Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
Atto a cui si riferisce:
C.5/04072 sono circa cinquemila le donne che lavorano nelle serre della provincia siciliana di Ragusa. Vivono segregate in campagna, spesso con i figli piccoli e nel totale isolamento subiscono ogni...
Atto Camera
Interrogazione a risposta in commissione 5-04072presentato daLOREFICE Marialuciatesto diMercoledì 19 novembre 2014, seduta n. 334
LOREFICE, TRIPIEDI, SILVIA GIORDANO, GRILLO, DI VITA, DALL'OSSO, CECCONI, MANTERO, DADONE, SPADONI e COZZOLINO. —
Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
sono circa cinquemila le donne che lavorano nelle serre della provincia siciliana di Ragusa. Vivono segregate in campagna, spesso con i figli piccoli e nel totale isolamento subiscono ogni genere di violenza sessuale. Una realtà fatta di aborti, «festini» e ipocrisia, dove tutti sanno e nessuno parla;
da un'inchiesta de L'Espresso è emerso che donne e ragazze rumene, anche minorenni, vengono sfruttate nelle campagne di Vittoria. Oltre a lavorare nelle strutture serricole, sono vittime di abusi e soprusi da parte dei loro «padroni»;
già tre anni fa il sacerdote Don Beniamino Sacco aveva denunciato fenomeni di sfruttamento delle donne rumene, riuscendo a far arrestare un padrone sfruttatore, e per questo è stato minacciato;
i carabinieri di Vittoria sono andati a controllare le aziende agricole, magazzini e serre, nei comuni di Vittoria e Acate con gli obiettivi di contrastare il fenomeno del lavoro nero ed appurare l'esistenza di forme di schiavitù e di sfruttamento sessuale delle donne, specie rumene. Tutte le informazioni acquisite sono ora al vaglio degli inquirenti che proseguiranno i controlli, al fine di contrastare efficacemente questo triste fenomeno di schiavismo incontrollato che potrebbe scaturire in allarme sociale;
tutte le donne lavoratrici sono state opportunamente intervistate, mantenendo l'anonimato, in merito all'eventuale esistenza di situazioni di schiavismo sessuale, o di qualsiasi altra forma di assoggettamento psicologico o sfruttamento;
l'attività ispettiva dei Carabinieri si è, altresì, concentrata sui luoghi di utilizzo comune dei lavoratori, come gli spogliatoi e i servizi igienici collegati, al fine di riscontrare eventuali condizioni di degrado;
fenomeni come questi possono essere collocati nell'ambito della tratta di esseri umani in quanto si assiste alla mercificazione della persona umana, alla sopraffazione della sua dignità e dei suoi diritti fondamentali;
donne e bambini sono solitamente i soggetti più esposti a questa forma contemporanea di schiavitù, basata specialmente sullo sfruttamento sessuale. Le vittime sono private di ogni diritto fondamentale, non dispongono di uno status giuridico e sono ridotte, attraverso minacce e maltrattamenti, a una condizione di estrema dipendenza dai loro aguzzini;
il decreto-legge sul contrasto alla violenza di genere (decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119) ha previsto all'articolo 5 l'adozione di un piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere, con lo scopo di affrontare in modo organico e in sinergia con i principali attori coinvolti a livello sia centrale che territoriale il fenomeno della violenza contro le donne. Il bilancio proposto è di 439.477 milioni di euro per il periodo 2014-2020;
allo stato il piano non risulta essere stato adottato. Secondo quanto riferito dal rappresentante del Governo in risposta a diversi atti di sindacato ispettivo presentati sul tema, l'elaborazione del piano è stata affidata ad una task force interistituzionale, che riunisce tutti i Ministeri interessati (dipartimento delle pari opportunità, giustizia, interno, salute, istruzione, esteri, difesa, economia e finanze, lavoro, sviluppo economico) e i rappresentanti delle autonomie territoriali e del mondo dell'associazionismo, coordinata dal dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio. Attesa la complessità delle azioni che si intendono perseguire con il piano, il Governo ha indicato il mese di ottobre 2014 quale termine di riferimento per l'adozione dello stesso;
quasi tutte le regioni risulta abbiano adottato leggi per il contrasto alla violenza di genere;
con il decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 24 sulla «Prevenzione e repressione della tratta di esseri umani e protezione delle vittime» è stata data attuazione alla direttiva 2011/36/UE, relativa alla prevenzione e alla repressione della tratta di esseri umani e alla protezione delle vittime, che sostituisce la decisione quadro 2002/629/GAI. Il decreto legislativo prevede l'adozione di uno specifico provvedimento in materia di accertamento dell'età per i minori vittime di tratta (articolo 4) oltre alla definizione del programma di emersione, assistenza e integrazione sociale (articolo 8), entrambi entro 6 mesi dall'entrata in vigore del decreto legislativo n. 24 del 2014. L'articolo 9 prevede, infine, l'adozione di un Piano nazionale d'azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani, finalizzato a definire strategie pluriennali di intervento per la prevenzione e il contrasto al fenomeno, nonché azioni finalizzate alla sensibilizzazione, alla prevenzione sociale, all'emersione e all'integrazione sociale delle vittime –:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti suesposti e, se eventualmente, intenda assumere iniziative per appurare lo stato effettivo delle cose;
se non intenda vigilare affinché le vittime siano fornite di assistenza ai sensi dell'articolo 13 della legge n. 228 del 2003 modificato dal decreto legislativo n. 24 del 2014 «Misure contro la tratta di persone», sostegno ai sensi degli articoli 600 e 601 del codice penale e adeguate forme di protezione come previsto dalla direttiva 2011/36/UE;
se non ritenga opportuno promuovere l'istituzione del registro dei lavoratori stagionali quale strumento di contrasto al lavoro nero e allo sfruttamento;
se non intenda promuovere campagne informative volte a divulgare servizi già esistenti e promossi dal dipartimento delle pari opportunità come il numero verde 800-290-290, operativo h24, gratuito e anonimo, che consente di entrare in contatto con personale specializzato multilingue, fornendo informazioni dettagliate sulla legislazione e sui servizi garantiti alle persone trafficate/sfruttate in Italia e, su richiesta, indirizza queste ultime verso i servizi socio-assistenziali messi a disposizione nell'ambito dei programmi ex articolo 13 della legge 228 del 2003 ed ex articolo 18 del decreto legislativo 286 del 1998, servizio, altresì, rivolto ai cittadini che vogliano segnalare situazioni di sfruttamento, nonché agli operatori del settore, al fine di agevolare il lavoro di rete a livello nazionale;
se abbia adottato il piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere ai sensi dell'articolo 5 del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119;
se sia stato adottato il piano nazionale d'azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani, finalizzato a definire strategie pluriennali di intervento per la prevenzione e il contrasto al fenomeno, nonché azioni finalizzate alla sensibilizzazione, alla prevenzione sociale, all'emersione e all'integrazione sociale delle vittime, previsto dall'articolo 9 del decreto legislativo n. 24 del 2014;
se sappia riferire quali regioni non abbiano ancora adottato leggi per il contrasto alla violenza di genere. (5-04072)