• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
S.2/00227 RICCHIUTI, ORELLANA, BIGNAMI, VACCIANO, ZANONI, PUPPATO, CHITI, LO GIUDICE, PEZZOPANE, RUTA, MASTRANGELI, IDEM, GINETTI, CUCCA, Elena FERRARA, AMATI - Al Ministro dell'economia e delle...



Atto Senato

Interpellanza 2-00227 presentata da LUCREZIA RICCHIUTI
mercoledì 3 dicembre 2014, seduta n.364

RICCHIUTI, ORELLANA, BIGNAMI, VACCIANO, ZANONI, PUPPATO, CHITI, LO GIUDICE, PEZZOPANE, RUTA, MASTRANGELI, IDEM, GINETTI, CUCCA, Elena FERRARA, AMATI - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che:

l'11 luglio 2013, presso la VI Commissione permanente (Finanze) della Camera dei deputati, il vice ministro Casero ha risposto ad un'interrogazione (5-00491) relativa all'analisi dell'ammontare dei ruoli tributari ancora non riscossi, con particolare riferimento all'importo di 545 miliardi di euro, relativo agli anni 2000-2012;

nell'ambito della risposta, il vice ministro ha evidenziato come, a seguito del decorso di un decennio dall'affidamento del carico all'agente della riscossione, il dato del riscosso tenda strutturalmente ad attestarsi intorno al 20 per cento. Egli ha aggiunto che, ferma la necessità di monitorare l'effettività dell'andamento delle riscossioni negli anni più recenti, al 31 dicembre 2012, oltre l'80 per cento del carico residuo era riferibile a debitori iscritti a ruolo per importi complessivamente pari o superiori a 500.000 euro (121.409 soggetti per un carico netto residuo da riscuotere pari a 452 miliardi di euro);

se si considera, allora, che il 20 per cento del carico residuo, iscritto al 31 dicembre 2012, si distribuisce, con somme più contenute, tra milioni di contribuenti, varrebbe la pena riflettere sull'opportunità di orientare l'attività di esazione del credito prioritariamente nei confronti di quei soggetti, 121.409, per l'appunto, che consentirebbero all'erario di recuperare somme più consistenti;

un tale orientamento, peraltro, consentirebbe all'Agenzia delle entrate una maggiore prova di efficienza e di equità, coerente con la linea di rigore espressa in più occasioni dal direttore della stessa Agenzia, dottoressa Rossella Orlandi, che, anche il 20 novembre 2014, nel corso di una audizione presso le Commissioni riunite Giustizia e Finanze e tesoro del Senato, relativamente all'AS 1642, ha espresso le proprie perplessità circa la determinazione di una soglia per le frodi mediante fatture false, al di sotto della quale si verrebbe ad escludere la configurazione della sanzione penale. La giusta osservazione della dottoressa Orlandi era riferita all'attuazione della delega fiscale in ordine al cosiddetto abuso del diritto;

anche in riferimento al reato di dichiarazione infedele, la dottoressa Orlandi ha considerato che sarebbe ragionevole innalzare la soglia della punibilità sul piano penale, da 50.000 euro a importi maggiori, affinché si possa meglio calibrare la risposta penale sulle infedeltà fiscali di maggiore rilievo;

in tal senso, quindi, un prevalente orientamento dell'attività di riscossione nei confronti di coloro che non hanno ancora adempiuto ad un onere debitorio maggiore, oltre a procurare un più consistente recupero, indirizzerebbe l'esazione verso chi ha prodotto alla collettività un maggior danno economico,

si chiede di sapere quale sia la valutazione del Ministro in indirizzo e quali iniziative intenda assumere affinché l'Agenzia delle entrate si rivolga con assoluta priorità al gruppo di contribuenti presso i quali si concentra l'80 per cento dei crediti non riscossi, onde recuperare all'erario risorse vitali per il bilancio dello Stato.

(2-00227)