• Testo della risposta

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.4/04398 il 4o round del negoziato UE-USA, denominato TTIP, si è svolto il 26 marzo 2014, quando Obama ha incontrato i vertici dell'UE; sul sito dell'Unione Europea si legge che lo scopo...



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 23 settembre 2014
nell'allegato B della seduta n. 296
4-04398
presentata da
GALLINELLA Filippo

Risposta. — Con riferimento all'atto in esame concernente il negoziato per l'accordo di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti (partenariato transatlantico su commercio ed investimenti Ttip) si rappresenta quanto segue.
Il lancio del negoziato Ttip è stato sostenuto da tutti gli Stati membri dell'Unione europea e, dopo l'annuncio formale delle trattative da parte del Presidente degli USA Obama nel febbraio 2013, i Paesi europei hanno proceduto a valutare le opportunità economiche offerte dal Partenariato transatlantico. Al riguardo va evidenziato come da parte del Ministero dello Sviluppo economico si è fatto ricorso ad una valutazione d'impatto in merito alle risultanze economiche che da tale accordo sarebbero derivate per l'Italia. Lo studio commissionato a Prometeia spa ha confermato quanto già indicato da altri altrettanto autorevoli centri studi internazionali, aditi dalla Commissione europea e da altri Stati membri evidenziando i benefici economici per l'Unione europea e per il nostro Paese. In particolare, lo studio ha rimarcato che l'Italia sarebbe tra i Paesi dell'Unione europea che maggiormente guadagnerebbero, in termini industriali, dal buon esito delle negoziazioni Ttip, con effetti molto positivi per l'industria dei mezzi di trasporto, cioè per le produzioni automotive nel loro insieme, ma soprattutto per i principali settori di specializzazione del nostro Paese nel commercio mondiale: meccanica, sistema moda, agroalimentare e bevande.
Assumendo come dato lo scenario più ottimistico sull'esito del negoziato, cioè la stipula di un accordo commerciale non limitato alla sola liberalizzazione tariffaria, ma anche ad una significativa riduzione delle barriere non tariffarie e ad un'ampia convergenza regolamentare va rimarcato che tale intesa potrebbe incidere in maniera apprezzabile sulla futura crescita italiana, fino a sfiorare il mezzo punto percentuale per la nostra economia. In tal caso, a tre anni dall'applicazione dell'accordo il prodotto interno lordo aumenterebbe, al netto dell'inflazione e rispetto ad uno scenario base, di 5,6 miliardi di euro, con un aumento stimato di posti di lavoro di circa 30 mila unità.
Tali indicazioni in merito ai possibili effetti dell'accordo Ttip vanno lette tenendo ben presente quali siano l'orientamento e le aspettative dell'intero sistema produttivo italiano, che nel suo complesso eccezion fatta per il settore audiovisivo guarda con grande interesse a questo negoziato. A tal riguardo, numerose riunioni di coordinamento sono state organizzate, nel corso degli ultimi due anni, dal Ministero dello Sviluppo economico con tutti i soggetti interessati: l'azione del Governo, verso la scelta negoziale del Ttip è stata ampiamente sostenuta, in ogni occasione, dal nostro sistema produttivo.
In merito alle richieste degli interroganti, in particolare su alcuni aspetti relativi al settore agricolo, si evidenzia che il mandato negoziale Ttip approvato dal Consiglio affari esteri – commercio dell'Unione europea prevede una serie di «paletti» che tracciano con chiarezza la linea politica da tenere nelle trattative.
In materia di misure sanitarie e fitosanitarie (Sps) – tra cui rientrano, ad esempio, i provvedimenti sugli OGM – va applicato il principio della valutazione del rischio scientifico e qualora questo dovesse apparire non sufficiente si ricorrerà al principio di precauzione, così come avviene oggi all'interno del mercato dell'UE. Tale principio consente infatti di adottare diverse misure preventive, laddove si ravvisi un possibile pericolo per la salute umana, animale o vegetale o per la protezione dell'ambiente, e i dati scientifici non consentano una valutazione completa del rischio.
Nello stesso mandato si prevede altresì la trattazione separata, all'interno dell'accordo, attraverso allegati settoriali, dei prodotti ritenuti sensibili.
Sarà pertanto cura di questo Ministero, d'intesa con le altre amministrazioni competenti, individuare ed indicare le nostre specifiche sensibilità, non solo in chiave difensiva ma anche offensiva. Tutto ciò per cercare di valorizzare al meglio le positive opportunità che potranno derivare dalla finalizzazione del negoziato Ttip per la nostra economia e il nostro sistema produttivo, migliorando l'accesso dei prodotti italiani al mercato statunitense.
Riguardo al Made in Italy, si intende favorire l'interscambio commerciale e l’export competitivo – cioè l'aumento della capacità di esportazione verso i mercati con maggiore valore aggiunto – provvedendo ad eliminare le barriere tariffarie e non tariffarie che ostacolano la libera circolazione delle merci industriali, soprattutto di quelle ad alto valore aggiunto (come ad esempio nel caso dell'oreficeria) ma anche di quelle agroalimentari di qualità verso gli USA.
Il Viceministro dello sviluppo economico: Carlo Calenda.