• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/07161 [Controllo di polizia a San Dona di Piave]



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07161presentato daMURER Deliatesto diGiovedì 4 dicembre 2014, seduta n. 345

MURER e CHAOUKI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
alcuni giorni fa è stato fermato per controlli, XXX YYY, un ragazzo di 22 anni, nato a Napoli da genitori serbi, sempre vissuto in Italia, dal 2000 a San Donà di Piave, trovato in possesso della sola carta di identità e sprovvisto del permesso di soggiorno;
successivamente al controllo, il ragazzo è stato convocato in questura e qui gli è stato notificato un decreto di espulsione dall'Italia per «aver violato le norme su ingresso e soggiorno in Italia»; secondo il decreto, il ragazzo deve essere immediatamente rimpatriato in Serbia, un Paese, però, dove non ha mai messo piede, essendo nato e vissuto sempre in Italia; un Paese di cui non conosce neppure la lingua e dove non ha nessuno;
attualmente il ragazzo è rinchiuso in un Cie, a Bari; si trova lì dal 25 novembre, senza la possibilità di tornare a casa e con la minaccia di un rimpatrio immediato in un Paese a lui del tutto estraneo, con il quale il solo collegamento è l'origine dei genitori;
i genitori di XXX YYY sono profughi della ex Jugoslavia, fuggiti prima della guerra scoppiata nel 1991; finché il ragazzo è stato minorenne, era registrato sul permesso di soggiorno del padre che, come la madre e il fratello, ne aveva uno illimitato; al compimento della maggiore età il ragazzo avrebbe dovuto chiedere nuovi documenti;
la legge italiana prevede che se un bambino è nato in Italia da genitori stranieri a 18 anni possa chiedere la cittadinanza se ha risieduto in maniera continuativa in territorio italiano. Nel suo caso, però, nessuno ha fatto la richiesta e XXX YYY ha continuato a circolare con la sola carta di identità, convinto che fosse sufficiente dal momento che lui è e si sente un italiano, non avendo mai visto un Paese diverso dall'Italia e non parlando altra lingua che l'italiano;
la mancata richiesta del nuovo documento è nata da una situazione familiare e personale di profondo disagio; nel periodo del compimento della maggiore età del ragazzo, il fratello si è ammalato di cancro, mentre XXX è diventato tossicodipendente; in più, di lì a poco, il padre del giovane è morto per un tumore mentre la madre è analfabeta;
lo stesso ragazzo ha una serie di disturbi fisici (positivo all'epatite c), psicologici (una certificazione di handicap cognitivo) e anche alcune pendenze giudiziarie per danneggiamento e stalking;
si tratta, con tutta evidenza, di una situazione di disagio sociale e di paradosso normativo, di equivoci e delle assurdità di una macchina burocratica che prima ha stretto la vicenda esistenziale di questo giovane in una morsa e adesso rischia di trascinarlo in un baratro –:
se sia a conoscenza di quanto sopra riportato e se non intenda garantire, nell'ambito delle sue competenze, un intervento urgente per evitare l'espulsione di un ragazzo che è italiano di fatto, che si trova in uno stato di limitazione della libertà senza motivo logico e non può essere rimpatriato in un Paese che non è la sua patria, un Paese dove non è mai stato e di cui non conosce neppure la lingua. (4-07161)