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Atto a cui si riferisce:
C.5/03029 il quarto round del negoziato Unione europea-USA denominato TTIP, si è svolto il 26 marzo 2014, quando Obama ha incontrato i vertici dell'Unione europea; sul sito dell'Unione europea si...



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 19 giugno 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-03029

Il Governo ha fatto ricorso ad una valutazione economica d'impatto sul nostro paese a seguito dell'eventuale accordo commerciale con gli USA. Lo studio commissionato a Prometeia Spa ha confermato i benefici economici per la UE e per l'Italia. Secondo tale studio, l'Italia sarebbe tra i paesi UE che maggiormente guadagnerebbero, in termini industriali, con effetti molto positivi per l'industria dei mezzi di trasporto (in particolare auto motive), ma soprattutto per i principali settori di specializzazione del nostro Paese: meccanica, sistema moda, agroalimentare e bevande.
Secondo lo scenario più ottimistico sull'esito del negoziato, riferibile sia alla liberalizzazione tariffaria che alla riduzione delle barriere non tariffarie ed ad un'ampia convergenza regolamentare, la futura crescita italiana potrebbe sfiorare fino a mezzo punto percentuale e, in tal caso a tre anni dall'applicazione, il PIL aumenterebbe, al netto dell'inflazione, di 5,6 miliardi di euro con un aumento stimato di posti di lavoro di circa 30 mila unità.
Tali indicazioni in merito ai possibili effetti vanno lette tenendo ben presente che l'orientamento e le aspettative dell'intero sistema produttivo italiano, nel suo complesso – eccezion fatta per il settore audiovisivo – guarda con grande interesse a questo negoziato. Numerose riunioni di coordinamento sono state fatte, nel corso degli ultimi due anni, dalle amministrazioni competenti con tutti i soggetti interessati: l'azione del governo verso la scelta negoziale del TTIP è stata ampiamente sostenuta, in ogni occasione, dal nostro sistema produttivo.
Ricordo che l'armonizzazione regolamentare resta uno dei profili più complessi del negoziato, che andrebbe a tutto vantaggio delle nostre imprese ed in particolare delle PMI, attualmente penalizzate dalla divergenza regolamentare dei sistemi esistenti sulle due sponde dell'Atlantico.
Infine l'ipotesi di una clausola per un'eventuale uscita dal trattato non è un'opzione praticabile. Infatti ai sensi dell'articolo 207 del TF UE il negoziato per il TTIP rientra nell'ambito della politica commerciale che è una competenza esclusiva dell'UE (dal 1968) e pertanto non è pensabile che uno stato membro dell'UE possa sganciarsi da questo accordo senza anche abbandonare allo stesso tempo 1’ Unione.
In conclusione l'accordo di libero scambio con gli Stati Uniti è un accordo fondamentale per la piccola e media impresa. È un accordo disegnato per costruire una relazione ancora più profonda tra due aree che tra loro sono già piuttosto integrate, che si basi sulla semplificazione radicale dei meccanismi di trasferimento di beni e di investimenti.