• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/00155 NUGNES, MORONESE, ORELLANA, MORRA, LEZZI, BULGARELLI, VACCIANO, PUGLIA, CASALETTO, GIROTTO, BUCCARELLA, CAMPANELLA, FATTORI, SERRA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00155 presentata da PAOLA NUGNES
mercoledì 19 giugno 2013, seduta n.045

NUGNES, MORONESE, ORELLANA, MORRA, LEZZI, BULGARELLI, VACCIANO, PUGLIA, CASALETTO, GIROTTO, BUCCARELLA, CAMPANELLA, FATTORI, SERRA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, delle infrastrutture e dei trasporti e dell'interno - Premesso che:

il giorno 4 marzo 2013 a Napoli, in via Riviera di Chiaia n. 72, è crollata l'ala di uno stabile denominato «Palazzo Guevara», mettendo a repentaglio la vita di centinaia di persone e provocando una situazione di emergenza per numerosi nuclei familiari anche residenti negli edifici adiacenti e per 24 esercizi commerciali;

il Comune di Napoli ha immediatamente disposto il trasferimento presso strutture alberghiere di tutti i cittadini sgomberati dallo stabile interessato dal crollo e dagli edifici non direttamente raggiunti dal crollo, ma limitrofi;

a notizia degli interroganti, nei mesi precedenti il crollo numerosi sarebbero stati i solleciti degli abitanti affinché venissero urgentemente effettuati dei controlli statici all'edificio interessato dal crollo;

in data 15 maggio 2013 il Servizio sicurezza abitativa del Comune di Napoli ha completato gli accertamenti degli edifici evacuati a seguito del crollo di cui sopra ed è stato quindi disposto un provvedimento di revoca degli sgomberi di Vico Antonio Serra ed avviate le procedure di rientro nei confronti di 36 nuclei familiari, esclusi i residenti dei civici 25-26-27-28 poiché adiacenti al civico 81, in angolo con la Riviera di Chiaia, edificio su cui sarebbero ancora in corso accertamenti;

considerato che:

una infiltrazione proveniente da una falda acquifera naturale, presente in zona, avrebbe alimentato un torrente sotterraneo di acqua e fango poi confluito in un ampio scavo, realizzato nel cantiere della linea metropolitana 6 di piazza della Repubblica, a circa 25 metri dal sottosuolo, creando un vuoto sotto l'ala del palazzo e provocandone il cedimento;

risulta agli interroganti che dal sottosuolo sarebbero defluiti verso la galleria oltre duemila metri cubi di acqua e centinaia di metri cubi di terreno, con la conseguente creazione di voragini e cavità;

gli organi di stampa, nei giorni successivi al crollo dello stabile "Palazzo Guevara", in particolare un articolo de "Il Mattino" del 13 marzo 2013, hanno evidenziato che già nel gennaio 2013 erano visibili alcune crepe ai lati del palazzo, che tali crepe si sarebbero create a causa di una falla aperta da una escavatrice per la realizzazione della metropolitana di Napoli linea 6 e che, in particolar modo, l'errata manovra della escavatrice avrebbe provocato nel giunto due diaframmi una piccola discontinuità che ha provocato l'ingresso di acqua e sabbia. I lavori di riparazione della falla sarebbero stati avviati lo stesso giorno determinando il blocco degli scavi dal 23 gennaio fino al 3 marzo 2013;

i lavori per la realizzazione della linea 6 della Metropolitana di Napoli, affidati alla società Ansaldo, già da tempo interessano la zona ed avrebbero causato significativi danni al sottosuolo, come evidenziato da numerosi esperti, tra cui il professor Riccardo Caniparoli, geologo esperto del dissesto idrogeologico campano, che sul numero di Chiaia magazine di aprile 2012, in relazione ai rischi di dissesto idrogeologico dell'area in questione, afferma, come riportato anche sul quotidiano "Corriere del Mezzogiorno" del 4 marzo 2013: «Durante lo scavo della galleria della linea 6, sono state intercettate, lungo il percorso, 3 tipi di acque sotterranee, che prima erano in equilibrio tra loro: le acque dolci della falda superficiale che dalle colline di Posillipo e del Vomero si versavano in mare...poi le acque salate della falda di intrusione marina con una direzione di flusso opposta alla precedente» specificando che «La galleria della linea 6 e le opere al contorno, sia in fase di realizzazione e sia ad opera ultimata, hanno creato di fatto una diga sotterranea che impedirà il deflusso sotterraneo delle acque della falda superficiale, producendo un enorme lago sotterraneo a monte del tracciato, e quindi, di conseguenza, tutti i fabbricati della Torretta e della Riviera di Chiaia come pure le strade limitrofe oggi si allagano anche in mancanza di precipitazioni abbondanti». «In sintesi - conclude Caniparoli - per il dissesto idrogeologico in atto il fenomeno è più complesso da affrontare, alla luce del rischio cui sono esposti il patrimonio edilizio e i residenti di una vasta zona limitrofa al tracciato in questione. È emblematico e molto strano che un documento di primaria importanza e propedeutico per l'elaborazione progettuale, come lo Studio di Impatto Ambientale, sia sparito dagli uffici della Regione il 10 marzo 2009: dopo tale inspiegabile sparizione la Commissione Via ha emesso, dopo un anno, il Decreto n. 343 del 18.03.2010 il quale approvava i lavori anche se questi erano iniziati già da anni: questo per dire che non si capisce come un'opera di tali dimensioni (che produce un notevole impatto ambientale in una zona altamente urbanizzata) non sia stata sottoposta preventivamente ad una seria e corretta procedura di Via come prescrive la normativa europea e nazionale»;

