – in cui Alenia Aermacchi è risk sharing partner di Boeing – nelle unità operative di Grottaglie (Taranto), Foggia e Pomigliano (Napoli), a oltre tre anni dal Primo Volo (15 dicembre 2009), oltre quattro anni dal PPV (pre-production verification), oltre sette anni dall'inizio della costruzione dello Stabilimento di Grottaglie, preoccupa a tal punto Boeing Aerospace da spingerla a: mantenere circa 200 ingegneri residenti per seguire l'andamento delle operazioni (engineering, manufacturing, quality) in loco; costruire una linea di back up per la sezione di fusoliera 46 (Grottaglie), lo stabilizzatore (Foggia) e le altre parti minori (Pomigliano); affiancare fornitori statunitensi agli inaffidabili fornitori italiani, storicamente protetti da accordi privilegiati industrialmente ingiustificabili;
la politica di reindustrializzazione perseguita dagli Stati Uniti rende la possibilità di una riacquisizione Boeing dei componenti prodotti da Alenia Aermacchi per il B787 un'eventualità sempre meno remota;
l'ipotesi di accordo tra BAE systems e EADS, resa nota a suo tempo sui siti ufficiali delle due imprese, anche se successivamente sospesa, è sufficiente a mostrare la marginalizzazione del Gruppo italiano dalle chances, dal rango, dalla stessa presenza quale player globale nel sistema competitivo mondiale dell'alta tecnologia, che non si limita ad Aerospazio, difesa e sicurezza ma include energia e trasporti;
il Ministro dell'economia e delle finanze pro tempore aveva manifestato per iscritto, circa i manager pubblici indagati, e senza specifico riferimento a Finmeccanica, quanto segue: «Reputo opportuno che, in disparte la possibilità delle dimissioni spontanee dei soggetti coinvolti, venga adottata, nell'esercizio dei poteri dell'azionista, ogni iniziativa affinché gli organi societari, nel rispetto delle proprie competenze, effettuino i dovuti approfondimenti istruttori»; chiedendo inoltre che «si abbia cura di adottare i provvedimenti più opportuni per garantire l'efficienza delle aziende e l'immagine delle stesse, al fine di preservare il valore delle società e tutelare i diritti dell'azionista»; è infine giunto ad evocare l'eventuale sussistenza dei presupposti per promuovere da parte degli azionisti «l'azione sociale di responsabilità»;
come noto, il vertice del gruppo è stato sostituito a seguito dell'intervento della magistratura e non certo grazie ad un intervento risolutivo del precedente Governo, nonostante il Ministero dell'economia e delle finanze rappresenti il principale azionista di Finmeccanica con una quota pari al 32,45 per cento della società e che tale partecipazione è soggetta alla disciplina dettata dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 settembre 1999, secondo cui tale quota non può scendere al di sotto della soglia minima del 30 per cento del capitale sociale. In buona sostanza, nessun altro azionista può detenere una quota del capitale di Finmeccanica superiore al 3 per cento senza l'approvazione del Ministero dell'economia e delle finanze;
ad avviso degli interroganti, anche l'avvicendamento nella posizione di amministratore delegato non è stato determinato dal Governo per i disastrosi risultati economici e gli eclatanti errori strategici, interamente condivisi dal consiglio di amministrazione vigente, dal vertice precedente e da quello attuale, ma a causa delle intervenute vicende giudiziarie che tutti conoscono;
l'attuale Governo ha reso noto che: «Il Ministero dell'economia e delle finanze, d'intesa con la Presidenza del Consiglio dei ministri, intende definire procedure trasparenti per la nomina di amministratori nelle società controllate e criteri generali di valutazione delle candidature volti ad assicurare la qualità professionale e la competenza tecnica dei prescelti» come si desume dal comunicato del Ministero dell'economia e delle finanze del 28 maggio 2013 a proposito del rinvio delle nomine previste nell'assemblea di Finmeccanica del 30 maggio 2013;
tutti i manager operativi di società sono stati esclusi dal vertice di gruppo dalle fallimentari decisioni strategiche finora perseguite e tuttora non smentite;
