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Atto a cui si riferisce:
C.5/03179 la Commissione europea rende noto, in data 26 giugno 2014, di aver pubblicato la Comunicazione al Parlamento europeo e al Consiglio concernente una consultazione sulle possibilità di pesca per...



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 29 ottobre 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione XIII (Agricoltura)
5-03179

L'interrogazione cui mi accingo a rispondere concerne talune iniziative da intraprendere a tutela della pesca.
Al riguardo vorrei preliminarmente far presente che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, tenuto conto della necessità di tutelare le biodiversità marine nonché di garantire lo sfruttamento sostenibile delle risorse acquatiche (sotto il profilo economico, ambientale e sociale) è costantemente impegnato all'individuazione delle attività prioritarie per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo della filiera pesca.
Tale intento, come ovvio, è necessariamente informato al rispetto dei tempi e degli indirizzi dettati dalle numerose direttive europee che trattano, a livello sovranazionale, le tematiche afferenti la conservazione, la gestione e lo sfruttamento delle risorse acquatiche e dell'acquacoltura, della trasformazione e commercializzazione dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura, perseguendo le medesime finalità.
In tale contesto, i competenti organismi internazionali tengono in considerazione i richiami dell'Amministrazione italiana alla «dimensione sociale del settore della pesca», prevedendo la possibilità di un approccio graduale ai principi della Politica comune della pesca, differenziandoli a seconda delle varie attività di pesca, in modo coerente con i principi del rendimento massimo disponibile (MSY) e della cosiddetta «organizzazione comune dei mercati nel settore dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura» di cui al Regolamento n. 1379 del 2013.
In particolare, recependo in larga misura le richieste avanzate, detti Organismi hanno stabilito che l'arresto temporaneo delle attività di pesca sarà inserito nella lista delle misure tecniche ritenute valide ai fini della protezione delle risorse ittiche. Inoltre, l'obbligo di sbarco di tutte le catture, ovvero il divieto di rigetto in mare, sarà applicato solo alle specie per le quali è già fissata una taglia minima di cattura, con un margine di tolleranza pari al 5 per cento delle catture totali. Il nuovo obbligo di sbarco sarà operativo secondo un calendario differenziato a partire dal 2015 e sino al 2019, come nel caso delle specie demersali del Mediterraneo.
Il criterio del rendimento massimo sostenibile (MSY) entrerà in vigore dal 2015 per tutti gli stock per i quali sono già a disposizione sufficienti dati scientifici. Per tutte le altre specie, invece, la scadenza sarà prolungata ma, in ogni caso, non andrà oltre il 2020.
Con riferimento alla catture multispecifiche, come quelle che prevalgono nel Mediterraneo, il Consiglio ha invece convenuto che il rendimento massimo disponibile dovrà essere attuato tenendo conto delle interazioni nella gestione delle diverse specie interessate, in modo da concentrare l'attenzione solo su quelle in maggiore sofferenza biologica.
Mi preme infine evidenziare che il Governo, al fine di porre in essere tutte le necessarie iniziative ed offrire adeguate prospettive all'intera filiera ittica, ha approntato un primo piano d'azioni che comprende, tra l'altro, l'utilizzo ottimale delle risorse europee attualmente disponibili. La fase d'avvio delle nuova Politica comune della pesca e del Fondo europeo per gli affari marittimi e della pesca (FEAMP) sono pertanto costantemente monitorati a garanzia dello sviluppo sostenibile del settore, tenuto conto degli aspetti ambientali, ecologiche sociali.
Ad ogni buon conto, considerata altresì la primaria necessità di contenere ogni fenomeno di illegalità nel settore della pesca, continueremo ad assicurare il nostro impegno finalizzato ad adottare adeguate misure volte ad attenuare le procedure di follow up in sede d'implementazione delle nuove regole della Politica comune della pesca.
Per quanto attiene, infine, la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio COM (2014) 388 in tema di possibilità di pesca per il 2015, evidenzio che gli obblighi informativi e di trasparenza connessi alla pertinente procedura di consultazione sono di esclusiva competenza e responsabilità della Commissione europea. Pertanto, tutte le eventuali osservazioni da parte dei soggetti interessati devono essere formalizzate on line sul sito della stessa Commissione che pone in essere successivamente tutti gli adempimenti conseguenti.