• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/07385 la società A2A spa è la multiutility nata il 1° gennaio 2008 dalla fusione tra AEM spa Milano e ASM spa Brescia con l'apporto di Amsa ed Ecodeco, le due società ambientali acquisite dal...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07385presentato daDE LORENZIS Diegotesto diLunedì 22 dicembre 2014, seduta n. 356

DE LORENZIS, NICOLA BIANCHI, LIUZZI, PAOLO NICOLÒ ROMANO e BRESCIA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
la società A2A spa è la multiutility nata il 1° gennaio 2008 dalla fusione tra AEM spa Milano e ASM spa Brescia con l'apporto di Amsa ed Ecodeco, le due società ambientali acquisite dal Gruppo;
il gruppo A2A al 31 dicembre 2013 deteneva il 71 per cento delle quote della società Edipower che risulta quindi una società soggetta all'attività di direzione e coordinamento di A2A spa;
Edipower detiene, tra l'altro, una centrale termoelettrica situata nella zona industriale di Brindisi, ad est del centro cittadino, con potenza lorda in esercizio è attualmente di 640 megawatt, con due gruppi convenzionali in funzione, alimentati esclusivamente con carbone;
la convenzione del 1996 integralmente recepita nel decreto del Presidente della Repubblica nell'aprile del 1998 che approvava il piano di risanamento dell'area a rischio di crisi ambientale, prescriveva la chiusura del primo e secondo gruppo alla fine del 2000, l'alimentazione a metano dei gruppi 3 e 4 dalla stessa data e fino alla chiusura dell'intero impianto alla fine del 2004, ma successivamente sono stati eseguiti provvedimenti governativi che prevedevano la variazione delle disposizioni impartite;
la centrale termoelettrica di Edipower ha acquisito l'autorizzazione all'esercizio a seguito della pronuncia di compatibilità ambientale (VIA) rilasciata dal decreto ex DSA-DEC-2009-1634 del 12 novembre 2009, come successivamente integrata ed aggiornata dall'atto prot. DVA-2010-0028308 del 23 novembre 2010 e la stessa centrale ha ottenuto decreto di autorizzazione integrata ambientale (AIA prot. DVA-DEC-2012-0000434, entrato in vigore il 13 settembre 2012;
il 4 ottobre 2013 è stata presentata al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare richiesta da parte di Edipower spa di procedura coordinata per il rilascio di via-aia per cui attualmente la centrale termoelettrica di Brindisi, è composta di 4 gruppi termoelettrici da 320 MWe, alimentati a carbone, di cui due (BR1 e BR2) messi fuori servizio dal 2001. Il progetto prevede lo spegnimento e la messa in conservazione del gruppo 3 e la realizzazione di interventi sul gruppo 4 rendendo possibile la combustione contemporanea di carbone e CSS combustibile (rapporto co-combustione fino ad un massimo del 10 per cento in input termico);
la stessa società nello studio di impatto ambientale ammette che «nell'attuale situazione del mercato dell'energia elettrica nonché dell'assetto impiantisco e di funzionamento della Centrale non rendono attuabile l'adeguamento della stessa alle prescrizioni di cui al punto 10.i del decreto AIA con le modalità previste dal progetto già destinatario di Decreto di compatibilità ambientale prot. DSA-DEC-2009-1634 del 12 novembre 2009, come modificato dal decreto prot. DVA-2010-0028308 del 23 novembre 2010», per cui aggiunge che «il Progetto di co-combustione del carbone con Combustibile Solido Secondario combustibile (di seguito “CSS Combustibile”) è pertanto proposto in alternativa allo scenario AIA 36 mesi economicamente non sostenibile nelle condizioni attuali del mercato dell'energia elettrica»;
secondo le osservazioni della provincia di Brindisi depositate in data 15 gennaio 2014, le osservazioni di Lega Ambiente in data 21 gennaio 2014 e le osservazioni dell'Associazione salute pubblica in Brindisi in data 13 marzo 2014, effettuate durante la fase di consultazione della procedura sopraccitata si evince fra l'altro quanto segue:
