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Atto a cui si riferisce:
C.4/01813 è in corso da sabato 7 settembre 2013 una petizione promossa dalla LAV «Io sto con gli scoiattoli» per fermare lo sterminio in atto degli scoiattoli grigi secondo il progetto «EC-SQUARE»...



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 7 ottobre 2014
nell'allegato B della seduta n. 304
4-01813
presentata da
TACCONI Alessio

Risposta. — In relazione all'interrogazione in esame, giova innanzitutto evidenziare che lo scoiattolo grigio è un roditore forestale di origine nord americana introdotto artificialmente in Italia, prima in Piemonte, Lombardia e Liguria e poi, più recentemente, in Umbria. Si tratta di una specie che naturalmente non sarebbe presente tra la fauna italiana ed europea e rappresenta, quindi, una manipolazione, per mano dell'uomo, degli assetti naturali degli ecosistemi. La presenza in Italia di questa specie costituisce un grave pericolo per la sopravvivenza dello scoiattolo rosso, unica specie di scoiattolo arboricolo nativo in Italia e in Europa. Le due specie sono infatti in competizione tra loro e, nelle aree in cui è stato immesso artificialmente, lo scoiattolo grigio determina l'estinzione dello scoiattolo rosso.
L'unico modo per assicurare la sopravvivenza dello scoiattolo rosso è la rimozione dello scoiattolo grigio.
Lo scoiattolo grigio è stato introdotto anche in Gran Bretagna e Irlanda, molti decenni prima che in Italia. La dinamica e l'interpretazione degli esiti di queste introduzioni, in entrambe le isole, è ben chiara ed evidente. Lo scoiattolo grigio ha infatti ben presto iniziato la sua espansione, seguita dalla scomparsa su larga scala dello scoiattolo rosso. Di conseguenza, in questi Paesi lo scoiattolo rosso è diventato una delle specie ad elevato rischio di estinzione. La presenza dello scoiattolo grigio in Gran Bretagna e Irlanda, seppur localmente vissuto come un problema grave, riveste un interesse minore per l'Europa nel suo complesso poiché, trattandosi di isole, è difficile che la sua espansione tocchi altri Paesi europei.
La presenza dello scoiattolo grigio in Italia costituisce, al contrario, un serio rischio per la sopravvivenza dello scoiattolo rosso non solo nel nostro Paese, ma anche nelle aree confinanti come Francia e Svizzera e, nel lungo termine, nell'intero continente europeo.
Lo scoiattolo grigio americano è una delle specie maggiormente invasive in Europa. La competizione con lo scoiattolo rosso è di tipo alimentare: lo scoiattolo grigio riesce a sfruttare meglio le risorse alimentari del bosco, in particolare i semi di querce e altre specie arboree, ed è anche in grado di sottrarre parte dei semi immagazzinati dallo scoiattolo rosso per l'inverno. In Gran Bretagna e Irlanda la competizione è anche mediata da un virus che uccide gli scoiattoli rossi, mentre gli scoiattoli grigi ne sono immuni. Il virus non è presente in Italia, ma la competizione alimentare è sufficiente, da sola, a determinare la scomparsa dello scoiattolo rosso. Di fatto, lo scoiattolo rosso si è estinto in un'area di circa 1.700 chilometri quadrati a sud della città di Torino dove prima dell'arrivo dello scoiattolo grigio era presente in molti boschi. Lo stesso sta succedendo in altre aree dove la specie americana è stata introdotta. Questi dati sono comprovati da numerose pubblicazioni scientifiche ampiamente riconosciute e citate dalla comunità scientifica internazionale che da decenni è impegnata nella conservazione della fauna su scala sia locale che globale.
Peraltro, lo scoiattolo rosso non sta diminuendo in Europa nelle aree ove non è presente lo scoiattolo grigio. Infatti, numerosi studi pubblicati negli ultimi decenni indicano come la specie sia in espansione e stia ricolonizzando molti ambienti frammentati nei quali si era estinto in passato (ad esempio in Belgio e Olanda) e sia oramai presente anche in molti parchi urbani in diversi paesi europei (ad esempio Belgio, Francia, Polonia, Italia). In Italia l'aumento della superficie forestale in zone subalpine e collinari ha favorito la diffusione e l'aumento della specie in molte aree, anche del nord Italia, dove non è presente lo scoiattolo grigio. Una forte diminuzione dell'area di presenza dello scoiattolo rosso si registra, infatti, solo in Piemonte e in qualche area della Lombardia dove si sta diffondendo la specie americana.
Risulta, quindi, ampiamente dimostrato che la maggiore causa di estinzione dello scoiattolo rosso è la competizione con lo scoiattolo grigio. Ciò è chiaramente riportato sia nella lista rossa mondiale elaborata dall'IUCN (The World Conservation Union – Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), la maggiore organizzazione scientifica mondiale per la conservazione della natura, e sia nella lista rossa italiana presentata da questo Ministero cui hanno collaborato le maggiori associazioni scientifiche italiane. Nella lista rossa italiana, la specie è classificata a «più basso rischio» (LR) poiché mostra ancora una discreta diffusione nella penisola, ma è sottolineato, anche, come l'espansione dello scoiattolo grigio nelle regioni del nord costituisca un forte fattore di minaccia che potrebbe produrre una drastica riduzione delle popolazioni e il cambio futuro del suo status.
