• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
C.3/00190 come ogni anno, con l'avvio della stagione estiva e con il conseguente miglioramento delle condizioni del mare, si intensificano gli sbarchi di migranti in tutto il territorio nazionale e, in...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00190presentato daMIGLIORE Gennarotesto diMercoledì 10 luglio 2013, seduta n. 50

MIGLIORE, FRATOIANNI, PILOZZI, COSTANTINO, KRONBICHLER, NICCHI, AIELLO, PIAZZONI e PALAZZOTTO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
come ogni anno, con l'avvio della stagione estiva e con il conseguente miglioramento delle condizioni del mare, si intensificano gli sbarchi di migranti in tutto il territorio nazionale e, in particolare, in Sicilia, Calabria e Puglia;
la situazione dei centri di accoglienza per richiedenti asilo in tutto il territorio nazionale è caratterizzata da una costante situazione di criticità determinata dal numero eccessivo di presenze; basti pensare, ad esempio, a Lampedusa, che versa in una situazione preoccupante di sovraffollamento, con una presenza, ad oggi, di oltre 1.000 persone, a fronte di una capienza di 300 posti;
il Governo italiano, negli ultimi anni, è stato oggetto di moniti da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo rispetto alla mancata osservanza dei diritti dei migranti sul suolo italiano e al trattamento disumano e degradante degli ospiti all'interno dei centri di accoglienza;
la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, firmata a Roma il 4 novembre 1950, trattano dei diritti da assicurare anche ai migranti, come anche la Convenzione sullo status dei rifugiati (1951), nella quale, in particolare, si afferma il principio che gli esseri umani senza distinzione debbano usufruire dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, in considerazione - come indicato nel preambolo della stessa - dell'interesse per i rifugiati e della preoccupazione affinché ad essi venga garantito l'esercizio dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali nel senso più ampio possibile;
gli interroganti hanno più volte denunciato pubblicamente la grave condizione di sovraffollamento in cui versano i centri di ospitalità per i migranti, una situazione decisamente inaccettabile per i migranti ospitati e per gli operatori, come anche la necessità di provvedere alla chiusura definitiva dei centri di accoglienza – di fatto, veri e propri centri di detenzione amministrativa – sostituendoli con altri strumenti di accoglienza adeguati e, soprattutto, legittimi;
ogni anno, inevitabilmente, l'assenza di un intervento tempestivo e strutturale finisce per produrre una condizione di cosiddetta emergenza, con tutte le intuibili conseguenze, assolutamente inaccettabili, in merito alla situazione dei migranti presenti sul territorio italiano, nonché alle risorse pubbliche che potrebbero essere utilizzate in modo più efficace;
la situazione al riguardo è talmente critica che, da ultimo, anche il Papa si è recato a Lampedusa per commemorare i numerosi morti in mare, nonché per incontrare persone che si trovano nei centri di accoglienza;
oltre alla criticità descritta, sussiste il grave problema relativo ai lunghissimi tempi di attesa per le procedure legate alla richiesta di asilo;
i tempi di accesso alla procedura relativa alla domanda di protezione internazionale sono, di fatto, molto più lunghi rispetto a quanto stabilito nel decreto legislativo n. 251 del 2007, nonché a quanto previsto dalla recente circolare del Ministero dell'interno 400/C/2013 dell'8 febbraio 2013, che, in particolare, chiarisce come la domanda di asilo si debba considerare presentata a seguito dell'avvenuta «manifestazione di volontà dell'interessato»;
è del tutto evidente che, dunque, dovrebbe esserci contestualità tra tale manifestazione di volontà e la ricezione amministrativa della domanda tramite modulo C3;
il mancato rispetto della normativa richiamata comporta inevitabilmente, ad avviso degli interroganti, il determinarsi di situazioni di «sospensione» dei diritti connessi alla richiesta di asilo, con conseguenze di estrema gravità nei confronti di soggetti particolarmente vulnerabili;
ferma restando la necessità di un piano di interventi per evitare che si produca l'ennesima emergenza a fronte di un fenomeno evidentemente ormai strutturale (e dunque prevedibile con largo anticipo), nonché di iniziative per un'immediata soluzione dei problemi evidenziati, relativi alla situazione delle diverse strutture di accoglienza, più in generale, sarebbe, quindi, indispensabile arrivare ad una revisione dell'intero sistema di protezione internazionale, onde garantire finalmente la piena attuazione del dettato costituzionale sulla materia, ivi compresa quella delle norme e dei trattati internazionali richiamati e rispetto ai quali il nostro Paese è chiamato ad ottemperare a precisi impegni –:
se, in considerazione di quanto illustrato in premessa, il Governo non ritenga di dover intervenire con urgenza sull'intero sistema di protezione internazionale, dalla fase di accesso alla fase dell'accoglienza, onde garantire finalmente la piena attuazione del dettato costituzionale, nonché delle norme e dei trattati internazionali richiamati dall'articolo 10 della Costituzione, nel contempo sollecitando fortemente a livello europeo iniziative che consentano l'effettiva tutela dei diritti di rifugiati, richiedenti asilo e migranti. (3-00190)
(9 luglio 2013)