1) in merito all'approvvigionamento dei CSS, il gestore non ha fornito indicazioni circa la quantità, la qualità e il bacino di provenienza e il sito di produzione di tale combustibile; inoltre il gestore non ha sviluppato alcuna considerazione in merito al Piano regionale dei rifiuti urbani approvato dalla regione con delibera di giunta regionale n. 959 del 13 maggio 2013 che è lo strumento di riferimento normativo per la produzione e l'utilizzo anche del CSS-combustibile; la regione prevede nel piano che tutti gli impianti di trattamento degli RSU e delle raccolte differenziate, siano dotati di trattamento a freddo, in grado di prevedere il quasi totale recupero della varie componenti limitando al solo 5 per cento il conferimento in discarica ed al 18 per cento il quantitativo non direttamente riciclabile. Per questa ultima componente non direttamente riciclabile e riferibile appunto al CSS, la regione ha ritenuto che questa possa ancora essere, con adeguati trattamenti, riciclabile e quindi con recupero di materia, non contemplando la possibilità di realizzare nuovi impianti pubblici dedicati al trattamento termico/combustione; inoltre si deduce che Edipower propone di portare in combustione a Brindisi un CSS-combustibile che è, nei contenuti di cloro e mercurio, qualitativamente peggiore rispetto a quello prodotto in Puglia negli impianti esistenti, il CSS-combustibile proposto da Edipower (classi 3,3,2) rappresenta il peggiore fra quelli producibili e quindi non risponde alle indicazioni del decreto 22 del 2013 ed a quelle stesse della normativa comunitaria che impongono l'uso di un «prodotto», di «alta qualità»;
2) le evidenze di danno sanitario connesso alle emissioni industriali ed in particolare energetiche considerando anche che l'impianto risulta estremamente vicino agli abitati della Materdomini;
3) i gruppi 1 e 2 sono fermi dal 2001 ed il decreto AIA del 7 agosto 2012 prescrive lo smantellamento di questi entro 36 mesi. A distanza di 17 mesi dal decreto autorizzativo AIA i lavori di demolizione non sono ancora stati avviati o, per meglio dire, non è stata avviata alcuna richiesta di autorizzazione ed Edipower annuncia l'intenzione di formulare tale richiesta nell'ambito dello Sia, ciò che, al di là delle dichiarazioni, testimonia ad avviso degli interroganti la volontà di rimettere l'attuazione della richiesta di autorizzazione della demolizione all'esito della procedura VIA in corso;
4) il gruppo 3, così come il 4, per il quale si chiede l'autorizzazione del nuovo progetto, è attualmente fermo a causa della estrema criticità ambientale dell'intero ciclo produttivo (sono attualmente in corso il risanamento e la bonifica del vecchio carbonile su area di proprietà dell'Enel verso cui, come Edipower evidenzia, il carbone è trasportato con camion);
il 25 marzo 2014 la A2A Ambiente, facente capo ad A2A Apa ha presentato alla provincia di Brindisi, al comune, all'ARPA, all'ASL, al Consorzio ASI ed al comando provinciale dei Vigili del fuoco: «Istanza di Valutazione di Impatto Ambientale e contestuali istanze di Autorizzazione saggistica e di Autorizzazione Unica alla realizzazione e all'esercizio di un impianto di trattamento di rifiuti speciali non pericolosi, sito nella zona industriale di Brindisi» finalizzato alla produzione di CSS ai sensi del decreto ministeriale 22 del 14 febbraio 2013 che, fatta salva la verifica qualitativa, è da portare in co-combustione nell'adiacente centrale a carbone;
tuttavia, la società A2A non ha presentato richiesta di rilascio di autorizzazione integrata ambientale nonostante il decreto legislativo n. 46 del 2014 del 4 marzo 2014 (G.U. n. 72 del 27 marzo 2014) estenda, tramite modifica all'Allegato VIII della Parte II del decreto legislativo n. 152 del 2006, relativa alla VIA-VAS e AIA, le attività di autorizzazione integrata ambientale ad impianti che trattano rifiuti «non pericolosi» con capacità superiore a 75 tonnellate giornaliere, come quello del progetto di A2A, definendone i quantitativi giornalieri da trattare; quindi la richiesta del proponente non può essere limitata alla sola VIA, alla autorizzazione paesaggistica ed alla autorizzazione unica ambientale, ma deve prevedere anche l'autorizzazione integrata ambientale (AIA);
i due proponenti, A2A ambiente e Edipower Spa, facenti capo ad un unico gruppo imprenditoriale, A2A SpA, presentano due differenti progetti, il primo – riguardante la centrare termoelettrica per bruciare CSS – al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ed il secondo – riguardante l'impianto di trasformazione dei rifiuti in CSS – alla provincia giustificando e facendo riferimento nel secondo progetto ad un procedimento ancora in corso – il primo – senza il quale il secondo progetto non avrebbe senso di esistere, per cui a detta dell'interrogante, sarebbe stato opportuno presentare un unico procedimento che prevedesse gli impatti ambientali complessivi derivanti dall'unico progetto imprenditoriale così come previsto in questi casi ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006 e ribadito in diverse sentenze del TAR;
