Testo MOZIONE
Atto a cui si riferisce:
S.1/00345 premesso che:
le risorse europee assegnate all'Italia per la politica di coesione relativa alla programmazione 2014-2020, a valere sui fondi stutturali, ammontano a circa 32 miliardi di...
Atto Senato
Mozione 1-00345 presentata da PASQUALE SOLLO
martedì 18 novembre 2014, seduta n.353
SOLLO, CALEO, CAPACCHIONE, CUOMO, FABBRI, MANASSERO, MARGIOTTA, PEZZOPANE, SAGGESE, SPILABOTTE, TOMASELLI, VACCARI - Il Senato,
premesso che:
le risorse europee assegnate all'Italia per la politica di coesione relativa alla programmazione 2014-2020, a valere sui fondi stutturali, ammontano a circa 32 miliardi di euro, di cui oltre il 95 per cento dell'ammontare è destinato in favore dell'obiettivo crescita e occupazione; quasi il 73 per cento di queste risorse è destinato alle regioni del Mezzogiorno, anche se con modulazione varia tra regione e regione;
i fondi strutturali rappresentano quasi il 20 per cento di tutti gli investimenti pubblici, considerato che questi sono stati fortemente ridimensionati in ragione delle politiche di contenimento della spesa pubblica realizzate nel corso di questi anni;
nel Mezzogiorno vive circa il 30 per cento dell'intera popolazione italiana, e nella stessa area si concentra oltre il 50 per cento dell'intera platea dei disoccupati del nostro Paese. In tale grave contesto, in particolare in alcune realtà territoriali quali la Campania e la Calabria, la crisi economica, la carenza d'investimenti e la disoccupazione crescente stanno determinando una vera e propria emergenza sociale;
dal 2008 ad oggi, il Pil del sud Italia è calato di quasi 14 punti percentuali, contro il 5 per cento del resto del Paese. Il Pil pro capite, nel Meridione, rappresenta appena il 56 per cento di quello del resto d'Italia, riportandoci ad una condizione che drammaticamente si avvicina a quella degli anni '50 del Novecento;
gli investimenti fissi lordi nel Sud sono caduti, da inizio crisi, di oltre trenta punti percentuali, con punte di quasi il 50 per cento nel settore industriale. Oggi, inoltre, la spesa in conto capitale nel Mezzogiorno è tornata indietro di ben 18 anni, ai livelli del 1996;
secondo i dati Svimez (Associazione per lo sviluppo dell'industria del Mezzogiorno), il volume di risorse teoricamente disponibili con riferimento ai fondi strutturali per i prossimi 2 anni, 13,5 miliardi nel 2014 e 17,5 miliardi nel 2015, potrebbe garantire un impatto macroeconomico significativo; in particolare, l'impatto aggiuntivo sul Pil meridionale sarebbe di oltre un punto percentuale (1,3 per cento); nel 2015, l'incremento addizionale di Pil sarebbe pari a otto decimi di punto percentuale;
tali investimenti, sempre secondo SVIMEZ, potrebbero attivare nel Mezzogiorno un incremento occupazionale pari a 34.000.000 unità nel 2014 e ad oltre 82.000.000 nel 2015;
considerato che:
nei prossimi 7 anni, come ha avuto modo di esplicitare il Governo per voce del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Graziano Delrio, nel corso della informativa svolta alla Camera dei deputati in data 7 ottobre 2014, la politica di coesione poggerà su 3 pilastri: il fondo di sviluppo e coesione, il piano di azione e coesione e i fondi strutturali veri e propri;
ad oggi, circa il 65 per cento dei comuni meridionali ha realizzato almeno un progetto finanziato dai fondi strutturali. Infatti i fondi strutturali sono andati sempre più sostituendosi a quelli ordinari (spesso bloccati dal patto di stabilità interno o da altre esigenze di finanza pubblica) e si sono dispersi in mille rivoli perdendo la loro caratteristica di risorse aggiuntive in grado di imprimere una spinta al processo di sviluppo;
come rilevato dalla Commissione europea, la dispersione delle risorse derivanti dalla politica di coesione in un numero eccessivo di progetti, la mancanza delle condizionalità ex ante, che mirano a garantire efficacia ed efficienza, la scarsa capacità amministrativa e l'assenza di specifici piani settoriali sono state le ragioni di maggior criticità nella gestione dei fondi europei nel nostro Paese;
come ricordato dalla stessa Commissione, anche per superare i precedenti limiti programmatori appare fondamentale rafforzare una struttura centrale di coordinamento in tema di audit e controllo che sia da stimolo alle amministrazioni pubbliche, impegnate ad utilizzare al meglio i fondi strutturali, garantendo altresì la presenza di personale tecnicamente adeguato nelle autorità di gestione e negli organismi intermedi;
un contributo molto importante al superamento del passato può e deve arrivare dall'Agenzia per la coesione territoriale del Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica del Ministero dell'economia e delle finanze, che deve essere chiamata a svolgere la sua funzione di semplificazione ed avere anche un ruolo di coordinamento e di pungolo all'impiego di tutte le risorse a disposizione;