è notorio ed evidente che il descritto stato di paralisi decisionale e strategica di cui alle premesse precedenti induce e produce esodi forzati e volontari di risorse pregiate, demotivazione e demoralizzazione diffuse in tutti i livelli e funzioni della struttura organizzativa e in tutti i settori della struttura strategica con costi patrimoniali (capitale umano) immediati e danni mici inevitabili e fatali –:
quali iniziative urgenti intenda assumere il Governo, in qualità di azionista di riferimento di Finmeccanica, per contrastare e ribaltare il corso autodistruttivo in atto del principale Gruppo industriale italiano dell'alta tecnologia;
quali iniziative intenda adottare per conoscere dagli attuali vertici di Finmeccanica e delle società di primo livello controllate (Agusta Westland, Alenia Aermacchi, Ansaldo Energia, Ansaldo Sts, Ansaldo Breda, DRS Technologies, Selex Electronic Systems) quali siano le realistiche prospettive di risultato economico per il 2013;
quali atti di competenza intenda assumere per incoraggiare e indirizzare la ricerca di partner competitivi di rango internazionale per Ansaldo Breda, Ansaldo Energia, Ansaldo Sts alla luce di quanto descritto dalla presente interrogazione;
se non si ritenga opportuno avviare una valutazione approfondita sulla precaria condizione economica, strategica, organizzativa, tecnica e operativa in cui versa Selex attualmente;
se intenda verificare, anche attraverso l'audizione presso il Ministero dello sviluppo economico dei vertici Boeing, la reale condizione – opportunità e minacce, possibilità e rischi – di un programma di vitale importanza per l'industrializzazione del Mezzogiorno quale il Boeing 787 Dreamliner;
se intenda verificare se Finmeccanica sarebbe in grado di sopportare, nell'attuale condizione di difficoltà economico-finanziaria, il costo economico di un'eventuale decisione di Boeing di sottrarre il Programma 787 Dreamliner ad Alenia Aermacchi per effetto della sua manifesta incapacità sia di gestire il sistema logistico e la produzione di Grottaglie sia di rispettare il piano mondiale di programma;
quali iniziative intenda assumere per invertire il processo di esclusione di Finmeccanica dal ruolo di player del sistema competitivo mondiale dell'Alta Tecnologia, processo esibito con ogni evidenza dall'estraneità dei vertici del Gruppo ai movimenti in corso nelle aggregazioni industriali europee di rango mondiale;
quali iniziative intenda assumere per arrestare il processo di degrado del capitale umano del Gruppo a livello manageriale, tecnico, operativo, con particolare riferimento ai giovani laureati e diplomati (dirigenti, impiegati e operai) che forniscono quotidianamente un contributo professionale ed etico prezioso nelle attività di progettazione, industrializzazione, produzione;
se il Governo non ritenga opportuno, in qualità di azionista di riferimento di Finmeccanica, e quindi un gruppo complesso per mercati, aree d'affari, tecnologie, sistemi e prodotti, promuovere la costituzione una struttura organizzativa più articolata rispondente alla struttura strategica, in cui possano avere maggior rilievo decisionale i responsabili delle Società operative, oggi esclusi da qualsiasi decisione strategica;
quali azioni intenda intraprendere il Governo per tutelare la reputazione internazionale del Gruppo e delle sue Società, alla luce degli scandali giudiziari che hanno investito il Gruppo Finmeccanica;
se alla luce della condizione descritta, esposta a seri problemi di sopravvivenza del Gruppo Finmeccanica stesso ma anche a preziose opportunità future, l'attuale consiglio di amministrazione di Finmeccanica ed il suo amministratore delegato siano ancora da ritenersi meritevoli di guidare il Gruppo stesso;
se non si ritenga quanto mai utile e necessario ragionare nella prospettiva di un radicale cambiamento manageriale, a partire dalla decadenza dell'attuale consiglio di amministrazione e dalla nomina di un nuovo vertice che risponda seriamente ai requisiti preannunciati dal Ministero dell'economia e delle finanze il 29 maggio 2013;
quali azioni urgenti il Governo intenda assumere, inoltre, affinché Finmeccanica modifichi la propria strategia industriale attraverso investimenti ed anche con trasferimento di tecnologie dal militare al civile. (3-00135)