secondo i dati Terna, nel 2013 la regione Puglia ha prodotto 35.431,3 GWh di energia elettrica netta (37.381,7 GWh lorda) destinata al consumo di cui 27.903 GWh prodotta dalle 75 centrali termoelettriche tradizionali presenti nel territorio regionale, 3.883 GWh prodotta dai 475 impianti di eolico, 3.640,5 GWh prodotta dai 38.951 impianti di fotovoltaico;
secondo i dati Terna, il consumo di energia elettrica nel 2013 in Puglia è stato di 18.961,2 GWh con consumo pro capite per abitante di 4.188 kWh, con un «Supero» della produzione rispetto alla richiesta di 16.470,1 GWh quindi l'86,9 per cento della produzione di energia elettrica prodotta in più rispetto alla richiesta;
la significativa riduzione della domanda di energia causata dalla crisi economica e il forte aumento della produzione da fonti rinnovabili, aventi priorità di dispacciamento rispetto agli impianti termoelettrici che operano sul mercato dell'energia elettrica, hanno determinato una drastica riduzione delle ore di funzionamento della centrale Edipower di Brindisi;
il territorio di Brindisi è stato considerato come area ad alto rischio di crisi ambientale per quanto riguarda l'inquinamento atmosferico ed in particolare il luogo in cui è compresa l'area industriale in questione;
la legge n. 426 del 1998 ai sensi dell'articolo 14 del decreto legislativo n. 22 del 1997 e articolo 15 del decreto ministeriale Ambiente n. 471 del 1999, dichiara Brindisi sito interesse nazionale da bonificare per l'elevato inquinamento già prodotto dalle attività industriali a conferma della crisi ambientale correlata da dati sanitari allarmanti della popolazione;
nello studio di impatto ambientale proposto al Ministero vi è inoltre riportato che con la modifica richiesta, il rendimento, inteso come efficienza energetica della centrale passerebbe dal 33,4 per cento al 35,1 per cento e quindi sarebbe ben lontano dall'efficienza energetica del 65 per cento prevista dalla direttiva europea 98/2008 recepita dall'ordinamento italiano per catalogare l'attività di combustione come recupero energetico per cui, a detta dell'interrogante, l'attività della centrale termoelettrica di Brindisi sarebbe catalogata, al pari di una qualsiasi discarica, come smaltimento. Inoltre, l'impianto non essendo un impianto di recupero energetico, non rientrerebbe tra gli impianti previsti dall'articolo 35, comma 6, del decreto-legge n. 133 del 2014 che prevede per i soli impianti di recupero energetico la non sussistenza dei vincoli di bacino al trattamento dei rifiuti urbani, rendendo tale impianto inidoneo ad accogliere materiale proveniente da fuori regione;
a detta dell'interrogante vi è forte contrasto con le previsioni del piano regionale dei rifiuti urbani e la richiesta di Edipower di portare in combustione il CSS-combustibile e ciò anche in virtù di quanto proposto nella istanza presentata alla provincia in merito alla realizzazione di un apposito impianto adiacente alla centrale dalla centrale, destinato alla produzione del CSS-combustibile –:
se il Governo intenda dare parere negativo nella procedura di valutazione di impatto ambientale di propria competenza per tutto ciò che è espresso in premessa;
se siano state rispettate le prescrizioni impartite dal decreto AIA del 7 agosto 2012, per la centrale termoelettrica;
se il Governo intenda verificare lo stato degli impianti dismessi, la loro messa in sicurezza e disporre l'avvio, realmente «separato», delle procedure autorizzative dei lavori di smantellamento, anche in considerazione degli impegni assunti da Edipower all'atto della stipula dell'accordo di programma finalizzato alla bonifica del sito dimesso, nell'ambito del SIN di Brindisi i cui proventi sono già stati incassati dallo stesso Ministero;
quale sia lo stato di avanzamento della caratterizzazione, della messa in sicurezza e della bonifica nel SIN di Brindisi e quali iniziative intenda adottare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per attuare il prima possibile le bonifiche. (4-07385)