• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/00377 NENCINI, DI GIORGI - Al Ministro per i beni e le attività culturali - Premesso che, a quanto risulta agli interroganti: la situazione di grave difficoltà in cui versano le istituzioni...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-00377 presentata da RICCARDO NENCINI
mercoledì 19 giugno 2013, seduta n.044

NENCINI, DI GIORGI - Al Ministro per i beni e le attività culturali - Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:

la situazione di grave difficoltà in cui versano le istituzioni culturali statali in tutta Italia, a Firenze, sta addirittura raggiungendo livelli di criticità tali da minacciare la loro stessa sopravvivenza. In particolare, l'Opificio delle Pietre dure, la Biblioteca Nazionale e il Polo Museale sono tra gli enti statali fiorentini maggiormente colpiti dallo stato di emergenza;

tra essi, pur tenendo conto delle diverse peculiarità, sussistono problematiche comuni. La prima deriva dal blocco delle assunzioni, determinato dai decreti governativi degli ultimi anni, che non permette il fisiologico turnover dei ruoli tecnico-scientifici (dirigenti, archeologi, architetti, storici dell'arte, bibliotecari, restauratori conservatori, collaboratori restauratori, esperti scientifici, esperti informatici). L'ultimo concorso significativo risale all'86. Considerato che l'età media dell'attuale personale in carica si aggira mediamente intorno ai 55 anni, si assisterà nel giro di pochi anni allo svuotamento delle risorse umane e alla mancanza della possibilità di formare nuove professionalità. Tra l'altro le suddette risorse rientrano nella normativa precedente all'entrata in vigore della riforma Fornero, che obbliga il pensionamento ai 65 anni. Gli attuali quadri direttivi, che finora hanno presentato domanda al Ministero per i beni e le attività culturali di permanenza in servizio fino all'attuale limite minimo per il pensionamento di vecchiaia (66 anni e 3 mesi), si sono visti negare tale possibilità. La cosa è tanto più paradossale perché, secondo la nuova normativa, i colleghi nati a distanza di pochi giorni, e cioè dal 1° gennaio 1952, possono optare per una uscita "flessibile", a loro scelta, tra i 66 e i 70 anni;

l'altro problema è rappresentato dai profondi tagli finanziari alla cultura derivanti dalla spending review. Nelle linee programmatiche dell'azione del Ministro per i beni e le attività culturali, presentate alle Commissioni riunite VII Camera e 7ª Senato il 23 maggio 2013, si legge che le spese per interventi urgenti al verificarsi di emergenze, relativi alla salvaguardia dei beni culturali, eccetera sono passate, da circa 65 milioni di euro del 2008, a circa 27 milioni del 2013, con un decremento del 58 per cento. La disponibilità per gli interventi ordinari per la tutela del patrimonio culturale è passata, da circa 99 milioni del 2008, a circa 47 milioni del 2013, con un decremento pari al 52 per cento. La disponibilità delle risorse derivanti dagli introiti del gioco del lotto, sempre finalizzate all'attività di tutela del patrimonio artistico, è passata, da circa 89 milioni del 2008, a circa 25 Milioni del 2013, con un decremento del 71 per cento. Infine, il contributo del Ministero per i beni e le attività culturali è passato da circa i 17 milioni del 2009 a circa i 14 milioni del 2013, con un decremento del 18 per cento. Se i musei afferenti al Polo Museale possono contare sulle entrate dei servizi aggiuntivi (biglietteria, book shop, eccetera), marginali rispetto alle reali esigenze gestionali, per quanto riguarda l'Opificio delle Pietre Dure, la Soprintendenza territoriale e la Biblioteca Nazionale non è possibile neanche contare su tali risorse;

l'ultimo problema riguarda l'apporto finanziario da parte di terzi privati. Attualmente, l'unica forma di agevolazione contemplata dalla normativa vigente è la sponsorizzazione contro pubblicità. È evidente che questa attragga maggiore attenzione da parte degli sponsor solo verso le opere di grande rilevanza nazionale, lasciando poco spazio a realtà di minore prestigio, non culturale, ma sul piano del ritorno di immagine. Inoltre, anche le sponsorizzazione rientrano nel regime delle gare di appalto, con un aggravio delle procedure burocratiche che scoraggia gli investitori stranieri,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza del grave stato emergenziale in cui versano le istituzioni culturali statali di Firenze;

se e come intenda intervenire, per quanto di sua competenza, a salvaguardia di istituzioni di tale importanza culturale nazionale;

se, al fine di incrementare il modello misto pubblico-privato, non sia possibile prevedere delle agevolazioni fiscali per i privati che intendano investire nella conservazioni dei beni culturali italiani.

(4-00377)