• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/01456 MONTEVECCHI, BULGARELLI, BERTOROTTA, CAPPELLETTI, ENDRIZZI, DONNO, MANGILI, GIROTTO, MORONESE, NUGNES, SCIBONA, SERRA, LEZZI, LUCIDI, GAETTI, SANTANGELO, PUGLIA, BOTTICI - Ai Ministri...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-01456 presentata da MICHELA MONTEVECCHI
giovedì 20 novembre 2014, seduta n.357

MONTEVECCHI, BULGARELLI, BERTOROTTA, CAPPELLETTI, ENDRIZZI, DONNO, MANGILI, GIROTTO, MORONESE, NUGNES, SCIBONA, SERRA, LEZZI, LUCIDI, GAETTI, SANTANGELO, PUGLIA, BOTTICI - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute - Premesso che:

in data 15 luglio 2014, nella seduta n. 278 del Senato veniva presentato l'atto di sindacato ispettivo 4-02493 con la quale, dopo una approfondita premessa, veniva richiesto al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare se fosse a conoscenza delle drammatiche circostanze relative alla realizzazione, nell'area sita in Bologna, di 2 grattacieli da adibire ad uffici Hera, di un albergo, di un parcheggio multipiano, di uno studentato, di aree commerciali e di una zona verde da adibire a parco giochi e di conseguenza quali iniziative avrebbe messo in atto;

durante la puntata di "Report" andata in onda su Rai 3 il 16 novembre 2014, dal titolo "In buone acque", sono stati affrontati 2 ordini di problemi: uno legato all'inquinamento del sottosuolo di un'area della città di Bologna ove insiste la proprietà della HERA SpA e l'altro sulle società collegate alla HERA e sul talento curricolare della dirigenza nominata a capo di queste holding della cosiddetta multiutility, di cui fanno parte a quanto risulta agli interroganti soggetti legati al Partito democratico;

nel corso della puntata si evidenziava che Giovanni Favia, consigliere comunale della città di Bologna, già nel 2009 chiariva che: "Nel 1999 un giovanissimo parlamentare, Nicola Cosentino, fa un'interrogazione denunciando una presunta contaminazione da amianto di un'area intorno a Sparanise. I terreni si deprezzano, una societa? della sua famiglia compra quei terreni per 2 milioni e 200.000 euro e pochi mesi dopo circa il 90 per cento dell'area lo vende a una municipalizzata emiliana, la AMI di Imola, ora HERA. E stranamente vende l'area contaminata da amianto, per 11 milioni di euro e la societa? legata alla famiglia del parlamentare ha una plusvalenza in pochi mesi di 9 milioni di euro";

l'area in questione attualmente è interessata dalla centrale termoelettrica di Sparanise, 800 megawatt della Calenia Energia SpA, che insieme al gruppo svizzero AXPO, è di proprietà di Hera SpA, la più grande società pubblica dell'Emilia Romagna, controllata da 180 comuni e che gestisce gas, luce, acqua e rifiuti. I guadagni che arrivano da questa centrale, Hera li divide con la SCR Srl;

si apprende inoltre dalla suddetta puntata di Report che: "i manager che rappresentano SCR all'interno di HERA SpA sono Enrico Reccia e Giovanni Cosentino, fratello di Nicola, tutti arrestati ad aprile per aver favorito il clan dei casalesi". Di conseguenza l'intervistatore si domanda come fanno, il Comune di Bologna ed i manager di HERA SpA a non sapere di essere in affari con la famiglia dei Cosentino;

nel 2011, il sodalizio tra Comune di Bologna e clan dei Cosentino si interrompe e la HERA SpA per l'Emilia Romagna, parte delle Marche e alcuni comuni del Veneto, gestisce acqua, luce, gas e rifiuti. Nel centro di Bologna vi è una zona vicino alla stazione in cui è ubicato il vecchio gasometro, un'area dove per quasi 100 anni si e? distillato carbon fossile;

quest'area è stata dismessa e passata ad HERA SpA che decide di stabilirci la sua sede. I primi progetti di riqualificazione sono diretti a trasformare, tra l'altro, il vecchio gasometro in un bellissimo e grande museo;

la sede di HERA diventa operativa, "il museo puo? aspettare", mentre il problema che allarma è il sottosuolo; come è noto infatti nel 2008 a 2 metri di profondità vengono rinvenute 1.500 tonnellate di cianuri ed altre sostanze tossiche tutte generate dalla vecchia attività di produzione di gas ed a quanto si apprende dallo stesso programma televisivo i lavoratori intervistati non sono al corrente di alcunché perché nessuno li ha informati;

