• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/00112 PANIZZA - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca - Premesso che, a parere dell'interrogante: a causa dei numerosi tagli operati dal Governo nel corso degli ultimi...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-00112 presentata da FRANCO PANIZZA
lunedì 29 aprile 2013, seduta n.016

PANIZZA - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca - Premesso che, a parere dell'interrogante:

a causa dei numerosi tagli operati dal Governo nel corso degli ultimi anni il settore dell'istruzione vive uno dei momenti più bui della sua storia e tale situazione genera gravissime ripercussioni sull'intero Paese;

in un momento di grave crisi economica, come quello attuale, che attanaglia il sistema Paese in modo più pesante rispetto ai più importanti Paesi europei, il Governo, invece di destinare investimenti pubblici al fine di risollevare l'andamento dell'economia e di garantire la continuità del diritto allo studio oltre alla qualità del sapere, ha operato scelte politiche, peraltro tramite l'uso indiscriminato dei decreti-legge e dei regolamenti, volte a ridurre il costo complessivo del sistema scolastico, senza curarsi degli effetti pratici sul settore e riducendo di fatto l'offerta scolastica a tutti i livelli;

decine di migliaia di insegnanti, spesso laureati, specializzati, abilitati e plurititolati, che da anni svolgevano con dedizione, pur nella precarietà, il lavoro della docenza, sono rimasti senza un contratto di lavoro e quindi senza la possibilità di insegnare e di guadagnarsi da vivere;

i provvedimenti adottati sino ad oggi, oltre a ridurre sensibilmente l'offerta formativa e la qualità della stessa, volgono indubbiamente verso un progressivo smantellamento del sapere libero ed aperto a tutti, come sancito dalla Carta costituzionale;

gli atti normativi e di natura regolamentare sinora adottati stanno producendo dei cambiamenti nel settore dell'istruzione, che non seguono un progetto di innovazione dello stesso, ma rappresentano di fatto il mero strumento per far cassa, diminuendo una delle voci della spesa pubblica tra le più importanti per il futuro della popolazione italiana;

a partire dal 2010 sono state chiuse le scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario (SSIS), uniche scuole che permettevano l'abilitazione per la scuola media (secondaria primo grado) e per la scuola superiore (secondaria secondo grado); quindi coloro che si sono laureati successivamente hanno iniziato a insegnare, ma non hanno avuto la possibilità di abilitarsi;

dal 2012 sono stati attivati i corsi di abilitazione (tirocinio formativo attivo-TFA ordinario), ma le prove sono state selettive e non tutti quelli che insegnano da anni sono riusciti ad accedervi; per di più alcune Province, come per esempio Trento, hanno attivato i corsi di abilitazione solo in alcune discipline;

secondo il nuovo meccanismo per accedere alla carriera nella scuola come insegnante, il TFA, coloro che sono in possesso di 3 annualità di insegnamento possono compiere il tirocinio speciale, ovvero un TFA senza test di ingresso. Una volta ottenuto l'accesso, oltre a dover pagare una sostanziosa quota di iscrizione, dovranno effettuare il tirocinio e superare l'esame finale. Solo in caso di esito positivo, sarà conseguita la tanto agognata abilitazione e si potrà accedere al concorso a cattedra;

coloro che hanno insegnato per molti anni gradirebbero, invece, che il Ministero dell'istruzione, università e ricerca li ammettesse immediatamente, così da poter continuare a lavorare senza rischiare di essere scavalcati da colleghi che potrebbero acquisire il titolo prima. L'abilitazione è poi anche titolo necessario per la partecipazione ad eventuali concorsi per l'assunzione a tempo indeterminato. Tutti desiderano, quindi, abilitarsi e vedere riconosciuti dei punteggi per quanto fatto negli anni. Tutti tali diritti sono sicuramente meritevoli di tutela;

la proposta dei contratti di rete avrebbe potuto avere qualche effetto benefico, ma il Ministero, probabilmente per timore di incrementare l'organico in maniera stabile e quindi di non poter poi effettuare ulteriori tagli sulla scuola, ha bloccato l'operazione;

se si aumentasse la stabilizzazione grazie a contratti di rete, se si procedesse alla sanatoria per i precari che stanno lavorando da anni e non hanno avuto la possibilità di frequentare la SSIS, se si diventasse più sistemici nel bandire concorsi a tempo indeterminato e se si ricorresse al concorso anche per le assunzioni a tempo determinato, si potrebbe realizzare un pacchetto che, nell'arco di un paio di anni, stempererebbe il clima di tensione che vi è attorno al precariato della scuola e darebbe un buon messaggio di attenzione alla qualità,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga di dover intervenire al fine di: revocare i provvedimenti amministrativi volti a diminuire ulteriormente gli organici e le dotazioni da assegnare alla scuola pubblica; adottare misure volte alla stabilizzazione del corpo docente precario; adottare le iniziative necessarie per garantire ai precari del settore, rimasti già dall'anno scolastico in corso senza un posto di lavoro, di poter usufruire degli ammortizzatori sociali che permettano il sostentamento economico; garantire sempre l'inizio dell'anno scolastico su tutto il territorio nazionale, mettendo gli uffici scolastici regionali nelle condizioni di poter assicurare agli studenti ed alle loro famiglie il diritto allo studio, comprensivo della presenza di docenti preparati a svolgere il proprio lavoro senza l'assillo della precarietà assoluta; assegnare risorse adeguate alle scuole pubbliche per l'attuazione di un piano nazionale per la messa a norma degli edifici scolastici e per la realizzazione di impianti energetici, che nel tempo possano produrre grandi risparmi e rispetto dell'ambiente.

(4-00112)