• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/00222 DI BIAGIO, DALLA ZUANNA - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dello sviluppo economico - Premesso che: recentemente gli organi di stampa nazionale hanno...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00222 presentata da ALDO DI BIAGIO
mercoledì 10 luglio 2013, seduta n.063

DI BIAGIO, DALLA ZUANNA - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dello sviluppo economico - Premesso che:

recentemente gli organi di stampa nazionale hanno riferito di uno sversamento in mare di un elevato quantitativo di prodotto semiraffinato proveniente dalla raffineria Eni di Taranto;

l'incidente sarebbe stato causato da un black out verificatosi nella raffineria, a seguito forse di un fulmine, a causa delle avverse condizioni atmosferiche. Sembrerebbe che i tubi dell'impianto Eni siano andati in pressione riversando il liquido inquinante nelle acque;

sulla natura del materiale sversato, probabilmente di tipo idrocarburico, si attendono ancora i risultati delle analisi effettuate dall'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente su un campionamento raccolto, e tuttavia la preoccupazione delle associazioni a tutela dell'ambiente restano alte, anche per la considerevole estensione della chiazza di liquido che, secondo quanto riportato, è pari a 80 metri lineari sotto costa, per un'ampiezza, verso il largo, di 10 metri;

l'incidente desta preoccupazioni per le ripercussioni inquinanti e l'impatto ambientale che potrebbe avere sull'ecosistema marino del golfo di Taranto, dove insistono numerosi siti di interesse comunitario (SIC) afferenti alla rete Natura 2000;

numerose perplessità emergono anche in relazione alla sicurezza ambientale degli impianti, evidenziando la deficitaria condizione di tutela ambientale delle nostre acque, messe a rischio dal semplice cadere di un fulmine;

l'evento riporta, altresì, al centro dell'attenzione pubblica e delle istituzioni le criticità determinate dall'approvazione, nel corso della XVI Legislatura, dell'art. 35 del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, che ha disposto la riapertura delle trivellazioni per la ricerca di idrocarburi nei mari italiani, determinando il rischio di gravi criticità di natura ambientale;

la norma, che a giudizio degli interroganti rischia di inaugurare una sconsiderata speculazione da parte di soggetti imprenditoriali e industriali potenzialmente coinvolti, espone i nostri ecosistemi marini ad una grave situazione di criticità;

secondo quanto emerso dai dati presentati dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e dal Consiglio nazionale delle ricerche nel corso di un'audizione presso la 13ª Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali) del Senato, un'effettiva riapertura delle trivellazioni e delle procedure esplorative per la ricerca del petrolio, lungi dal determinare il conseguimento di obiettivi energetici di rilievo, provocherebbe un danno ambientale di inestimabile valore, avendo un impatto deleterio sulla flora e sulla fauna marina, sullo stato delle acque e conseguentemente sul turismo che costituisce una delle attività principali delle aree che si affacciano sul mare;

le criticità evidenziate acquisiscono una rilevanza ancor più significativa alla luce dell'incidente di Taranto e alla disarmante situazione della sicurezza ambientale dei nostri impianti industriali, evidentemente deficitaria,

si chiede di sapere:

quali iniziative di monitoraggio, valutazione e intervento si ritenga opportuno avviare al fine di porre rimedio alle carenti condizioni di sicurezza ambientale degli impianti;

quali iniziative, anche di natura normativa, si intenda avviare al fine di rettificare la disposizione, eventualmente attivandosi al fine di intervinre sul citato art. 35, per evitare che i nostri mari vengano esposti al rischio di irreversibili danni di natura ambientale.

(3-00222)