• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/01503 MATURANI, MATTESINI, FABBRI, DI GIORGI, LEPRI, GATTI, MANASSERO, GUERRA, CHITI, PAGLIARI, VERDUCCI, DEL BARBA, FATTORINI, DALLA ZUANNA, CIRINNA', PUPPATO, BERTUZZI, CUOMO, CANTINI,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-01503 presentata da GIUSEPPINA MATURANI
giovedì 4 dicembre 2014, seduta n.365

MATURANI, MATTESINI, FABBRI, DI GIORGI, LEPRI, GATTI, MANASSERO, GUERRA, CHITI, PAGLIARI, VERDUCCI, DEL BARBA, FATTORINI, DALLA ZUANNA, CIRINNA', PUPPATO, BERTUZZI, CUOMO, CANTINI, SPILABOTTE, PEZZOPANE, GIACOBBE, BORIOLI, FASIOLO, LO GIUDICE, LUCHERINI, MORGONI, COLLINA, ORRU', ASTORRE, PADUA - Al Ministro della salute - Premesso che:

in data 25 novembre 2014, come riportato da diversi organi di stampa nazionali, nel reparto di ginecologia dell'ospedale "Cervello" di Palermo è stata ricoverata una donna di 30 anni con l'accusa di omicidio volontario, a seguito della morte della figlia neonata gettata nei rifiuti subito dopo il parto;

tale caso di cronaca è solo l'ultimo di una lunga serie di casi che vedono la morte di neonati abbandonati subito dopo il parto in condizioni che non consentono in alcun modo la loro sopravvivenza;

la nascita di un bambino è un evento straordinario nell'esistenza di una donna, che incide profondamente nella sua vita concreta, emotiva e relazionale. Non tutte le donne riescono ad accogliere o sostenere la loro maternità, per un complesso di motivazioni che occorre ascoltare, comprendere e riconoscere. Durante la gravidanza, specie in situazioni di difficoltà di varia natura della madre a rispondere adeguatamente ai bisogni del bambino, occorre che la donna sia seguita in maniera qualificata, per la tutela sua e del nascituro, in modo da evitare decisioni dagli esiti drammatici al momento del parto;

considerato che:

il comma 1 dell'articolo 30 del decreto Presidente della Repubblica 3 novembre 2000, n. 396, recante "Regolamento per la revisione e la semplificazione dell'ordinamento dello stato civile, a norma dell'articolo 2, comma 12, della legge 15 maggio 1997, n. 127", dispone che: "La dichiarazione di nascita è resa da uno dei genitori, da un procuratore speciale, ovvero dal medico o dalla ostetrica o da altra persona che ha assistito al parto, rispettando l'eventuale volontà della madre di non essere nominata";

le strutture ospedaliere presso le quali avviene la nascita sono dunque tenute ad assicurare alla madre e al neonato, per il quale è disposto l'immediato avvio del procedimento di adottabilità, la piena attuazione di tali diritti, tramite gli operatori sanitari, psico-sociali, assistenziali e amministrativi, nella specificità delle loro professioni e competenze e nella interazione con le altre istituzioni demandate alla tutela;

rilevato inoltre che:

diverse Regioni ed in particolare alcune città italiane, per prevenire il fenomeno dell'abbandono traumatico del neonato, hanno promosso campagne informative in proposito, potenziando i servizi a tutela della donna in difficoltà e orientando gli ospedali più specializzati a seguire il parto in anonimato. Difatti, tempestive e adeguate informazioni alla donna in gravidanza, nonché interventi concreti in suo aiuto, di tipo sociale, economico e psicologico, consentono di garantire il diritto alla salute della gestante e del nascituro, un parto protetto nella struttura ospedaliera e, infine, la possibilità di esercitare una libera, cosciente e responsabile scelta da parte della donna se riconoscere o meno il bambino;

il carattere non sistemico e strutturale delle campagne informative non è riuscito ad oggi a garantire il non ripetersi dei continui fatti di cronaca che registrano con una cadenza drammaticamente regolare le morti di neonati, abbandonati immediatamente dopo il parto,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno intraprendere iniziative al fine di realizzare su tutto il territorio nazionale, anche d'intesa con le Regioni, una capillare campagna informativa, nonché al fine di sostenere ogni altro mezzo idoneo ad arginare un fenomeno tragico che ancora oggi conta troppe vittime;

se non ritenga altresì di promuovere l'istituzione di servizi di ascolto e di aiuto presso le aziende sanitarie locali, con particolare attenzione al coinvolgimento dei consultori familiari, nonché presso le strutture ospedaliere al fine di garantire un'adeguata conoscenza del diritto per le donne di partorire nell'anonimato.

(3-01503)