Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
C.4/00054 l'ENI avrebbe in animo di realizzare sulla costa nord occidentale della Sardegna, nel sito industriale di Porto Torres un parco serbatoi con una capacità di un milione e 650 mila metri cubi di...
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-00054presentato daPILI Maurotesto diVenerdì 15 marzo 2013, seduta n. 1
PILI. —
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
l'ENI avrebbe in animo di realizzare sulla costa nord occidentale della Sardegna, nel sito industriale di Porto Torres un parco serbatoi con una capacità di un milione e 650 mila metri cubi di combustibile;
nel Golfo dell'Asinara a seguito di questo imponente parco serbatoi potrebbero transitare seicento petroliere all'anno quadruplicando il traffico navale rispetto a quello legato al polo chimico;
l'impatto occupazione sarebbe di non più di quarantacinque posti di lavoro diretti;
l'intervento del quale non si conoscono le procedure autorizzative avviate ricade in un'area di bonifica e ripristino ambientale dell'area industriale e dell'area marina antistante lo stabilimento industriale di Porto Torres;
all'interno del perimetro dell'area definito dal decreto del Ministero dell'ambiente del 26 febbraio 2003 sono presenti:
Polo Petrolchimico: stabilimento Syndial S.p.A., Sasol Italy S.p.A., EVC S.p.A., Turris Espansi, Turris Pack, Coseplast, Isoex, SarEuroplast, Officina meccanica Ormes;
Laterizi Torres della Sarda Laterizi;
Distoms S.r.l.;
Deposito costiero ENI S.p.A.;
Deposito costiero ESSO Italiana S.r.l.;
Deposito costiero Liquigas S.r.l.;
Ex Ferriere Sarde;
Endesa S.p.A.;
Wanda (impianto itticultura dismesso);
area marino costiera prospiciente il sito di bonifica di interesse nazionale di Porto Torres;
l'area a terra interna alla perimetrazione occupa una superficie di circa 1.830 ettari ha nel territorio del comune Porto Torres (provincia di Sassari) ed è caratterizzata dalla presenza di nuclei industriali di notevole entità, quali:
1) il polo petrolchimico: costituito da 19 unità (di cui alcune chiuse nel 1992) in cui si ha la produzione di cloro-soda, dicloroetano, VCM, PVC, polietilene, poliolefine, benzene, detergenti, derivati del carbone, fertilizzanti, cicloesano, ciclesanone, fenolo, rumene, solventi organici, acido solforico, anidride italica;
lo stabilimento petrolchimico è nato agli inizi degli anni ’60 ad opera della Sarda Industria Resine (S.I.R.) ed ha un'estensione complessiva pari a 1.165. All'interno dello stabilimento, la società Syndial rappresenta la maggior presenza industriale, ma sono anche presenti attività gestite dalla EVC (Italia) S.p.A. e dalla Sasol S.p.A. (già Conda Augusta) ed operano inoltre autonomamente altre piccole realtà;
2) la centrale Endesa Italia di Fiume Santo: centrale termoelettrica in cui viene utilizzato come combustibile Orimulsion e carbone;
all'interno dell'area sono presenti il Porto commerciale ed il Porto industriale di Porto Torres nonché un'elevato numero di serbatoi di stoccaggio di materie prime e prodotti petroliferi;
l'area marina perimetrata ha un'ampiezza complessiva pari a circa 2.700 ha e si estende, fra la diga foranea del porto industriale e la foce del fiume Santo;
l'intera area perimetrata risulta fortemente antropizzata e le numerose attività presenti comportano un notevole impatto su un territorio che si trova inserito in un contesto ambientale di notevole pregio come il Golfo dell'Asinara (area marina protetta);
sono presenti stabilimenti che producono DCE/CVM, PVC e prodotti chimici, depositi di prodotti petroliferi, discariche, aree con presenza di notevoli quantità di coperture in eternit, aree industriali dismesse, una centrale di produzione termoelettrica, l'area marina antistante il polo industriale;
l'area di stabilimento è caratterizzata soprattutto da un inquinamento da composti organici, sia in fase disciolta che in galleggiamento, nelle acque di infiltrazione superficiale e in quelle dell'acquifero calcarenitico;
all'interno dell'insediamento Syndial sono presenti numerosi impianti dismessi e, nel settore occidentale dello stabilimento, discariche controllate e non controllate;
nel sito Endesa Italia di Fiume Santo nel febbraio 2000 si è verificato il versamento accidentale di circa 700 mc di combustibile Orimulsion a seguito della rottura di una tubazione di ricircolo;
l'area marina antistante il sito di Porto Torres presenta diversi gradi di compromissione in relazione alla vicinanza al porto industriale, alla città di Porto Torres ed alla foce del Rio Mannu;
il progetto presentato alle organizzazioni sindacali per il colossale deposito costituirebbe di fatto una potenziale bomba ecologica essendo risaputi i pericoli legati alle sostanze depositabili;
i codici di sicurezza adottati per analoghi serbatoi descrivono tali materiali come infiammabili, estremamente infiammabili, nocivi per inalazione, nocivi per ingestione, irritante per gli occhi, le vie respiratorie, pelle, pericolo di effetti irreversibili, possono provocare il cancro, altamente tossici per gli organismi acquatici, possono provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente, possono ridurre la fertilità, l'inalazione dei vapori può provocare sonnolenza e vertigini;
le organizzazioni sindacali esplicitano un «palese disimpegno produttivo dell'Eni sulla chimica» e dichiarano: «il deposito è un'operazione commerciale e non produttiva»;
le organizzazioni sindacali parlano «di progetto fuori da ogni logica» con «volumetrie incredibili» –:
se il ministro dell'Ambiente sia a conoscenza del progetto di serbatoio di un milione e seicentomila metri cubi nell'area industriale di Porto Torres davanti all'area marina protetta;
se non ritenga di dover preventivamente dichiarare la propria decisa contrarietà ad un'ipotesi che pregiudicherebbe in maniera ulteriore e irrimediabile lo sviluppo turistico del Nord Sardegna e in tal caso se non ritenga, nell'ambito delle proprie competenze, disporre le azioni necessarie al fine di evitare che si possa perpetrare ai danni di quel territorio un ulteriore grave danno ambientale anche convocando immediatamente i responsabili dell'Eni per valutare lo stato delle operazioni di bonifiche nelle aree di loro proprietà, e sollecitare l'avvio concreto del piano e non con cifre che appaiono irrisorie rispetto a quelle realmente necessarie;
se non ritenga, il Ministro dello sviluppo economico di convocare l'Eni per conoscere la reale situazione legata alla ripresa produttiva non solo del cracking di Porto Torres ma dell'intero comparto chimico sardo considerato che si continua con la politica degli annunci da parte dell'Eni senza nessuna concreta azione;
se non ritenga, il Ministro dello sviluppo economico di intervenire al fine di evitare che l'Eni avvii contrattazioni in ambito locale su progetti che appaiono all'interrogante un vero e proprio ricatto ai danni della Sardegna e dei lavoratori, utilizzando la Sardegna come piattaforma di depositi petroliferi senza nessun tipo di sviluppo serio e credibile. (4-00054)