nel 2009 HERA SpA deposita al Comune di Bologna un rapporto che dimostrerebbe che la contaminazione del sottosuolo è legata alla presenza di idrocarburi policiclici aromatici e di idrocarburi in generale. Il giornalista evidenzia che "se uno vive, lavora, risiede sopra un sito contaminato, sopra una falda superficiale contaminata da queste sostanze, puo? essere soggetto a un rischio sanitario";

il presidente dell'ordine dei Chimici del Lazio, Umbria, Abruzzo e Molise, dottor Fabrizio Martinelli, nell'intervista chiarisce che: "la sommatoria delle varie concentrazioni in tabella non deve essere superiore a 100 milligrammi/chilo di sostanza secca";

l'istituto superiore di Sanita? afferma che gli idrocarburi policiclici aromatici si sono rivelati cancerogeni e non possono superare certi limiti nei terreni;

nell'area interessata il limite è abbondantemente superato in quanto sono stati riscontrati i seguenti valori: acenaftene 212, antracene 120, fluorene 237, fenantrene 362, naftalene 150 che da solo supera la soglia della sommatoria;

considerato che, a quanto risulta agli interroganti:

la stessa HERA SpA nella perizia depositata al Comune di Bologna nel 2009 chiarisce ed impone i limiti di permanenza nell'area contaminata per i suoi dipendenti di circa 2 ore al giorno, tuttavia i sindacati non sono stati interessati della grave vicenda;

anche in questo caso l'inchiesta evidenzia che il Comune di Bologna, maggiore azionista della HERA SpA, nonostante sia stato informato non ha agito per scongiurare conseguenze ipotizzabili;

inoltre risulta che l'assessore all'urbanistica del Comune di Bologna, Patrizia Gabellini, nel luglio 2008 avesse confermato al Consiglio comunale che per l'area interessata non esistono profili di rischio né per la salute dei cittadini di Bologna né per chi lavora nella zona;

a seguito del pressing del giornalista Emanuele Bellano, che fa notare l'esistenza di una relazione che contraddice quanto affermato, l'assessore si è trincerato dietro inaccettabili scuse, circa la gran mole di documenti presenti in Comune che non possono essere tutti letti e studiati;

intanto i cittadini continuano ad essere sottoposti a rischi da esposizione a sostanze dichiaratamente cancerogene, ma il Comune di Bologna non ha modo di esaminare "tutta la valigia di documenti" che sono passati in Conferenza dei Servizi e dunque al vaglio di un organismo che sovrintende alla tutela dei diritti della collettività e del quale peraltro fanno parte i tecnici del Comune di Bologna che avrebbero dovuto trasmettere il documento al Comune;

a parere degli interroganti si tratta del solito "lavaggio di mani" di evangelica memoria. A quanto pare infatti "il sindaco di Bologna, Virginio Merola e la sua giunta, non sono andati a leggere tutte le carte perché sono tantissime, intanto i lavoratori continuano a lavorare nei luoghi interessati dall'inquinamento, e la HERA SpA lo scorso anno ha distribuito utili per 128 milioni di euro e dichiara di fare delle cose bellissime, come il bilancio di sostenibilita?, che vuol dire noi abbiamo cura dell'ambiente; ha anche un codice etico dove troviamo scritto che: tutela la sicurezza e la salute dei suoi lavoratori, che gestisce le proprie attivita? perseguendo la tutela dell'ambiente. Il suo presidente Tommasi di Vignano risulta indagato per reati ambientali, nonostante si stia parlando di una delle piu? grandi municipalizzate del Paese";

HERA SpA ha i suoi uffici in un'area pericolosamente inquinata che non è ancora stata bonificata. A tal proposito l'inchiesta evidenzia il secondo problema relativo alla classe dirigente ed ai vertici di queste importanti holding;

a quanto si apprende i manager vengono scelti seguendo criteri originali. A titolo di esempio, sul fronte dei rifiuti radioattivi e per la gestione delle discariche e degli inceneritori nonché per il monitoraggio HERA SpA si affida alla Protex di Forlì, la quale e? una delle poche società autorizzate a ritirare rifiuti radioattivi e lavora quasi esclusivamente con committenti pubblici;

