• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/02679-bis- ... premesso che: la questione della rimozione, dello smaltimento dell'amianto e delle gravi patologie ad esso correlate è un tema di grande attualità nel Paese; lo scorso 19...



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/02679-bis-A/255presentato daREALACCI Ermetetesto diDomenica 30 novembre 2014, seduta n. 342

La Camera,
premesso che:
la questione della rimozione, dello smaltimento dell'amianto e delle gravi patologie ad esso correlate è un tema di grande attualità nel Paese;
lo scorso 19 novembre la Suprema Corte di Cassazione ha accolto, con una decisione che ha sollevato molte polemiche, la richiesta del Procuratore generale nel processo Eternit: dichiarando la prescrizione del procedimento, annullandola condanna per il cittadino svizzero Stephan Schmidheiny, unico imputato, con la conseguente impossibilità per i familiari delle vittime e per le comunità e gli enti locali di ottenere i risarcimenti;
i fatti sui quali era chiamata a discutere la Cassazione riguardavano avvenimenti del giugno 1976. La causa, avviata da circa 6 mila parti offese ed era inerente anche alla morte di circa 3 mila persone;
dal secondo Dopoguerra fino al 1992, quando è stato vietata per legge ogni attività di estrazione, di commercio, di importazione, di esportazione e di produzione di amianto, sono state prodotte nel nostro Paese 3.748.550 tonnellate di amianto grezzo. Il periodo tra il 1976 e il 1980 è stato quello di maggiore picco nei livelli di produzione, con più di 160.000 tonnellate annue prodotte; fino al 1987 la produzione non è mai scesa sotto le 100.000 tonnellate annue, per poi decrescere rapidamente fino al divieto dell'uso. Anche le importazioni italiane di amianto grezzo sono state molto consistenti, mantenendosi superiori alle 50.000 tonnellate annue fino al 1991: complessivamente, dal dopoguerra al 1992, l'Italia ha importato 1.900.885 tonnellate;
per il costo contenuto e l'ampia disponibilità, l'utilizzo dell'amianto è avvenuto in numerosissime applicazioni industriali, sfruttando le proprietà di resistenza al fuoco, di isolamento e di insonorizzazione;
i primi studi sugli effetti nocivi sulla salute dell'amianto sono stati pubblicati nella metà degli anni Trenta del Novecento, le acquisizioni scientifiche intorno alla sua cancerogenicità si sono poi progressivamente sviluppate nel corso degli anni Sessanta e Settanta;
la legge 27 marzo 1992, n. 257 «Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto» ha previsto essenzialmente: il divieto di estrazione, di lavorazione e di commercializzazione dell'amianto; la bonifica degli edifici, delle fabbriche e del territorio; misure per la tutela sanitaria e previdenziale dei lavoratori in precedenza esposti all'amianto; misure per il risarcimento degli stessi e per il riconoscimento della qualifica di malattia professionale e del danno biologico. E su questi temi c’è ancora molto da fare;
dal 1992 ad oggi, la predetta legge è stata soltanto parzialmente attuata, in particolare per ciò che concerne la mappatura della presenza di amianto e la relativa bonifica nonché per quanto concerne l'individuazione dei siti di discarica o le modalità di trattamento del materiale rimosso; di fatto in tutto il Paese si continua a rinvenire amianto in manufatti ancora in opera, soprattutto in grandi impianti a servizio di processi produttivi, navi e traghetti, oltre che negli ambienti pubblici: scuole, ospedali e altri edifici aperti al pubblico. Materiale contenente amianto è presente anche negli edifici privati e, dunque, si rende necessario incentivarne la bonifica;
è pertanto evidente che sia la popolazione lavorativa sia la popolazione generale continua ad essere esposta a una fonte di grave rischio per la salute;
la concretizzazione del rischio di esposizione ad amianto comporta nelle persone esposte l'insorgere delle cosiddette patologie asbesto-correlate che si manifestano sotto forma di mesotelioma, tumore al polmone, alla laringe, all'ovaio, e altro, come tra l'altro accertato dalla sentenza del 13 febbraio 2012, emessa dal tribunale di Torino, con la quale erano stati condannati i massimi vertici della multinazionale elvetica Eternit;
nel nostro Paese è atteso il picco di morti per mesotelioma pleurico nel 2025: da qui ad allora si stimano almeno altre 25 mila vittime. Attualmente le vittime uccise da malattie asbesto-correlate sono più di 1600 all'anno ed anche la soglia di età si abbassa. Una fascia particolarmente colpita, attualmente, è tra i 50 e i 60 anni, quelli che vengono considerati i «bambini di ieri», cioè coloro che hanno respirato la fibra quando erano ragazzi;
l'asbestosi, che si sviluppa anche a distanza di molto tempo, è causa di gravi sofferenze e di un inaccettabile numero di vittime, oltreché costituire un pesante aggravio economico per il Servizio sanitario nazionale;
in Italia, secondo le stime di Cnr e Ispesl e Legambiente, ci sono ancora 32 milioni di tonnellate di amianto sparse per il territorio nazionale; ancora non ci sono dati certi e dettagliati su quanto amianto ancora si nasconde all'interno di siti industriali, edifici pubblici o privati, cave, reti idriche; 34.148 sono i siti ancora da bonificare: da Casale Monferrato, a Broni in provincia di Pavia, alla Isochimica di Avellino;
dei sopraddetti 32 milioni di tonnellate di Eternit che si stima essere in circolo in Italia, anche nei tetti di 3.000 scuole, ne sono state rimosse e smaltite legalmente appena il 2 per cento, mentre non si conosce ancora con precisione dove sia il restante 98 per cento, dato che non esiste un completo censimento nazionale e le regioni procedono in questo campo con diverse modalità;
la più efficace misura di bonifica e rimozione dell'amianto fu il cosiddetto «bonus eternit», ovvero un maggiore incentivo per la sostituzione di tetti in amianto con pannelli fotovoltaici. Infatti i passati «Conto Energia» avevano riservato un incentivo maggiore di quello previsto ai soggetti che effettuavano la rimozione di un tetto in Eternit per l'installazione di un impianto fotovoltaico. A fine 2012, grazie a questa possibilità, di cui avevano approfittato soprattutto nel Nord e Centro Italia, erano stati risanati 26.000 tetti con amianto, per una superficie di 20 chilometri quadrati e una potenza elettrica ottenuta di circa 2,5 GW. Dal luglio 2013 il sopraddetto tipo di incentivo è terminato;
nel parere dato dalla Vili commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera al Disegno di Legge di «Stabilità 2015» (AC 2679-bis) si invitava ad estendere gli incentivi fiscali per il risparmio energetico anche agli interventi di bonifica e di rimozione dell'amianto dal patrimonio edilizio esistente;