la linea 6 della metropolitana di Napoli deriva dal progetto della linea tranviaria rapida (LTR), predisposto in occasione dei mondiali di calcio del 1990, che sviluppava una ferrovia con caratteristiche intermedie fra un tram e una metropolitana classica, che avrebbe attraversato la città in direzione est-ovest, dallo stadio di Fuorigrotta al quartiere Ponticelli attraversando il centro cittadino (Piazza Municipio);

la tratta relativa a Fuorigrotta venne completata nel 1990, ma problemi di natura tecnica non ne permisero l'apertura;

i lavori ripresero nel 2002, limitati alla sola parte occidentale e, snaturando il progetto originale, prevedevano la realizzazione di una linea di metropolitana sotterranea;

nel gennaio 2007 furono inaugurate le prime 4 stazioni (2,3 chilometri) da Mostra a Mergellina; la linea, per la brevità del tracciato, fu interessata fin dall'inizio da una scarsa affluenza. Pertanto dal 10 marzo 2011 l'esercizio venne sospeso, e infine dal successivo 26 marzo ripristinato nelle sole ore del mattino dei giorni dal lunedì al venerdì;

altre 4 stazioni, da Mergellina a Piazza Municipio, sono tuttora in costruzione,

si chiede di sapere:

se il Governo sia a conoscenza dei gravi fatti esposti in premessa e se risulti corrispondente al vero che, a distanza di oltre due mesi dal crollo, numerosi nuclei familiari sono anche in attesa di poter rientrare nelle proprie abitazioni;

se sia a conoscenza delle motivazioni che hanno comportato un provvedimento di trasferimento dei residenti, a giudizio degli interroganti così incisivo in termini di edifici sgomberati e numero complessivo di persone coinvolte, e se ritenga che tale decisione possa considerarsi tuttora necessaria e giustificata soprattutto in relazione agli stabili non direttamente raggiunti dal crollo, che, di contro, appaiono prima facie integri;

se risulti siano stati adottati dalle Amministrazioni competenti i provvedimenti atti a prevedere il rientro di tutti i cittadini sfollati dalla Riviera di Chiaia nelle rispettive abitazioni con la certificata garanzia in merito alla sicurezza e stabilità degli edifici interessati;

se risulti corrispondente al vero che dal sottosuolo sarebbero defluiti verso lo scavo della linea Metropolitana 6 oltre duemila metri cubi di acqua e centinaia di metri cubi di terreno, con la conseguente creazione di voragini e cavità;

al fine di prevenire ulteriori fenomeni disastrosi ed a salvaguardia della sicurezza dei cittadini, del territorio e dell'alto valore paesaggistico della zona della Riviera di Chiaia, se risulta che siano stati adottati gli opportuni provvedimenti al fine di avviare una verifica tecnica relativamente al dissesto idrogeologico evidenziatosi in conseguenza dei lavori della Linea Metropolitana di cui in premessa;

se risulti che, relativamente alla procedura di affidamento dei lavori per la realizzazione dell'opera di cui in premessa, la gara di appalto sia stata gestita nel pieno rispetto delle necessarie regole di trasparenza e se la società concessionaria abbia assolto integralmente l'obbligo relativo alla sicurezza, nella realizzazione dei lavori, dell'intero abitato limitrofo ai cantieri, nel rispetto delle procedure previste dalla legge;

se risulti sia stato effettuato il monitoraggio dei fabbricati limitrofi e se sia stato condotto dal Comune di Napoli o dalla ditta incaricata dei lavori e se lo stesso monitoraggio sia da considerarsi adeguato alla luce del grave incidente avvenuto;

se risulti che sia stato effettuato il monitoraggio della falda acquifera, da chi sia stato condotto e se lo stesso abbia tenuto conto delle preoccupazioni espresse dagli esperti in materia;

se sia a conoscenza di quale sia il cronoprogramma dell'opera, se i finanziamenti concessi per la realizzazione dell'opera stessa siano sufficienti per il completamento del progetto, quale sia l'ammontare ad oggi impiegato per la realizzazione dell'opera e quale il capitale necessario per il suo completamento;

se non intenda promuovere, nell'ambito delle proprie competenze, iniziative affinché vengano rivisti i progetti delle stazioni di entrata/uscita, collocate a poche centinaia di metri l'una dall'altra, ed in particolare quella in costruzione in corrispondenza del crollo avvenuto, considerato che la prosecuzione della linea 6 della metropolitana potrebbe causare ulteriori danni ad una delle zone più pregiate della città di Napoli;

se non ritenga che la costruzione di un'opera, a parere degli interroganti, tanto invasiva e tanto distante dal progetto originale appaia ingiustificata atteso che poteva essere espletato in maniera eccellente e, più efficiente da una linea tranviaria di superficie;

se sia al corrente della situazione drammatica in cui versa il trasporto pubblico napoletano, privo delle risorse per la manutenzione dei mezzi e perfino, come evidenziato da cronache recenti, del carburante per farli circolare, con linee soppresse in continuazione e nella totale incertezza degli utenti quanto a orari, sicurezza e frequenza dei mezzi.

(3-00155)