A seguito di queste considerazioni, lo Standing Committee della Convenzione di Berna ha più volte inviato raccomandazioni al nostro Paese perché agisca per la salvaguardia dello scoiattolo rosso. In particolare, sono state inviate tre raccomandazioni ufficiali all'Italia (raccomandazioni n. 78 del 1999, n. 114 del 2005 e n. 123 del 2007) nelle quali si chiedeva al nostro Paese di eradicare le popolazioni di scoiattolo grigio presenti sul proprio territorio. A seguito della mancanza di iniziative adeguate, nel novembre 2008 lo Standing Committee della Convenzione di Berna ha aperto una procedura contro l'Italia («Case file») per non aver rimosso lo scoiattolo grigio dalle aree di presenza. Il «Case file» non comporta sanzioni pecuniarie, ma indica una forte preoccupazione dell'Europa e impegna l'Italia a intervenire. Il mancato impegno degli accordi sottoscritti a livello internazionale, a prescindere da eventuali sanzioni economiche, è comunque un elemento di forte discredito per il nostro Paese che occorre assolutamente evitare, in particolare nell'ambito degli interventi finalizzati alla conservazione dell'ambiente e della fauna.
Il progetto Life EC-Square, dal canto suo, prevede interventi di gestione dello scoiattolo grigio in Piemonte, Lombardia e Liguria. Il progetto riceve anche un contributo economico della Commissione europea, in seguito a una graduatoria di merito che ha riguardato numerosi altri progetti. Per contenere lo scoiattolo grigio nei territori in cui causa la scomparsa dello scoiattolo rosso, gli operatori usano tecniche sottoposte a un rigoroso controllo, sia legislativo che etico. È previsto che gli animali siano addormentati con anidride carbonica e che la soppressione avvenga tramite sovradosaggio della stessa sostanza. Le tecniche di eutanasia adottate sono quindi più attente al benessere animale rispetto alle procedure normalmente impiegate sia nel controllo di altre specie alloctone, come la nutria, sia di specie autoctone come il ghiro.
In alcuni casi particolari, ossia per piccoli nuclei di scoiattoli che vivono in parchi urbani molto frequentati e che qui hanno acquisito un forte valore affettivo per la popolazione, come ad esempio a Genova Nervi, gli animali saranno sterilizzati e liberati in altri parchi urbani dove non possano venire in contatto con lo scoiattolo rosso e dove possa essere assicurata la loro permanenza in condizioni di benessere senza che siano in grado di riprodursi e quindi evitando l'ampliamento della popolazione. Si tratta di una soluzione costosa e tecnicamente complessa, possibile solo per piccoli nuclei, e prevista per la prima volta in Italia proprio per venire incontro alla sensibilità di molti cittadini e che certamente non può essere definita «uno sterminio» poiché assicura la sopravvivenza degli animali, seppur impedendone la riproduzione. Tale intervento è del tutto analogo alla procedura messa in atto per limitare il proliferare di individui nelle colonie di gatti nelle città, operazioni spesso direttamente gestite dalle associazioni animaliste.
È doveroso ricordare che la tutela delle specie autoctone minacciate da specie introdotte è da ritenersi azione prioritaria, così come indicato da numerose leggi e convenzioni internazionali. Tra queste si ricordano la Convenzione di Rio de Janeiro sulla diversità biologica, ratificata dall'Italia con legge 14 febbraio 1994 n. 124; la Convenzione di Berna per la conservazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale in Europa, ratificata dall'Italia con legge 5 agosto 1981 n. 503; la direttiva 92/43/CEE (direttiva Habitat) del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche.
Le attività di intervento sullo scoiattolo grigio risultano coerenti, altresì, con la strategia europea per la biodiversità al 2020 – COM (2011) 244, obiettivo prioritario 5. «Ridurre sensibilmente l'impatto delle specie esotiche invasive e dei genotipi esotici sulla biodiversità dell'UE: fronteggiare la minaccia alla biodiversità rappresentata dalle specie alloctone invasive». Il controllo dello scoiattolo grigio è, inoltre, coerente con la «Strategia europea sulle specie alloctone invasive», formalmente adottata nel 2003 dal comitato permanente della Convenzione di Berna, e successivamente approvata dalla convenzione per la biodiversità e dal Consiglio dei ministri europeo, e con la recente proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio – COM (2013) 620, recante «Disposizioni volte a prevenire e a gestire l'introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive».
È posto in capo all'Italia, dunque, un preciso dovere istituzionale per dare corso a interventi finalizzati a impedire l'espansione delle popolazioni di scoiattolo grigio dal territorio nazionale e verso i paesi limitrofi. A tale proposito è bene sottolineare come attraverso il «Piano d'Azione Nazionale sullo Scoiattolo grigio» questo Ministero abbia fornito, sul punto, precise linee di indirizzo.
In ultimo, si ricorda che nel quadro di un'azione complessiva, e cioè che non si limita alla sola rimozione dello scoiattolo grigio, è stato emanato da questo Ministero, di concerto con il Ministero delle risorse agricole alimentari e forestali e il Ministero per lo sviluppo economico, il decreto in data 24 dicembre 2012, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 28 del 2 febbraio 2013, recante «Disposizioni per il controllo della detenzione e del commercio degli scoiattoli alloctoni appartenenti alle specie Callosciurus erythraeus, Sciurus carolinensis e Sciurus niger», con il quale si vieta in Italia il commercio, l'allevamento e il possesso di esemplari di scoiattolo grigio, riducendo in questo modo il rischio di nuove introduzioni.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Gian Luca Galletti.