• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/01463 FAVERO, PUPPATO, AMATI, LO GIUDICE, VALENTINI, GINETTI, MATURANI, Elena FERRARA, PUGLISI, CANTINI - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale - Premesso che:...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-01463 presentata da NICOLETTA FAVERO
martedì 25 novembre 2014, seduta n.358

FAVERO, PUPPATO, AMATI, LO GIUDICE, VALENTINI, GINETTI, MATURANI, Elena FERRARA, PUGLISI, CANTINI - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale - Premesso che:

nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre 2014 donne, adolescenti e bambine (alcune di soli 10, 7, e 11 anni) sono state vittime di uno stupro di massa ad opera di militari e milizie filogovernative del Sudan che avrebbero agito per ritorsione dopo la scomparsa nell'area di un loro commilitone;

l'episodio è avvenuto nel villaggio di Tanbit, a 45 chilometri dalla capitale del nord Darfur, El Fasher;

le numerose e discordanti notizie ad oggi circolanti gettano pesanti ombre anche sul ruolo che il Governo di Khartoum sta giocando in questa amara vicenda e avvalora l'ipotesi che vi possa essere un tentativo di intimidazione e manipolazione della realtà effettuato proprio da parte governativa;

rilevato che:

la vicenda, ripresa da numerosi e autorevoli mezzi di informazione, quali "The Times" e "The Guardian", è stata confermata anche dalle organizzazioni per la difesa dei diritti umani, soprattutto quelle specializzate nel monitoraggio della situazione sudanese e darfuriana, come "Sudo-UK" (e condannata dall'Arab coalition for Darfur (Acd)), una rete, nata nel 2008, costituita da un centinaio di organizzazioni del mondo arabo operanti per la difesa dei diritti umani;

da un'intervista rilasciata da un leader comunitario del villaggio di Tanbit a Radio Dabanga, un'emittente indipendente del Darfur, si apprende che tra le donne vittime di stupro 79 sarebbero minorenni, di cui 8 nell'età della scuola media;

sul fatto è intervenuto anche Zainab Bangura, speciale rappresentante del segretario generale dell'Onu sulle violenze sessuali nelle aree di conflitto, che ha chiesto al governo del Sudan di consentire agli investigatori dell'Onu l'accesso immediato all'area;

rilevato che:

su come si siano effettivamente svolti i fatti, al momento, a quasi un mese dall'accaduto non è dato sapere;

non è stato possibile avere alcun chiarimento neanche da parte dell'Unamid, a cui un blocco dell'esercito avrebbe impedito di raggiungere il villaggio di Tabit per svolgere gli accertamenti necessari; secondo la ricostruzione fornita da Unamit la stessa pattuglia avrebbe poi proseguito per il campo profughi "Zam Zam", dove, stranamente, non sarebbero state registrate nuove presenze; ciò contrasta con quanto riferito dai leader comunitari di Tabit che invece avrebbero segnalato la presenza proprio in quel campo profughi di molte famiglie fuggite alla furia dei miliziani durante l'assalto al villaggio di Tabit;

tale dichiarazione contrasta in modo evidente con quella resa da un reporter americano, Eric Reeves, che rilascia una versione completamente diversa su come si sia svolta la missione di Unamid: sostiene, infatti, che la pattuglia Unamid sarebbe riuscita a raggiunge il villaggio di Tabit e, dopo aver raccolto la testimonianza di 4 persone su quanto accaduto, sarebbe stata raggiunta da 4 macchine a bordo delle quali vi era personale dell'intelligence militare governativa; con questi si sarebbero trattenuti a parlare per poi far ritorno alla base di El Fasher;

considerato che:

l'esistenza di 2 dichiarazioni così contrastanti tra loro rende più che mai necessaria una verifica puntuale e scrupolosa su come si siano svolti realmente i fatti anche allo scopo di verificare l'affidabilità di Unamid e la correttezza del suo operato, considerato, tra l'altro, che su tale missione è già stata avviata già un'inchiesta voluta dallo stesso segretario generale, Ban Ki Moon, a seguito della denuncia di Aicha Elbasri, ex portavoce della missione di pace stessa;

di fronte alla gravità dei fatti e alle reazioni di sconcerto dell'intera comunità internazionale per quanto accaduto, il procuratore speciale per i crimini in Darfur, Yasir Ahmed Mohamed, ha sollecitato a riferire sulla questione il Ministro della giustizia in Somalia, Mohamed Bushara Doussa, il quale ha affermato che da alcuni accertamenti risulta che le notizie circolanti su quanto accaduto non sono veritiere e dunque attendibili;

considerato, inoltre, che le dichiarazione rese dalle autorità sudanesi contrastano in modo del tutto evidente con le notizie diffuse dai mass media indipendenti, dalle organizzazioni della società civile e da alcune testimonianze rese dalla stessa popolazione locale,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga di doversi attivare con la massima sollecitudine, anche in sede europea e presso l'organizzazione internazionale delle Nazioni Unite, affinché sulla vicenda venga fatta massima chiarezza in tempi rapidi;

se non ritenga, altresì, necessario avviare anche attraverso l'ambasciata italiana in Sudan, tutte le azioni diplomatiche opportune perché sulla vicenda vengano disposte nuove e approfondite indagini sul posto;

visti i considerevoli rapporti diplomatici ed economici esistenti tra il nostro Paese e il Sudan, se non ritenga opportuno chiedere conto al Governo sudanese di tale episodio e della recrudescenza dell'azione militare che negli ultimi tempi si è registrata nel Darfur, nel sud Kordofan e nello Stato del Nilo Blu;

quali iniziative, a livello europeo ed internazionale, siano in atto da parte del Governo italiano per assicurare, non solo da parte delle autorità sudanesi, il rispetto dei diritti civili e politici, economici, sociali e culturali, stabiliti dalle convenzioni internazionali sull'infanzia, in favore dei fanciulli vittime della guerra;

se e quali azioni l'Italia intenda promuovere per potenziare gli intervento umanitario nelle tante zone dove ancora si continuano a violare i diritti fondamentali delle popolazione civile, e soprattutto quelli di donne e bambini.

(3-01463)