• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
S.7/00145 l'evasione delle imposte nel nostro paese, stimata dal Rapporto, con riferimento ai principali tributi, in 91 miliardi di gettito medio annuo nel periodo 2007-2012, pari a circa il 7 per cento del...



Atto Senato

Risoluzione in Commissione 7-00145 presentata da MARIA CECILIA GUERRA
mercoledì 26 novembre 2014, seduta n.160

Considerato che:
l'evasione delle imposte nel nostro paese, stimata dal Rapporto, con riferimento ai principali tributi, in 91 miliardi di gettito medio annuo nel periodo 2007-2012, pari a circa il 7 per cento del PIL, dei quali 40 riferibili all'IVA, 44 alle imposte sul reddito di imprese e lavoratori autonomi e 7 all'IRAP, si colloca su livelli molto preoccupanti;
il sistema fiscale italiano, come la generalità dei sistemi fiscali moderni, si basa sull'adempimento spontaneo (tax compliance) da parte dei contribuenti e sui versamenti dei sostituti di imposta;
la maggiore imposta accertata nel 2013 dalla Agenzia delle entrate è stata pari a 24,5 miliardi, di cui meno della metà ha interessato le imprese di minori dimensioni e i professionisti. Solo il 3 per cento di tali contribuenti, che rappresentano il 96 per cento circa (5.910.102 su 6.162.948) dei titolari di redditi di impresa e professionisti sono stati interessati da controlli, il che, equivalendo in prospettiva alla probabilità di un controllo ogni 33 anni per il singolo contribuente, mette in evidenza le difficoltà, dimensionali e normative, a contrastare la cosiddetta evasione di massa esclusivamente attraverso strumenti repressivi, ex post;
nel 2013 gli incassi da attività di controllo hanno raggiunto i 13,1 miliardi, a fronte di un ammontare complessivo di importi non riscossi in quanto dilazionati pari a 27,3 miliardi;
dalle analisi riportate nel Rapporto emerge una capacità di deterrenza diretta potenziale del sistema degli accertamenti e controlli, quando sono percepiti come credibili dai cittadini e un impatto negativo sulla deterrenza indotto dal ricorso a condoni;
la discontinuità negli indirizzi seguiti nella lotta all'evasione contribuisce a spiegare la sua inefficacia nel tempo;
l'efficacia delle strategie di contrasto risente positivamente delle interazioni con le giurisdizioni fiscali estere;
impegna il Governo a:
fare del contrasto all'evasione fiscale un elemento prioritario della propria azione, per quanto riguarda sia le iniziative normative che intende sottoporre al Parlamento sia le scelte amministrative da compiere, improntandola ai seguenti indirizzi strategici, richiamati anche nel Rapporto:
- perseguire un profondo miglioramento del rapporto fra fisco e contribuenti, trasformando sempre di più il ruolo dell'Amministrazione finanziaria da recettore passivo di dichiarazioni fiscali da controllare a attivo facilitatore di tax compliance;
- delineare una decisa azione di contrasto agli illeciti che, avvalendosi anche delle maggior conoscenze acquisite nell'analisi del rischio e nelle operazioni di intelligence internazionali, permetta di aggredire il fenomeno dell'evasione in via strutturale;
in accordo con l'approccio suggerito dall'OCSE (Tax compliance by design, ottobre, 2014), utilizzare le moderne tecnologie informatiche per assicurare una raccolta centralizzata di informazioni, il più possibile accurata, sulle transazioni economiche, a tale fine dando anche attuazione, in un quadro coerente, alle indicazioni contenute nell'articolo 9 della legge delega n. 23 del 2014 (comma 1, lettera d)) relative in particolare all'ampliamento dell'uso della fatturazione elettronica e della tracciabilità delle transazioni.
Finalizzare questa raccolta centralizzata di informazioni a:
- determinare correttamente le imposte dovute dal contribuente, riducendo al minimo le informazioni che devono essere da lui fornite e favorendo la naturale emersione delle basi imponibili;
- mettere a disposizione del contribuente i dati fiscalmente significativi noti all'Amministrazione per aiutarlo a fare fronte ai propri obblighi fiscali;
potenziare l'interoperabilità delle banche dati pubbliche in materia economica e finanziaria, nonché il coordinamento fra gli organi di controllo dell'Amministrazione finanziaria e fra questi e le altre amministrazioni che svolgono attività ispettive (INPS, INAIL, SIAE, comuni) al fine di rendere più efficace l'azione di contrasto all'evasione fiscale e di porla in sinergia con il contrasto ad altre attività illegali;
proseguire con determinazione il proprio impegno a livello internazionale volto a:
- potenziare e rendere più efficace la cooperazione amministrativa tra paesi, attraverso un ampliamento dello scambio automatico di informazioni e di quello a richiesta;
- adottare azioni di intelligence condivise, per prevenire e contrastare frodi fiscali e per condurre verifiche congiunte su casi specifici, fra cui in particolare quelli su soggetti appartenenti al medesimo gruppo di imprese;
- favorire la tax compliance attraverso un potenziamento dell'istituto del ruling di standard internazionale, anche al fine di garantire certezza giuridica al contribuente;
- contribuire al disegno e alla realizzazione di azioni di coordinamento fiscale fra paesi finalizzate a prevenire attività elusive, con particolare riguardo alla tassazione delle imprese multinazionali e dei redditi finanziari, allo scopo di contrastare il dumping fiscale e gravi alterazioni alla concorrenza fra paesi;
rafforzare la capacità di deterrenza del sistema dei controlli e dell'accertamento, intervenendo in modo coerente sui tre fronti delle sanzioni amministrative, di quelle penali e dell'efficacia della riscossione, in modo da evitare la convenienza per il contribuente ad assumere atteggiamenti attendisti, che trovino una loro razionale fondatezza nella convenienza economica a non pagare le imposte nei tempi ordinari;
introdurre, in accordo con le indicazioni contenute nell'articolo 3, comma 1, lettera e), della legge delega n. 23 del 2014, misure che utilizzino lo strumento del contrasto di interessi;
evitare, pure in un processo di costruzione delle politiche di contrasto all'evasione che dovrà avvenire per tappe successive, interventi estemporanei e quella discontinuità di indirizzi che hanno molto spesso reso inefficaci le politiche perseguite negli anni passati.
(7-00145)
GUERRA