• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/02679-bis- ... considerato che: nel contribuire alle difficoltà della finanza pubblica nel nostro Paese come resocontato dalla stessa Corte dei conti; informazioni a portata della...



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/02679-bis-B/176presentato daMELILLA Giannitesto diLunedì 22 dicembre 2014, seduta n. 356

La Camera,
considerato che:
nel contribuire alle difficoltà della finanza pubblica nel nostro Paese come resocontato dalla stessa Corte dei conti;
informazioni a portata della collettività, per mettere i cittadini in grado di rendersi conto di come funziona la burocrazia e, dunque, come vengono spesi i soldi pubblici possono costituire uno dei più efficaci strumenti di controllo per combattere il malaffare dentro la pubblica amministrazione;
le norme per rendere gli uffici pubblici più trasparenti discendono dalla legge n. 190 del 2012, che ha imposto il giro di vite anti-mazzette. La trasparenza ha poi trovato norme di dettaglio nel decreto legislativo n. 33 del 2013, che ha imposto a tutte le pubbliche amministrazioni di avere sul proprio sito istituzionale una finestra dedicata alla comunicazione di tutta una serie di informazioni: dai redditi dei politici ai bilanci degli enti, dalle consulenze ai concorsi, dagli appalti alle partecipazioni societarie;
a un anno e mezzo di distanza, quegli obblighi sono stati rispettati solo in parte: i piani triennali per la trasparenza che fanno il paio con quelli anti-corruzione in molti uffici ancora latitano; su 13 ministeri monitorati, cinque ancora se ne devono dotare, tra cui quelli dell'economia e delle infrastrutture; l'Inail lo ha adottato, mentre altrettanto non si può dire dell'Inps; su quasi cento atenei, 70 ancora non sanno cosa sia il piano della trasparenza;
molte amministrazioni ancora continuano a non pubblicare sui propri siti i dati o, nel migliore dei casi, quando lo fanno, spesso la lettura delle informazioni è difficile se non impossibile. Per esempio, perché inseriscono file di difficile lettura. Eppure il decreto n. 33 prevede che i dati siano non solo immessi in rete in un formato aperto, ma soprattutto siano aggiornati, completi e di semplice consultazione;
l'Autorità anticorruzione controllando 231 enti rispetto ai quali era arrivata una segnalazione, ha constatato che ben 163 risultavano inadempienti,

impegna il Governo

a prendere le opportune iniziative amministrative e legislative al fine di ottenere da parte di tutte le pubbliche amministrazioni l'effettiva pubblicazione sui loro siti, con modalità facilmente accessibili, dei dati riguardanti appalti e consulenze, prevedendo forme sanzionatorie per le amministrazioni inadempienti.
9/2679-bis-B/176. Melilla, Marcon, Paglia, Ferrara, Ricciatti.