l'Agenzia, prevista dall'articolo 10 del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, ha infatti tra le sue competenze il monitoraggio sistematico degli interventi, l'accompagnamento e il supporto delle amministrazioni centrali e regionali titolari degli interventi finanziati dai fondi strutturali e dal fondo sviluppo e coesione, e potrà assumere poteri sostitutivi nel caso in cui si verifichino gravi inadempienze o ritardi ingiustificati nella gestione degli interventi previsti nel nuovo ciclo di programmazione 2014-2020. Il suo statuto è stato approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 9 luglio 2014;
considerato altresì che:
nella situazione di crisi che il Paese sta attraversando occorre un rilancio delle politiche industriali nel Mezzogiorno che parta proprio dal monitoraggio delle risorse già stanziate e non ancora impiegate legate a strumenti della programmazione negoziata, ivi compresi contratti d'area e contratti di localizzazione;
è quanto mai indispensabile il rilancio delle politiche di infrastrutturazione, a partire dalle opere previste nel decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 164 del 2014, approvato in via definitiva dal Senato in data 5 novembre 2014, non trascurando le potenzialità della macroregione Adriatico-Jonica;
prioritario deve essere il contrasto alle marginalità e alla povertà diffusa, che al Sud riguarda un quarto della popolazione, considerando che in alcune regioni quali la Calabria, la Basilicata e la Sicilia circa il 30 per cento della popolazione risulta essere al di sotto della soglia di povertà;
va affrontata definitivamente la questione relativa agli effetti negativi della "spesa storica" che in materia di welfare incidono in maniera penalizzante sul Mezzogiorno,
impegna il Governo:
1) a provvedere affinché l'Agenzia per la coesione territoriale sia resa pienamente operativa in tempi ravvicinati, con una dotazione di personale adeguata, dal punto di vista di competenze e professionalità, al fine di migliorare la capacità di impiego dei fondi strutturali, sia per quanto riguarda le risorse rimanenti a valere sulla programmazione 2007-2013 sia in relazione alla programmazione 2014-2020;
2) a proporre al CIPE, entro 30 giorni dall'approvazione della presente mozione, l'adozione di un'apposita delibera per la formalizzazione delle questioni legate al cofinanziamento, assicurando che tutte le risorse nazionali destinate al cofinanziamento rimangano comunque a disposizione delle regioni a cui erano originariamente destinate;
3) a presentare alle Camere, con cadenza almeno semestrale, una relazione relativa all'impiego delle citate risorse;
4) ad attivare una procedura concertativa con le Regioni volta a individuare meccanismi correttivi e perequativi che consentano al Mezzogiorno di superare le criticità della "spesa storica" in materia di welfare;
5) a procedere rapidamente ad un censimento delle risorse ancora disponibili e non ancora utilizzate nell'ambito degli strumenti della programmazione negoziata, finalizzato alla predisposizione di un piano di rilancio industriale, improntato sulle specificità e le eccellenze produttive presenti nel Mezzogiorno, avviando una nuova stagione di utilizzo degli strumenti della programmazione negoziata, ivi compresi i contratti d'area, i patti territoriali, i contratti di programma e i contratti di localizzazione, sulla base delle migliori pratiche e delle esperienze di successo del passato;
6) a rafforzare ulteriormente i progetti in materia di sicurezza e legalità per contrastare la presenza dei fenomeni criminali, condizione primaria per il rilancio delle politiche di sviluppo nel Mezzogiorno;
7) a creare un apposito osservatorio sulle infrastrutture del Mezzogiorno, con l'obiettivo di velocizzare gli interventi già finanziati e individuare le priorità per la connessione del Sud ai principali corridoi di comunicazione europei;
8) a potenziare i progetti concernenti il contrasto alla povertà e la promozione dell'inclusione sociale, così come previsto dall'obiettivo tematico n. 9 relativo alla programmazione 2014-2020, mettendo tali progetti in relazione agli strumenti per la realizzazione di politiche attive per il lavoro e l'inserimento professionale;
9) a concentrare la dovuta attenzione e risorse adeguate, nell'ambito della prossima programmazione, verso i progetti legati alla messa in sicurezza del territorio e al contrasto dei fenomeni di dissesto idrogeologico che caratterizzano il Mezzogiorno, al fine non solo di garantire l'incolumità dei cittadini ma anche di prevenire enormi danni al suo tessuto economico-produttivo e alla sua rete infrastrutturale;
10) a garantire che parte delle risorse disponibili della programmazione 2014-2020 siano riservate alle regioni del Sud a favore delle politiche ambientali, nonché per il prosieguo dei processi di bonifica e messa in sicurezza delle aree Sin (Siti di interesse nazionale) e dei siti caratterizzati da particolari lavorazioni;
11) a valorizzare il patrimonio culturale e paesaggistico del Sud, riservando parte della dotazione disponibile a partire dal residuo della programmazione 2007-2013 per le politiche di recupero e promozione, mettendo in rete i grandi poli di attrazione esistenti nonché i siti Unesco.
(1-00345)