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di utilizzare, compatibilmente con le risorse di finanza pubblica, la misura del credito di imposta del 65 per cento per la riqualificazione energetica degli edifici anche per gli interventi di bonifica e rimozione di manufatti in amianto nel patrimonio edilizio esistente, permettendone altresì l'accesso anche alle imprese e stabilizzandolo.
9/2679-bis-A/255. Realacci, Borghi, Tino Iannuzzi, Braga, Matarrese, Pastorelli, Verini, Arlotti, Mariastella Bianchi, Bratti, Carrescia, Cominelli, Covello, Dallai, De Menech, Gadda, Ginoble, Manfredi, Mariani, Marroni, Mazzoli, Morassut, Giovanna Sanna, Zardini, Lodolini, Narduolo, Petitti, Iacono, Fregolent, Moscatt, Venittelli, Sgambato, Marantelli, Rampi, Galperti, Mariano, Prina, Giuditta Pini, Fedi, Giulietti, Censore, Amoddio, Schirò, Mongiello, Marzano, Montroni, Patriarca, Sbrollini, Carrozza, Capone, Basso, Gribaudo, Cenni, Antezza, Cardinale, Carra, Pes, Zanin, Rossomando, Tidei, Ferranti, Minnucci, Taricco, Senaldi, Amato, Salvatore Piccolo, Albanella, Manzi.