• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.4/00294 Antonino De Masi è un imprenditore che opera nell'ambito delle costruzioni meccaniche e dei servizi portuali, con sede nell'area industriale del porto di Gioia Tauro (Reggio Calabria); ...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00294presentato daNESCI Dalilatesto diLunedì 29 aprile 2013, seduta n. 10

NESCI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
Antonino De Masi è un imprenditore che opera nell'ambito delle costruzioni meccaniche e dei servizi portuali, con sede nell'area industriale del porto di Gioia Tauro (Reggio Calabria);
le aziende del gruppo De Masi occupano circa 160 lavoratori, secondo il blog del giornalista Roberto Galullo, del quotidiano economico Il Sole 24 Ore;
nella sentenza n. 1732/07 del tribunale di Palmi, riguardo alle aziende del gruppo De Masi è scritto che «hanno un'elevata capacità tecnologica e una radicata presenza nel settore delle macchine agricole sia sul mercato nazionale che sui mercati esteri come la Spagna, il Portogallo, l'Australia e la Nuova Zelanda»;
l'imprenditore De Masi fu membro del comitato di reggenza di Confindustria Reggio Calabria, presidente della Federmeccanica di Reggio Calabria e del consorzio Gioia Tauro Sviluppo per lo sviluppo delle aziende dell'area industriale ASI di Gioia Tauro-Rosarno-San Ferdinando;
nel 2002 lo stesso denunciò l'applicazione di tassi di usura bancaria nei suoi confronti e, grazie a una sentenza della Cassazione civile (n. 46669 del 23 novembre 2011), vide poi aprire – secondo Il Quotidiano della Calabria, articolo di Michele Albanese del 2 maggio 2012 – la strada delle azioni risarcitorie contro Banca di Roma, Antonveneta e Bnl, a motivo di prestiti con «tassi usurari dal 1997 alla fine del 2002»;
De Masi è noto per le sue testimonianze pubbliche di legalità e per un modello d'impresa su base etica, cui la stampa ha dedicato attenzione, per esempio la trasmissione Report, Rai Tre, del 17 aprile 2011;
come riportato dalla testata on line L'Infiltrato, l'imprenditore «si dimise da Confindustria calabrese quando s'accorse di anomalie, chiamato da Emma Marcegaglia fra i garanti», poi denunciando che «colleghi del Nord arrivano per pagare mazzette alla ’ndrangheta e piegarsi a una legge innaturale e contro lo Stato»;
l'area industriale del porto di Gioia Tauro – dove per Repubblica.it dell'otto giugno 2012 nell'ultimo anno sono stati sequestrati 2.385 chilogrammi di cocaina, articolo di Giuseppe Baldessarro » è caratterizzata dalla presenza di siti produttivi dismessi – per esempio della Isotta Fraschini, poi rilevata dalla Carrozzeria Fissore – pur se beneficiari di cospicui finanziamenti pubblici;
per le cronache della stampa, sabato 13 aprile 2013 sono stati sparati 44 colpi di Kalashnikov AK-47 contro il capannone della Global Repairs, azienda del gruppo De Masi che si occupa di riparazione e manutenzione di mezzi portuali, lì trovandosi un deposito dove da pochi giorni il gruppo ricovera i container vuoti movimentati nel porto di Gioia Tauro, per via di un contratto siglato con il terminalista poco prima della Pasqua scorsa;
all'interrogante risulta che per le riferite vicende di usura bancaria il De Masi abbia avviato di recente azione legale ex articolo 700 del codice di procedura civile, per vedersi anticipato un risarcimento pecuniario, procedimento pendente innanzi al giudice di Palmi;
il 17 aprile 2013 si è riunito a Reggio Calabria il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, al termine del quale, come riportato dalla stampa, a De Masi è stata assegnata una protezione –:
di quali elementi informativi disponga il Governo con riferimento alla richiamata vicenda e quali siano i suoi orientamenti con riguardo agli aspetti di competenza;
quali siano le misure previste, benché al momento vi sia una protezione, per la sicurezza personale dell'imprenditore De Masi, per la sicurezza della sua famiglia, per la sicurezza dei suoi dipendenti e per la continuazione dell'attività aziendale;
in che modo intendano intervenire per garantire la sopravvivenza di un gruppo che, come in premessa minato su più fronti, rischia di chiudere per mancanza di adeguate tutele e garanzie e per la vittoria di consorterie criminali di tipo mafioso sullo Stato e sul titolare dell'impresa economica. (4-00294)