• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.4/00030 la rilevante filiera del comparto ippico, da sempre radicato nella cultura e nella tradizione del nostro Paese rischia di scomparire in seguito a provvedimenti legislativi e non solo che hanno...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00030presentato daPILI Maurotesto diVenerdì 15 marzo 2013, seduta n. 1

PILI. — Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
la rilevante filiera del comparto ippico, da sempre radicato nella cultura e nella tradizione del nostro Paese rischia di scomparire in seguito a provvedimenti legislativi e non solo che hanno gravemente condizionato l'attività e il suo sviluppo;
la trasformazione dell'UNIRE in Agenzia per lo sviluppo del settore ippico, struttura tecnico-operativa di interesse nazionale posta sotto la vigilanza del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, non consente una gestione finanziaria ed economica a seguito anche della mancata attuazione delle previsioni finanziarie necessarie al comparto;
secondo i dati aggiornati diffusi dall'UNIRE, risultano censiti in Italia 463.961 capi con 48.500 operatori diretti del comparto ippico;
risultano essere 610.000 gli ettari dedicati all'allevamento e alla produzione alimentare per cavalli;
l'indotto del comparto ippico è rilevantissimo dalle produzioni di fieno e mangimi al trasporto di cavalli, sellerie e finimenti;
i dati finanziari del settore sono evidenti: novantasei milioni all'Erario, 11 milioni per Amministrazione autonoma di monopoli di Stato, 58 milioni Iva, Irpeg e Irpef (dati 2009, fonte Unire);
le scommesse ippiche hanno perso circa il 70 per cento del movimento in appena 5 anni: i giochi hanno avuto incrementi rilevantissimi tanto che quest'anno il loro movimento raggiungerà circa 75 miliardi ma l'ippica ne rappresenterà, appena l'1,5 per cento;
il finanziamento statale ridotto da 150 milioni a 129 nel 2011;
la gravità della situazione del settore ippico si registra particolarmente rilevante in alcune regioni quali la Sardegna, regione da sempre tradizionalmente legata al settore anche per la presenza della rinomata specie anglo-arabo-sarda;
il coordinatore provinciale di Unidos e capogruppo del Popolo della Libertà nel consiglio provinciale della provincia del Medio Campidano Dario Piras con i consiglieri Daiana Cara, Gianni Lampis e Fernando Scanu hanno rappresentato, oltre alle difficoltà degli ippodromi storici della Sardegna, l'incomprensibile situazione dell'ippodromo di Villacidro, nella provincia del Medio Campidano, dove l'ippodromo ormai da anni concluso in ogni suo dettaglio e costato milioni di euro di denaro pubblico rischia di non poter essere aperto per le lungaggini burocratiche e per i ritardi con i quali si esaminano le autorizzazioni necessarie;
le vicende legate all'ippodromo di Villacidro hanno inizio nel 2001 quando il comune di Villacidro, incontra il commissario straordinario dell'Unire Riccardo Andriani per verificare la fattibilità di realizzazione di un ippodromo a Villacidro, per il quale la regione Sardegna avrebbe destinato dieci miliardi di lire (euro 5 milioni centosessantacinquemila) come primo stanziamento;
il commissario dell'Unire manifesta entusiasmo per l'iniziativa totalmente finanziata da fondi della regione Sardegna, esprime certezza sulle possibilità di avere le corse che dice essere l'ultimo dei problemi;
il 3 maggio 2004, dopo aver realizzato il progetto, per il quale è intervenuto il costante confronto con i tecnici UNIRE per discutere i dettagli tecnici e realizzare un impianto all'avanguardia, viene posata la prima pietra ed inizia la costruzione dell'impianto;
nel 2005 viene terminata la realizzazione della struttura utilizzando tutti i fondi previsti in tale fase euro 5.165.000;
nel 2006 vengono effettuati e superati i collaudi di legge;
nel 2007 il comune in seguito a gara pubblica assegna la gestione dell'impianto al Consorzio Corse Cavalli Villacidro scarl (società consortile alla quale partecipa la società che gestisce l'ippodromo di Grosseto, una società esperta in telematica, impiantistica e manutenzioni);
nel marzo 2008 l'ippodromo viene inaugurato e inizia l'attività come centro d'allenamento;
nel giugno 2008 – 1a giornata di corse – ippofestival – la regione Sardegna finanzia euro 25.000,00 e la provincia euro 3.850,00. Nonostante i premi al traguardo ripartiti tra le sei corse previste siano bassi, i partenti sono sufficienti e soprattutto l'affluenza di pubblico è elevatissima; si superano le 5.000 persone e, nonostante gli sportelli per le scommesse siano pochissimi e non ancora efficienti si realizzano oltre 10.000 euro di scommesse sul campo;
nel dicembre 2008 – con determina della regione Sardegna n. 58912/3866/SOC del 22 dicembre 2008, la regione ha previsto lo stanziamento di euro 2.300.000,00 da destinare ad un ulteriore qualificazione funzionale dell'impianto;
