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Atto a cui si riferisce:
S.4/00078 DI BIAGIO - Al Ministro degli affari esteri - Premesso che: risulta all'interrogante che alcuni partiti politici svizzeri stiano avviando una vera e propria campagna denigratoria nei...



Atto Senato

Risposta scritta pubblicata nel fascicolo n. 002
all'Interrogazione 4-00078

Risposta. - Con riferimento alle iniziative del Governo tese ad interrompere una retorica discriminatoria ed offensiva nei confronti dei lavoratori italiani occupati in Canton Ticino, si premette che la questione investirebbe, secondo dati del 2012 dell'ufficio federale di statistica svizzero, 55.554 connazionali (ovvero un posto di lavoro su 4 in Ticino). Ai frontalieri, poi, si aggiungono gli artigiani che in virtù degli accordi bilaterali di libera circolazione varcano la frontiera e lavorano a fattura insieme ai propri dipendenti a costi più competitivi di quelli presenti sul mercato ticinese.

La campagna contro i frontalieri è da inquadrare nel contesto pre-elettorale delle elezioni comunali del 14 aprile a Lugano, Mendrisio e Terre di Pedemonte. L'Unione democratica di centro del Ticino, che ha posto il tema dell'afflusso in Ticino di lavoratori frontalieri provenienti dall'Italia al centro della propria campagna politica, ha inteso cavalcare sia il disagio percepito dalla popolazione ticinese per il numero crescente di questa categoria di lavoratori (in aumento nel 2012 del 5,9 per cento rispetto al 2011) e per i loro presunti effetti distorsivi sui salari e sull'economia locale, sia l'ondata di cordoglio provocata dalla redente scomparsa, il 7 marzo 2013, di Giuliano Bignasca, leader e fondatore della Lega dei ticinesi. Un'analoga campagna, aggressiva e discriminatoria, se possibile di livello ancora più aspro, era stata condotta nel 2010-2011.

Nell'informare che non sono giunte né all'ambasciata d'Italia a Berna, né al consolato generale d'Italia a Lugano, che da sempre mantengono un'elevata vigilanza sulla questione, comunicazioni da parte della collettività residente o da associazioni o patronati, giova sottolineare che il tema si riallaccia ad una questione più ampia che riguarda tutti i cittadini dell'Unione europea.

Il 10 maggio 2013, il Consiglio federale ha infatti reintrodotto il contingentamento dei permessi di soggiorno nei confronti dei cittadini di 8 Stati dell'Unione (Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria), ricorrendo alla "clausola di salvaguardia" prevista dall'accordo CE-Svizzera sulla libera circolazione di persone. Stando a una recente intervista rilasciata dallo stesso consigliere federale svizzero Burkhalter, è attualmente in corso di valutazione l'ipotesi di estendere la clausola di salvaguardia, fino al limite massimo del 31 maggio 2014, ai cittadini di tutti i Paesi della UE, per far cadere le rimostranze mosse da Bruxelles circa la discriminazione tra i Paesi membri.

Nel giugno 2014 sarà inoltre sottoposta a referendum l'iniziativa popolare "Contro l'immigrazione di massa", promossa dall'UDC, che punta ad un ritorno sic et simpliciter al contingentamento dei permessi di soggiorno. Un anno più tardi, l'elettorato svizzero sarà chiamato alle urne per decidere dell'estensione della libera circolazione delle persone alla Croazia, prossimo membro dell'Unione. Tali temi sono al centro di negoziati attualmente in corso tra la Confederazione svizzera e l'Unione europea.

Il Ministero continuerà a seguire, tramite l'autorità diplomatica e consolare in Svizzera, tali questioni con la massima attenzione. Nel quadro della sua complessiva azione volta a tutelare, anche nel più ampio contesto europeo, i diritti e le aspirazioni dei lavoratori frontalieri e degli altri cittadini italiani residenti in Svizzera, la Farnesina manterrà uno stretto contatto con le autorità svizzere, acquisendo ogni ulteriore utile informazione. Parallelamente, sarà anche cura delle nostre autorità diplomatiche e consolari continuare a mantenere al corrente le competenti istanze italiane.

DE MISTURA STAFFAN Vice ministro degli affari esteri

26/04/2013