Testo della risposta
Atto a cui si riferisce:
C.4/01665 il CARA (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Mineo è stato inaugurato il 18 marzo 2011 a seguito della proclamazione dello stato di emergenza nel territorio nazionale in relazione...
Atto Camera
Risposta scritta pubblicata Mercoledì 30 luglio 2014
nell'allegato B della seduta n. 275
4-01665
presentata da
PALAZZOTTO Erasmo
Risposta. — Le presenze all'interno del centro di accoglienza per richiedenti asilo di Mineo sono costantemente aumentate, dal momento della sua apertura, in relazione al crescente afflusso di migranti sul territorio nazionale, che è strettamente connesso alla grave instabilità politica dei Paesi africani del Mediterraneo e dell'area sub-sahariana nonché della Siria, Questa situazione di affollamento ha determinato alcuni degli episodi citati nel documento parlamentare. Il 14 giugno 2013, in seguito all'arresto di un cittadino proveniente dal Mali, un centinaio di migranti di etnia francofona hanno provocato violenti scontri con le forze dell'ordine, lanciando sassi e incendiando diversi cassonetti dei rifiuti; le forze di polizia hanno immediatamente disperso i responsabili e, grazie a un'intensa attività di mediazione, hanno ristabilito l'ordine all'interno del centro. L'episodio verificatosi la mattina del 1o agosto, riconducibile a un'aggressione che ha coinvolto cittadini nazionalità nigeriana e ghanese, si è concluso con l'arresto di due migranti, ritenuti responsabili degli scontri.
Sulla base di una convenzione stipulata l'8 marzo 2013, dal prefetto di Catania, la gestione della struttura è stata affidata, fino al 31 dicembre 2013, al consorzio «Terra di accoglienza», costituito da alcuni comuni del comprensorio Calatino. Un successivo accordo, siglato il 20 dicembre 2013, ha attribuito la gestione del centro allo stesso consorzio per tre anni, a partire dal 1o gennaio 2014. Il Ministero dell'interno, tramite la locale prefettura, corrisponde al consorzio la somma di trentacinque euro al giorno per ogni migrante presente nella struttura; tale importo è comprensivo degli oneri per la locazione del complesso immobiliare e per il suo mantenimento, nonché per la gestione dei servizi socio-assistenziali a favore degli ospiti.
La necessità di abbreviare i tempi di permanenza all'interno dei cara presuppone l'accelerazione dell'esame delle stanze di protezione internazionale. Tale esigenza appare ineludibile a causa dell'aumento delle istanze: nel corso dell'intero 2013 le domande di asilo presentate sono state circa 27 mila, mentre nel primo trimestre di quest'anno ne sono già state avanzate più di 13 mila, con un incremento di circa il 140 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Nel 2013, le commissioni hanno deciso l'esito di oltre 24 mila richieste e, nei primi mesi del 2014, quello di circa 9 mila ulteriori istanze. La bassa percentuale dei dinieghi – inferiore a un terzo – dimostra che si tratta prevalentemente di migranti non economici.
Di conseguenza, le commissioni territoriali sono state progressivamente incrementate: attualmente ne sono attive venti, ma l'obiettivo del Governo è di aumentarne ulteriormente il numero, rendendo il sistema allo stesso tempo più ampio, sul piano dell'operatività territoriale, e più flessibile, cioè capace di adattarsi meglio alle necessità contingenti.
Inoltre, il Governo sta lavorando per migliorare il funzionamento del sistema di accoglienza, integrando la rete dei centri governativi e il circuito dell'assistenza diffusa gestito dagli enti locali. In questa prospettiva, è stato programmato l'ampliamento del sistema Sprar, che da 9.440 posti è già salito a 12 mila e verrà progressivamente incrementato fino ad assicurare l'assistenza di 19 mila persone.
In attesa che venga raggiunta la piena capacità ricettiva, a fronte della necessità di dover garantire, nel pieno dell'emergenza, la sistemazione dei migranti arrivati in Italia con gli ultimi sbarchi, il Ministero dell'interno ha chiesto ai prefetti di promuovere tutte le iniziative necessarie per un'espansione straordinaria dei Piano nazionale di distribuzione, dando in tal modo sistemazione a circa 8 mila persone.
L'accoglienza diffusa richiede una governance pienamente condivisa con le regioni e gli enti territoriali: a questo scopo, presso il Viminale opera il tavolo di coordinamento nazionale che ha definito linee-guida secondo le quali i prefetti dovranno attivare, nella stessa logica di concertazione, analoghe cabine di regia sul territorio.
Ripensare il sistema di accoglienza in una chiave non emergenziale richiede anche il ricorso a forme organizzative più razionali e meno dispersive. Di conseguenza, il Governo è attento anche alla qualità della spesa erogata per il funzionamento dei centri governativi. In quest'ottica, si sta sperimentando un'inedita tipologia di struttura – una sorta di hub – concepita come base logistica ampia, di primo ingresso, nella quale effettuare, tra le altre attività, l'identificazione, il fotosegnalamento, il triage sanitario e l'informazione legale del migrante. Queste nuove strutture potranno progressivamente sostituire i cara, favorendo, sin dal momento della prima accoglienza, l'individuazione del profilo migratorio del cittadino straniero al fine della sua successiva collocazione nelle strutture dello Sprar, a vantaggio della qualità del sistema di accoglienza.
Sempre nella direzione di un miglioramento dei servizi, è in corso di ridefinizione il capitolato generale d'appalto relativo alle prestazioni da erogare, nell'ottica di una costante attenzione alle condizioni di vulnerabilità del migrante. In questo senso verranno messe a punto ulteriori iniziative per migliorare le condizioni di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e il loro accesso alle procedure di asilo.
Inoltre, proseguirà l'attività di monitoraggio sul rispetto degli standard di accoglienza in tutti i centri per immigrati, ivi compresi quelli che si è reso necessario istituire in via temporanea, grazie al rinnovo per l'anno in corso della convenzione con le organizzazioni umanitarie aderenti al «Progetto Praesidium», Unhcr, Oim, Croce rossa italiana e Save the children.
Infine, poiché l'Italia è uno dei Paesi europei maggiormente esposti alla pressione migratoria, il Governo ha chiesto all'Europa di dimostrare maggiore attenzione su questo tema, anche tramite una revisione della Convenzione di Dublino: infatti, è necessario modificare il principio sul quale l'Europa regola la competenza ad accogliere chi richiede e ottiene protezione, permettendo al richiedente asilo o al rifugiato di spostarsi all'interno dell'Europa secondo la propria volontà e in adesione al proprio progetto di vita.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Domenico Manzione.