nell'aprile 2009 il tecnico inviato dall'UNIRE effettua il sopralluogo per abilitare l'impianto, dichiara che l'ippodromo presenta qualità superiori alla media per i requisiti tecnici delle strutture, ben curate, con elementi che le rendono peculiari rispetto a quelle di altri complessi. In particolare, ad esempio, la torretta multipiano nella relazione sull'impianto è stata commentata dallo stesso tecnico nel seguente modo: «per la propria tipologia e funzionalità essa si presenta senz'altro innovativa ed all'avanguardia nel panorama degli impianti ippici tradizionali». Al fine di garantire la piena rispondenza alla normativa UNIRE ed il raggiungimento di un'elevata classificazione, visto che l'impianto si presenta già qualitativamente valido, durante tale visita vengono prescritti alcuni adeguamenti sulle strutture presenti;
nell'ottobre 2010 sono stati conclusi i lavori richiesti;
nel dicembre 2010 gli ippodromi sardi, su proposta dell'ippodromo di Villacidro, proseguono nella strada, già avviata da tempo, della creazione di un consorzio sardo per le corse dei cavalli. Il motivo che spinge gli ippodromi a cercare una forma di gestione aggregata è un coordinamento ottimale delle attività, realizzando economie di scala con lo svolgimento di servizi comuni sotto forma di out sourcing; i punti nevralgici di cui il consorzio si vorrà occupare saranno primariamente:
a) creazione di un efficiente e moderno sistema di sorveglianza centralizzato che garantisca un elevato grado di sicurezza e controllo degli impianti consorziati;
b) centralizzazione della redazione per una più efficace promozione radiofonica, televisiva, giornalistica e pubblicitaria in generale;
c) investire in marketing e comunicazione, promuovendo i valori caratteristici dell'ippica, di natura sportiva, sociale, culturale, ambientale e naturalistica;
d) snellimento delle pratiche organizzative, grazie alla costituzione di una segreteria tecnica centralizzata che coordini la programmazione delle corse nelle tre strutture e che provveda alla contabilità scuderie, ai passaggi di proprietà e alla documentazione necessaria;
e) investire nella spettacolarità delle corse: gli ippodromi sardi, per caratteristiche tecniche, presentano peculiarità che li rendono complementari (corse su sabbia ed erba su tutte le distanze e in pista dritta sui 1.000 metri) e una programmazione del calendario unitaria e concertata permetterà di avere corse con numerosi partenti, quindi molto spettacolari, rapporti con gli enti preposti al settore;
f) mediante una stretta collaborazione degli ippodromi con la F.I.S.E., in risposta alle oltre 90 associazioni ippiche distribuite sul territorio regionale, promuovere iniziative che interessano diverse discipline agonistiche e non, proponendo gli ippodromi come «Centri universali del cavallo». Infatti, grazie alla natura e alla polifunzionalità delle strutture tali impianti assumerebbero il ruolo di centri di riferimento per il territorio;
l'obiettivo, che la creazione di un'unica forte ed innovativa gestione si vuol porre, è il pieno sviluppo del potenziale ippico sardo, perseguendo il raggiungimento di alti livelli qualitativi, nel rispetto delle proprie tradizioni;
il 26 gennaio 2011 nel corso dell'incontro tenuto da tutti i responsabili degli ippodromi sardi di Sassari Chilivani e Villacidro con il segretario generale dell'Unire, in base a valutazioni legate in particolare alla valorizzazione del cavallo anglo-arabo-sardo, si prevedeva un correttivo per l'isola, in relazione alle giornate assegnate in prima istanza per il 2011;
dopo aver previsto rispetto al 2010, un taglio di otto giornate di corse complessive per la Sardegna, il segretario generale stabiliva di «riassegnare» 6 giornate all'isola, nel seguente modo: 1 giornata di corse al «Don Meloni» di Chilivani ed 1 al «Pinna» di Sassari, portandole rispettivamente a 15 e 9 e assegnandone 4 all'ippodromo di Villacidro;
la Sardegna sarebbe passata da 30 giornate di corse nel 2010 alle 28 del 2011 limitando così i danni causati sul comparto del cavallo da corsa in Sardegna dal nuovo sistema di assegnazione delle giornate di corsa;
le giornate previste per Villacidro, si sarebbero dovute svolgere nel 2011 una volta chiuso l’iter abilitativo;
il sopralluogo tecnico per l'abilitazione era stato già richiesto sin dal mese di ottobre 2010;
dall'agosto 2011 l'ippodromo di Villacidro si trova, quindi, in attesa del sopralluogo finale abilitativo, in attesa di vedere inserite le quattro giornate formalmente nel palinsesto UNIRE, e, soprattutto, in attesa di rispondere ad un investimento di denaro pubblico di oltre 7 milioni di euro –:
se non ritenga il Governo di assumere con sollecitudine ogni iniziativa di competenza affinché venga definito l’iter abilitativo dell'ippodromo di Villacidro al fine di poter avviare l'attività anche in considerazione delle ingenti somme stanziate per la realizzazione dell'opera;
se non ritenga, in considerazione della condizione insulare della Sardegna, di dover promuovere un incremento del numero di corse assegnate al fine di rendere economicamente sostenibile l'attività già gravata dai maggiori costi legati ai trasporti e dalla grave crisi economica;
se non ritenga di dover valutare positivamente l'attività di coordinamento degli ippodromi sardi e di assumere iniziative per attivare un meccanismo premiale che consenta di incentivare sia sul piano della ripartizione delle corse che sul piano economico tale tipo di coordinamento;
se non ritenga di dover predisporre un piano di rilancio del comparto ippico valorizzando una tradizione e un valore economico che da sempre ruota attorno al comparto ippico in Italia e in Sardegna.
(4-00030)