• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.5/04109 nelle scorse settimane è stata inaugurata la seconda galleria del traforo autostradale del Frejus che collega l'Italia alla Francia attraverso le Valli di Susa (Torino) e Maurienne (Francia)...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04109presentato daFREGOLENT Silviatesto diVenerdì 21 novembre 2014, seduta n. 336

FREGOLENT. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
nelle scorse settimane è stata inaugurata la seconda galleria del traforo autostradale del Frejus che collega l'Italia alla Francia attraverso le Valli di Susa (Torino) e Maurienne (Francia) sull'asse autostradale A32 Torino-Bardonecchia;
la seconda galleria, lunga quasi 13 chilometri, è stata inizialmente progettata come un tunnel di sicurezza con un diametro di 5 metri riservato esclusivamente ai mezzi di soccorso e di manutenzione;
successivamente, nel mese di ottobre del 2011, la commissione intergovernativa composta dai rappresentanti di Italia e Francia ha reso un parere favorevole al progetto di messa in circolazione della galleria di sicurezza, che è stata trasformata in una galleria per il transito dei veicoli;
questa opera è parallela a quella già esistente. I due tunnel sono collegati da una interasse di 50 metri e da una serie di by-pass dove sono situati impianti e rifugi di emergenza;
secondo quanto comunicato da Sitaf, la società committente dei lavori, «la galleria (che avrà un diametro finale di 8 metri) verrà aperta al traffico entro aprile 2019», con il completamento «dei fabbricati di esercizio sui piazzali d'imbocco e gli impianti di ventilazione, illuminazione, antincendio, raffrescamento e gestione»;
le Alpi (territorio su cui insiste il raddoppio del Frejus), sistema naturale ricco di biodiversità europea, è la catena montuosa più popolata al mondo: sono 14 milioni le persone che vi abitano, distribuite in circa 6.100 comunità; 120 milioni i turisti che visitano le Alpi e; 150 milioni il numero di persone che le attraversano ogni anno. Proprio per promuovere lo sviluppo sostenibile dell'arco alpino, il 7 novembre 1991 a Salisburgo, Austria, Francia, Germania, Italia, Svizzera, Liechtenstein e Unione europea hanno firmato la «Convenzione delle Alpi», entrata in vigore il 6 marzo 1995;
tale convenzione è stata recepita nell'ordinamento italiano con la legge n. 196 del 2012 («Ratifica ed esecuzione del Protocollo di attuazione della Convenzione per la protezione delle Alpi del 1991 nell'ambito dei trasporti, fatto a Lucerna il 31 ottobre 2000»);
le norme presenti nella legge sopraindicata dispongono l'adozione di una politica ambientale e dei trasporti tesa alla riduzione dell'impatto e dei rischi, anche attraverso una combinazione di strumenti economici e di interventi di pianificazione territoriale. In particolare è previsto:
l'attuazione di una gestione razionale e sicura dei trasporti nel contesto di una rete di trasporti integrata, coordinata e transfrontaliera;
la valutazione dell'impatto ambientale e l'analisi dei rischi nel caso di grandi costruzioni, trasformazioni sostanziali o potenziamento delle infrastrutture di trasporti esistenti;
la promozione di sistemi di trasporto pubblico ecocompatibili e orientati agli utenti;
il miglioramento dell'infrastruttura ferroviaria tramite la costruzione, lo sviluppo e l'ammodernamento di grandi assi transalpini, nonché un maggior utilizzo delle potenzialità della navigazione;
l'astensione dalla costruzione di nuove strade di grande comunicazione per il trasporto transalpino, salvo che le esigenze di trasporto non possano essere diversamente soddisfatte;
l'introduzione progressiva di sistemi di tassazione che permettano di coprire in modo equo i costi reali e che offrano incentivi finalizzati ad una riduzione dell'impatto ecologico e socio-economico;
da quanto è emerso da organi di informazione e, a giudizio dell'interrogante, palesemente in contrasto con le linee guida della legge n. 196 del 2012, per quanto riguarda il traforo del Frejus «non è previsto, per il momento, un numero contingentato di transiti», né «l'applicazione di un sistema di tassazione» finalizzato ad una riduzione dell'impatto ecologico e socio-economico;
è altrettanto palese come, senza una politica adeguata ed efficace di contenimento dei veicoli e di trasporto alternativo delle merci, il raddoppio del tunnel autostradale del Frejus incentiverà unicamente il trasporto su gomma rispetto alle altre modalità di spostamento;
in altre nazioni, come Francia, Svizzera ed Austria, sono già applicate misure, coerentemente con quanto prevede la Convenzione delle Alpi, che indicano un limite massimo per i transiti giornalieri dei tir e prevedono l'applicazione di un pedaggio perequativo;
rispetto a tale problematica Sitaf ha reso noto che, con l'apertura del raddoppio del tunnel del Frejus, «non aumenteranno i flussi di traffico» –:
quali iniziative intenda mettere in campo il Governo affinché le norme previste dalla legge n. 196 del 2012 vengano applicate alla galleria autostradale del Frejus, una volta aperto al traffico il raddoppio autostradale;
quali saranno i reali flussi di traffico sul territorio in seguito alla raddoppio del tunnel del Frejus;
se tali proiezioni non impatteranno negativamente sullo sviluppo sociale ed economico locale e sul patrimonio ambientale, faunistico e paesaggistico del territorio. (5-04109)