Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
C.4/00227 negli ultimi anni gli enti pubblici responsabili della gestione della viabilità, come ANAS e province, tendono ad utilizzare per la pulizia delle strade erbicidi in modo massiccio e spesso...
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-00227presentato daZACCAGNINI Adrianotesto diMartedì 16 aprile 2013, seduta n. 9
ZACCAGNINI, L'ABBATE, MICILLO, MANLIO DI STEFANO, GALLINELLA, LOREFICE, SILVIA GIORDANO, DE ROSA, SIBILIA, SPADONI, MANTERO, DE LORENZIS, BONAFEDE, BIANCONI, SIMONE VALENTE, PARENTELA, D'AMBROSIO, MARZANA, ZOLEZZI, VALLASCAS e BENEDETTI. —
Al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
negli ultimi anni gli enti pubblici responsabili della gestione della viabilità, come ANAS e province, tendono ad utilizzare per la pulizia delle strade erbicidi in modo massiccio e spesso incontrollato, piuttosto che metodi più tradizionali di falciatura manuale o meccanica;
la motivazione di questa diffusa tendenza risiede, con tutta probabilità, sia in un risparmio economico sia in un'ottimizzazione del tempo da parte degli enti, tuttavia i rischi, derivanti dall'uso di diserbanti, per l'ambiente e per la salute umana non vengono, a parere dell'interrogante, adeguatamente tenuti in considerazione;
diversi sono stati i casi segnalati dalle regioni italiane per l'uso e l'abuso di diserbanti utilizzati nella pulizia dei bordi delle strade;
solo qualche giorno fa, ad esempio, la regione Sardegna, per voce dell'assessore all'ambiente Andrea Biancareddu ha chiesto all'ANAS di sospendere immediatamente il trattamento a base di diserbanti e di ritornare ai metodi più tradizionali per la pulizia dei bordi delle strade e delle cunette;
l'utilizzo dei diserbanti, secondo quanto si legge nella nota della giunta sarda, produce conseguenze che appaiono lesive e mette in pericolo diritti fondamentali e costituzionalmente garantiti ovvero quelli alla «salute» e alla necessità di dover vivere in un ambiente sano;
in particolare, sempre secondo quanto riferito da Biancareddu, il prodotto usato sembra essere un erbicida disseccante a base di glyphosate, che è la materia prima di numerose sostanze usate anche in agricoltura;
il più diffuso erbicida a base di glyphosate è il Roundup, prodotto dalla multinazionale americana Monsanto e sul quale pesano molti dubbi circa la biodegradabilità e la capacità di non lasciare residui tossici dopo la sua applicazione. Proprio su questo prodotto, da alcune autorità sanitarie regionali è stato più volte disapprovato;
Biancareddu afferma inoltre che l'uso di simili prodotti in aree che ricadono all'interno delle zone Siti di Importanza Comunitaria (Sic) e Zone Speciali di Conservazione (Zps) può produrre effetti nocivi a specie animali e vegetali poste sotto tutela specifica e, più in generale, possa arrecare danni gravi a insetti come le api, con il rischio di alterare la biodiversità e la funzionalità degli ecosistemi;
pericoli vengono riscontrarti anche per ciò che riguarda la salubrità delle acque e la sopravvivenza degli organismi acquatici, considerando che il diserbante rilasciato ai bordi delle strade va a mischiarsi con le acque che defluiscono dall'asfalto verso le cunette e attraverso queste può arrivare alle falde acquifere. L'irrorazione del glyphosate, infatti, è, secondo quanto affermato dal professor Fabio Taffetani, ordinario di botanica sistematica dell'università politecnica delle Marche «altamente vietata nei pressi dei corsi d'acqua e delle zone umide a causa della sua accertata tossicità, anche a basse concentrazioni, sugli organismi acquatici»;
non possiamo dimenticare, inoltre, che distruggere completamente le piante ai bordi delle strade comprometterebbe anche la sicurezza del territorio, in quanto le radici, che con una falciatura tradizionale resterebbero intatte nel terreno vengono completamente distrutte dall'uso del diserbante, alzando il rischio di frane o smottamenti;
diversi studi negli ultimi anni hanno dimostrato la nocività a tutto tondo degli erbicidi a base di glyphosate. In particolare, i prodotti a base di glyphosate sono biodegradabili solo in piccole percentuali – come si legge nella scheda informativa in materia di sicurezza del glyphosate; la sostanza non è prontamente biodegradabile e nell'ambiente e negli impianti di trattamento dei reflui viene degradato lentamente;
secondo il rapporto ISPRA del 2013, glyphosate e il suo metabolita AMP sono tra gli inquinanti più abbondanti nelle acque superficiali; il glyphosate è devastante per la vegetazione in quanto tossico per tutte le piante verdi;
infine, il glyphosate è riconosciuto da diversi studi come possibile causa di malformazioni fetali e fortemente sospettato di correlazione con l'insorgenza di tumori del tipo linfoma non-Hodgkin's (vedi rivista Cancer, 15 marzo 1999, studio svedese di Hardell e Eriksonn sulla connessione tra glifosate e linfoma non-Hodgkin);
l'uso che viene fatto dall'ANAS e da numerose province del diserbante è spesso sistematico e copre superfici contigue lungo numerose strade nazionali e regionali, anche in aree protette o di elevato interesse paesaggistico, naturalistico e ambientale –:
se, in base a quanto esposto in premessa il Ministro interrogato non intenda, nell'ambito delle proprie competenze e a tutela della salute e del nostro ecosistema, chiedere ai responsabili della gestione della viabilità, come ANAS e province, di attivarsi al fine di limitare il ricorso ad erbicidi altamente tossici, come il glyphosate per la manutenzione della viabilità;
se non intenda, in ogni caso, escludere dalle aree protette o di particolare interesse naturalistico l'uso dei diserbanti, in modo da evitare danni alla salute per le popolazioni, nonché alla biodiversità animale e vegetale. (4-00227)