socio di maggioranza della Protex è la Laboratori Protex di cui uno dei principali soci è la Sofir, una fiduciaria di Bologna che detiene il 30 per cento delle quote, che nel 2012 ha ricevuto la visita degli ispettori della Banca d'Italia per aver commesso delle irregolarità nella gestione di centinaia di milioni di euro provenienti da la Repubblica di San Marino;

tra i soci della Sofir vi sarebbe, con il 7,84 per cento delle quote societarie, Vittorio Prodi, fratello di Romano, ex presidente della provincia ed ex eurodeputato del Partito democratico, il quale non avrebbe mai denunciato il possesso di quote della Protex di San Marino;

considerato inoltre che a quanto risulta agli interroganti:

nella gestione dei rifiuti radioattivi HERA SpA e? partner di Protex Italia controllata dalla Protex di San Marino. Di conseguenza collegati alla Protex risulterebbero Vittorio Prodi e la Sofir, di cui essendo una fiduciaria non risulta il proprietario;

a parere degli interroganti è necessario, sotto diverso profilo, analizzare in quale modo vengono scelti i top manager di queste grandi società. Solitamente gli skill dei dirigenti vengono selezionati in virtù delle esperienze pregresse e per qualificate capacità nel settore dei servizi pubblici, invece si apprende che HERA SpA seleziona i propri manager accontentandosi di "talenti" racchiusi in 6 righe di curriculum vitae, dalle quali altrettanti talentuosi head hunter individuano particolari doti e capacità manageriali. Ad esempio Fabrizio Matteucci, sindaco di Ravenna, giustifica la proposta di nomina di Danilo Manfredi, dichiarando: "Scelgo persone che abbiano il talento, cioè la capacita? e la passione per fare quell'incarico. Quindi, non so se l'ho detto, lui e? stato anche segretario del Partito Democratico". Pertanto, a parere degli interroganti l'essere stato segretario di partito conferisce al candidato una corsia preferenziale;

prosegue Eugenia Rossi, ex consigliere comunale di Modena, spiegando che l'appartenenza ad un partito politico è il primo criterio per individuare i candidati, requisito preliminare rispetto ad altre caratteristiche; aggiungendo che spesso le nomine finiscono per essere una sorta di "ufficio di collocamento" di tutti coloro che non hanno superato le elezioni;

l'attivita? politica e? un merito anche per Forte Clo?, consigliere di HERA appena nominato. Insegnante alle scuole elementari fino al 2009, oggi in pensione, è stato assessore alla Provincia di Bologna, poi vicepresidente dell'Unione delle Province Italiane, infine a Bruxelles nel Consiglio delle Regioni d'Europa;

nel luglio 2014 e? entrata nel consiglio di amministrazione di HERA anche Giorgia Gagliardi. Ex consigliere provinciale di Ravenna per il PD, ha lavorato finora presso la Cooperativa Muratori e Cementisti e la sua candidatura è stata caldeggiata anche dal sindaco di Cesena, Paolo Lucchi;

il sindaco di Imola, Daniele Manca, ha voluto nel consiglio di amministrazione di HERA Stefano Manara, presidente della municipalizzata di Imola. E? stato presidente di Imola Gru e della Scr, impegnata in servizi di fotocopiatura, e ha lavorato per la Benicomuni Srl che amministra condomini e gestisce beni immobili;

stando a quanto riportato alla luce dall'inchiesta televisiva, la HERA avrebbe nel suo consiglio di amministrazione una classe dirigente di "talentuosi ex militanti politici", che debbono avere l'opportunità di dimostrare le loro competenze senza tuttavia possederne di specifiche. In altre parole, a parere degli interroganti i dirigenti sperimentano sulla salute dei cittadini e di quanti subiscono gli effetti dell'ennesima ed inqualificabile mala gestio,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dell'evoluzione dei fatti indicati e quali provvedimenti ed iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, intendano adottare al riguardo;

se non ritengano opportuno, ciascuno nell'ambito delle rispettive competenze, intervenire mediante il potere di vigilanza, con specifico riferimento all'accertamento del rischio di contaminazione della falda acquifera profonda sottostante l'area in questione, nonché all'accertamento del rischio per la salute delle persone che, a vario titolo, accedono all'interno dell'area stessa o nelle zone limitrofe;

quali provvedimenti intendano adottare, nei limiti delle proprie attribuzioni, per obbligare la Società HERA al rispetto della normativa vigente in materia di responsabilità da danno ambientale, al di là dei profili penali che verranno valutati nelle sedi competenti.

(3-01456)