• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/03200 BUEMI, Fausto Guilherme LONGO - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute - Premesso che, per quanto risulta agli interroganti: in data giugno...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-03200 presentata da ENRICO BUEMI
venerdì 19 dicembre 2014, seduta n.368

BUEMI, Fausto Guilherme LONGO - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute - Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:

in data giugno 1998 la ditta Zuccalà presenta al Comune di Galatone (Lecce) un progetto per adibire una cava di tufo dismessa a «Discarica per rifiuti inerti 2° categoria Tipo "a" contrada "Vignali». Da settembre 2008 a febbraio 2009, viene presentato per lo stesso sito, da una nuova ditta, "R.E.I S.r.l.", che ha precedentemente acquistato il terreno dell'ex cava, un «Progetto di adeguamento della discarica di rifiuti inerti alle disposizioni di cui al punto 7.2 del decreto commissariale n. 187 del 9 dicembre 2005». Con la determina dirigenziale n. 181 del 7 agosto 2009 il Comune di Galatone autorizzò soltanto un doveroso adeguamento alle norme di legge e di sicurezza ambientale della struttura al confine tra le comunità di Galatone e Nardò. Nell'agosto 2011 viene nuovamente presentato un progetto di «Ampliamento della discarica monomateriale per rifiuti non pericolosi sita in agro di Galatone (LE) in località Vignali-Castellino (Aut. Provincia di Lecce det. Dir. n. 2323/2009 e n. 83/2011)». Questo nuovo progetto prevede un enorme ampliamento della parte destinata ai prodotti contenenti amianto. Il rapporto tra la parte della discarica contenente amianto e l'altra parte contenente inerti semplici si inverte portando gli inerti a solo il 30 per cento del totale disponibile e il 70 per cento di amianto. Il nuovo progetto naturalmente si avvale delle autorizzazioni ottenute precedenza senza aver previsto pareri sui necessari adeguamenti della struttura;

nella successiva autorizzazione integrata ambientale al progetto di ampliamento della discarica, documento fondamentale per il rilascio dei pareri ambientali, in cui era richiesto il seguente requisito: «Nel raggio di 1 km dal perimetro dell'impianto sono presenti/assenti gli elementi naturali o antropici di seguito elencati», sono state riportate informazioni non del tutto corrette. Infatti: nel raggio di un chilometro dal perimetro dell'impianto si trovano molte case di abitazione, sia stagionali che residenziali. Ed è in zona paesaggistica; l'impianto stesso è in piena zona agricola, come peraltro si conferma nel prosieguo dell'AIA (alla pagina 4 "l'area interessata dalla piattaforma risulta interamente classificata come zona agricola"); in misura molto più prossima di un raggio di un chilometro c'è la condotta principale dell'acquedotto che collega Nardò e Galatone. Si trovano anche molti pozzi di emungimento a uso privato; a poco più di un chilometro si trova il depuratore finale della fognatura di Galatone; a poco più di un chilometro si trova l'ospedale di Nardò;

se i parametri sono così falsati, risulta falsata tutta la valutazione;

il comitato permanente per la tutela della salute, dell'ambiente e del territorio di Galatone, in data 20 ottobre 2014, per denunciare tali fatti, ha presentato un esposto al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lecce, esteso per conoscenza ad altri enti comunali e provinciali e alle forze dell'ordine, richiedendo l'immediato intervento della Polizia provinciale per la verifica della natura dei rifiuti di amianto destinati alla discarica e della loro conformità all'autorizzazione rilasciata e l'immediato intervento del comando dei Carabinieri e ove occorra del prefetto di Lecce per assicurare il rispetto delle prescrizioni di viabilità e sicurezza pubblica nonché l'immediato intervento della Procura in caso di perdurante inerzia degli organi preposti al controllo;

intanto, sempre nello stesso mese di ottobre, alcune balle di rifiuti solidi urbani di frazione umida tritovagliata, giacenti da almeno 9 anni presso la discarica di Cavallino (Lecce), venivano spostati dalla ditta REI e interrati nella discarica di Galatone, solo a seguito di un'autodichiarazione che classificava i rifiuti come CER 19.12.12. Ma è notorio che la frazione umida tritovagliata con codice CER 19.12.12 (sempre che proprio di questo si tratti), in ossequio alla normativa comunitaria e nazionale vigente (direttiva 1999/31/CE e dell'attuativo decreto legislativo n. 36 del 2003), deve essere sottoposta ad ulteriore trattamento per poter essere conferita in discarica. Perciò il presidente della Provincia, Gabellone, dopo averne prima autorizzato lo spostamento, ha, in seguito a sollevazione popolare, vietato il prosieguo delle operazioni di trasferimento in attesa di chiarimenti. Intanto alcuni carichi sono già stati interrati in discarica. E lì sono rimasti,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo, per quanto di competenza, siano a conoscenza dei fatti e se siano previsti particolari interventi da parte dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale e della Asl per controllare, dati i gravi profili igienico-sanitari ed ambientali, se siano state rispettate le normative vigenti nelle diverse fasi, sia di rilascio dei permessi sia in corso di gestione;

se siano state predisposte analisi chimico-fisiche, effettuate da ente terzo, del terreno ospitante la discarica, in modo da confrontare periodicamente le eventuali alterazioni dei valori chimico-fisici durante il ciclo di vita dello smaltimento dei rifiuti;

se si conoscano tutte le conseguenze delle dispersioni delle polveri o dei reflui in ogni situazione meteorologica e l'impatto delle emissioni nel contesto di un generale peggioramento della qualità dell'aria nel territorio di Galatone;

se siano noti e controllati il tipo di tutti gli scarichi e i residui dei processi di smaltimento nella cava.

(In allegato al presente atto di sindacato ispettivo è stata trasmessa documentazione che resta acquisita agli atti del Senato.)

(4-03200)