• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/04049 l'articolo di stampa a firma di Gian Antonio Stella pubblicato su Il Corriere della Sera lo scorso 11 novembre, dal titolo «Un comma sparito sulle pensioni cancella il tetto a quelle più...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04049presentato daPRATAVIERA Emanueletesto diLunedì 17 novembre 2014, seduta n. 333

PRATAVIERA e FEDRIGA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
l'articolo di stampa a firma di Gian Antonio Stella pubblicato su Il Corriere della Sera lo scorso 11 novembre, dal titolo «Un comma sparito sulle pensioni cancella il tetto a quelle più ricche» lancia l'allarme sul rischio default dell'Inps;
la questione riguarda la previsione a decorrere dal 1o gennaio 2012, contenuta nella cosiddetta riforma Fornero delle pensioni (decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, in legge 214 del 2011) del calcolo di tutte le pensioni con il sistema contributivo, anche di quelli che – secondo lo spartiacque determinato dalla riforma Dini (legge n. 335 del 1995) – al 1o gennaio 2016 vantavano già un'anzianità contributiva maggiore di 18 anni;
secondo la ricostruzione del giornalista, nel testo originario suggerito dall'Inps, erano previste «quattro righe» di salvaguardia che dovevano mantenere l'argine dell'80 per cento della media delle ultime buste paga, per evitare – come invece accade ora – che coloro che al 31 dicembre 2015 avevano più di 18 anni ed hanno optato per la permanenza in servizio possano andarsene in pensione con addirittura il 115 per cento dell'ultimo stipendio;
l'articolo riporta anche in virgolettato la dicitura della salvaguardia «In ogni caso per i soggetti di cui al presente comma, il complessivo importo della pensione alla liquidazione non può risultare comunque superiore a quello derivante dall'applicazione delle regole di calcolo vigenti prima dell'entrata in vigore del presente comma»;
a seguito di una verifica sulla Gazzetta Ufficiale del 6 dicembre 2011 n. 284 e di una ricerca sulla De Agostini-Leggi d'Italia-Archivio storico, le predette «quattro righe» richiamate dal giornalista nell'articolo di stampa non risultano mai parte integrante del testo del decreto-legge n. 201 del 2011, né in quello presentato in Parlamento e prima della sua conversione in legge, né in quelli come modificati successivamente, il che lascia presumere che trattasi di un suggerimento fornito dall'istituto previdenziale in fase di stesura da parte del Governo Monti dell'articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011;
sempre secondo l'articolo di stampa, in mancanza di tale clausola, l'Inps corre il rischio di un buco di 2 milioni nell'anno in corso, di 11 milioni nel 2015, di 44 milioni nel 2016, di 93 milioni nel 2017, di 162 milioni nel 2018, e così via per arrivare a 493 milioni nel 2014;
in merito alla necessità di porre un tetto alle pensioni ed ai vitalizi calcolati esclusivamente col sistema retributivo, si ricorda che la Lega Nord era tra i presentatori di una proposta di legge oggetto di esame da parte della Commissione lavoro della Camera dei deputati per ben 5 mesi in abbinamento ad altre, poi bocciata dalla maggioranza parlamentare e governativa in maniera alquanto paradossale: la stessa maggioranza che ha scelto quale testo base il provvedimento da portare in aula ha poi proposto la reiezione del progetto di legge, ora re-inviato all'esame della Commissione –:
se trovi conferma quanto pubblicato nell'articolo citato in premessa in merito alla stima di quanto costerà negli anni all'Inps – e quindi alle casse statali – la mancata previsione di una soglia al complessivo importo dei trattamenti pensionistici di coloro che al 31 dicembre 2015 vantavano un'anzianità contributiva superiore a 18 anni ed hanno optato per la permanenza in servizio oltre il raggiungimento dei 40 anni contributivi;
se corrisponda al vero quanto supposto dagli interroganti circa la «cancellazione delle quattro righe» come richiamato nell'articolo di stampa, ovvero che in realtà la previsione di un comma che arginasse l'ammontare delle pensioni calcolate col sistema retributivo sia stata semplicemente oggetto di informale scambio di opinioni tra Governo ed Inps in fase di stesura dell'articolato, ovvero, di contro, in quale parte del testo era prevista e da quale successiva norma sia stata abrogata;
se, alla luce dei rischi finanziari cui l'Inps ed il bilancio dello Stato vanno incontro in mancanza di interventi correttivi, il Governo non ritenga opportuno favorire, per quanto di competenza un rapido iter delle proposte di legge richiamate in premessa. (5-04049)