• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/00078 DI BIAGIO - Al Ministro degli affari esteri - Premesso che: risulta all'interrogante che alcuni partiti politici svizzeri stiano avviando una vera e propria campagna denigratoria nei...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-00078 presentata da ALDO DI BIAGIO
martedì 16 aprile 2013, seduta n.013

DI BIAGIO - Al Ministro degli affari esteri - Premesso che:

risulta all'interrogante che alcuni partiti politici svizzeri stiano avviando una vera e propria campagna denigratoria nei confronti dei cittadini italiani, lavoratori frontalieri, che ogni giorno varcano i confini nazionali per svolgere un'attività lavorativa sul territorio svizzero e che sono accusati di dumping al ribasso del salario;

attualmente i lavoratori italiani rappresentano un numero consistente, che nel solo Canton Ticino si è attestato intorno alle 56.000 unità, a cui si aggiunge il numero crescente di cittadini italiani che hanno acquisito residenza nel territorio svizzero: secondo i dati dell'Aire nel 2012 il numero degli italiani emigrati in svizzera è cresciuto del 50 per cento rispetto all'anno precedente, come diretta conseguenza della crisi che sta colpendo il nostro Paese e che conduce i connazionali, anche per ovvie ragioni di contiguità geografia, a ricercare un'occupazione in un Paese dall'economia stabile e da un livello di disoccupazione pari al 3 per cento;

la crescita esponenziale del numero di lavoratori stranieri impiegati sul territorio svizzero, secondo alcuni referenti politici svizzeri, rischia di legittimare un riadeguamento al ribasso dei target salariali del Paese considerando il numero crescente di lavoratori, segnatamente gli italiani frontalieri, che avendo residenza sul territorio italiano, dove sussiste un costo della vita più basso rispetto al territorio svizzero, sono disposti a lavorare a costi inferiori rispetto alla media svizzera;

appare opportuno evidenziare che vige al momento un accordo siglato il 21 giugno 1999 che disciplina la libera circolazione delle persone tra la Svizzera e l'Unione europea, prevedendo facilitazioni per le condizioni di soggiorno e di lavoro in Svizzera per i cittadini dell'Unione;

secondo quanto riportato dai media italiani, l'ufficio federale delle migrazioni ha evidenziato che "Se tra giugno 2012 e il 31 maggio 2013 i permessi di soggiorno concessi dalla Svizzera superassero almeno del 10 per cento la media annuale delle autorizzazioni rilasciate nel corso dei tre anni precedenti la Svizzera invocherà la clausola di salvaguardia";

tale clausola di salvaguardia, denominata "clausola valvola", consente alla Confederazione elvetica di reintrodurre unilateralmente, fino a 12 anni dall'entrata in vigore dell'accordo di libera circolazione, un contingentamento nel rilascio dei permessi di breve durata e di soggiorno, qualora si verifichi la condizione per cui il numero di nuovi permessi lavoro rilasciati nel corso di un dato anno risulti superiore alla media dei 3 anni precedenti di oltre il 10 per cento;

la misura di contingentamento nel rilascio dei permessi è stata attivata dal Consiglio federale, nel corso del 2012, nei confronti dei cittadini provenienti dai Paesi UE a 8 (Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria). L'estensione di tale restrizione ai Paesi membri UE-17 (tra cui l'Italia) si porrebbe in linea con l'urgenza di consentire un'ulteriore diminuzione degli ingressi, con particolare riguardo nei confronti dei lavoratori che sembrano ormai percepiti piuttosto come dei veri e propri invasori e persino identificati, in alcune immagini di propaganda ed invettive politiche, come dei ratti;

sull'invocata attivazione della clausola, che per espressa ammissione di alcuni referenti delle istituzioni locali potrebbe avere un'efficacia assolutamente limitata, non trovando di fatto specifica applicazione nei confronti dei lavoratori frontalieri, sembrano concentrarsi le mire della demagogia elettorale (in previsione delle imminenti elezioni amministrative di Lugano) che, secondo l'interrogante, sembra tendere al positivo tornaconto elettorale che potrebbe derivare da uno scontro acceso con l'Unione europea sulla questione della libera circolazione;

l'atteggiamento denigratorio e xenofobo nei confronti dei frontalieri italiani, dimentico della grande storia di emigrazione che per secoli ha portato i cittadini della Svizzera proprio in Italia, oltre a ledere l'immagine del nostro Paese non tiene conto neanche del reale e fondamentale ruolo che questi lavoratori, altamente qualificati, ricoprono per la tenuta del sistema economico elvetico e di quanto la libera circolazione giovi effettivamente alla sua implementazione e valorizzazione,

si chiede di sapere quali iniziative di competenza il Ministro in indirizzo intenda avviare nelle opportune sedi al fine di intervenire a tutela della comunità italiana di lavoratori residenti in Svizzera e frontalieri, anche attraverso iniziative tendenti al rinnovamento del dialogo bilaterale con la Confederazione elvetica con l'obiettivo di superare quella che a parere dell'interrogante rischia di divenire una deriva denigratoria e xenofoba.

(4-00078)