• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/04201 l'osservatorio CNF, con il contributo di alcuni partner come Acea, Assolombarda, Enel, Federutility, Ferrovie dello Stato italiane, Hera, Mediterranea delle Acque e Terna, ha monitorato la...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04201presentato daMURA Rominatesto diMercoledì 3 dicembre 2014, seduta n. 344

MURA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
l'osservatorio CNF, con il contributo di alcuni partner come Acea, Assolombarda, Enel, Federutility, Ferrovie dello Stato italiane, Hera, Mediterranea delle Acque e Terna, ha monitorato la realizzazione di infrastrutture in sette settori chiave per lo sviluppo, come ferrovie, telecomunicazioni, viabilità, logistica, energia, idrico e rifiuti;
secondo il Rapporto «Costo del Non Fare 2014», realizzato da Agici finanza d'impresa, se l'Italia non sarà in grado di far ripartire gli investimenti in settori strategici, dall'energia alle telecomunicazioni, passando per strade e ferrovie, nei prossimi 17 anni subirà un danno che supererà gli 800 miliardi di euro, circa la metà del Prodotto interno lordo in un anno;
nel biennio 2012-2013 questo danno è stato di 82 miliardi di euro, persi a causa del rinvio delle decisioni su progetti fondamentali per lo sviluppo del Paese;
un peso rilevante in questa sconfitta lo hanno avuto anche le incompiute dei trasporti: mancanza fisica di infrastrutture e assenza di misure di programmazione e regolarizzazione;
il «non» ammodernamento delle tratte ferroviarie, sia di alta velocità che convenzionali, costerà 113 miliardi, quello di autostrade e tangenziali 74,7 miliardi;
secondo gli studi sopra citati, all'Italia serviranno altri 47 chilometri di tangenziale, 842 chilometri di autostrada a rilevanza regionale e 419 a rilevanza nazionale. Il costo del non fare sarebbe di 84 miliardi e mezzo, ma una contemporanea crescita della banda larga – che ridurrà la mobilità – porterà una diminuzione a 74,7 miliardi;
nel 2030 dovrà crescere la rete ferroviaria di 937 chilometri per l'alta velocità e alta capacità e di 435 chilometri per le tratte convenzionali (di cui 320 chilometri di nuove realizzazioni) –:
se non ritengano opportuno predisporre un piano di investimenti – che il rapporto «Costo del non fare» quantifica in 185 miliardi di euro – con una fetta importante da destinare alle infrastrutture ferroviarie;
quali azioni intendano assumere per rispettare il trend dell'ultimo biennio (13 miliardi di euro l'anno), ricalibrando gli investimenti in favore delle ferrovie e della viabilità;
quali provvedimenti intendano adottare per far crescere la rete ferroviaria per l'alta velocità e alta capacità, in particolare nel Mezzogiorno d'Italia, e per le tratte convenzionali, comprese le nuove realizzazioni;
se non ritengano urgente, per la completa realizzazione delle opere in cantiere, privilegiare gli interventi di miglioramento delle infrastrutture, quindi ammodernamenti, manutenzioni e upgrade tecnologici e sviluppare strumenti di finanziamento standardizzati per attrarre i capitali di assicurazioni e fondi pensione. (5-04201)