Testo della risposta
Atto a cui si riferisce:
C.5/03557 presso il noto ristorante Assunta Madre situato in via Giulia in centro a Roma, nei pressi tra l'altro della procura nazionale antimafia, sono state effettuate recentemente alcune...
Atto Camera
Risposta scritta pubblicata Mercoledì 17 settembre 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione II (Giustizia)
5-03557
In risposta all'onorevole Businarolo ed alle richieste di chiarimento sulla regolarità delle indagini riguardanti il titolare del ristorante romano Assunta Madre comunico che è stata prontamente avviata una verifica ministeriale.
Gli esiti – riferibili soltanto in sintesi, attesa la ridotta tempistica necessitata dalla risposta al presente question time – permettono di escludere le paventate irregolarità essendo emerso che la trasmissione degli atti alle Procure di Palermo e di Perugia ha avuto luogo tempestivamente e che la nota relativa alla trascrizione delle conversazioni è stata correttamente depositata dalla Squadra Mobile di Roma.
Inoltre, alla luce delle risultanze documentali acquisite, è dato affermare che il G.I.P. presso il Tribunale di Roma ha autorizzato l'esecuzione di intercettazione delle conversazioni tra presenti in relazione al reato di riciclaggio con decreto del 15 aprile 2013 e che le operazioni di intercettazione, per difficoltà di carattere tecnico, hanno avuto concreto inizio soltanto in data 17 ottobre 2013, a differenza di quanto riportato dalla stampa e ripreso nell'interrogazione.
È altresì stato appurato che presso gli Uffici della Procura procedente nulla risulta in ordine all'affermazione contenuta in un articolo del settimanale Panorama «secondo cui uno o più componenti del Consiglio Superiore della Magistratura sarebbero stati al corrente dell'attività di intercettazione e, comunque, delle indagini in corso».
Per quanto riguarda poi le iniziative di carattere normativo in materia di intercettazioni, segnalo che la disciplina processuale oggi vigente prevede, in via ordinaria, limiti stringenti idonei a garantire che il ricorso a tali indagini sia limitato a determinati ambiti delittuosi, sempreché sussistano gravi indizi di reato e che tale attività di indagine tecnica sia assolutamente indispensabile. Tanto il requisito dei gravi indizi quanto quello della indispensabilità assoluta, costituiscono strumenti di garanzia del sistema che, applicati nel rispetto della legge, consentono di contemperare l'esigenza di tutela dei beni-interessi potenzialmente confliggenti con quello che giustifica l'attività di indagine (ad esempio la tutela della riservatezza).
L'attenzione del Guardasigilli ad una più sensibile regolamentazione del ricorso allo strumento delle intercettazioni trova conferma nelle disposizioni contenute sul punto dal disegno di legge in materia di processo penale e criminalità organizzata, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 29 agosto ed in corso di pubblicazione.
I principi e i criteri direttivi cui si ispira la riforma tengono conto del fondamentale rilievo delle intercettazioni quale strumento di ricerca della prova nel contrasto alle più gravi forme di criminalità e considerano, al contempo, le esigenze di tutela relativamente alle comunicazioni relativamente non rilevanti a fini di giustizia penale.