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Atto a cui si riferisce:
C.4/06213 l'Italia, nell'ambito delle politiche di cooperazione internazionale, partecipa, anche tramite osservatori, alle operazioni di monitoraggio elettorale nell'ambito d'azione dell'Unione europea e...



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 dicembre 2014
nell'allegato B della seduta n. 345
4-06213
presentata da
CAPARINI Davide

Risposta. — L'attività di monitoraggio elettorale rappresenta sempre di più una componente rilevante della politica dell'Unione europea di numerose organizzazioni internazionali e regionali, tra cui l'Osce, con lo scopo ultimo della promozione dei diritti umani e della democratizzazione in tutto il mondo. L'Italia sostiene con convinzione tali iniziative, che vedono coinvolti un numero crescente di giovani che attraverso il monitoraggio elettorale, anche in un'ottica di arricchimento del bagaglio professionale, possono fornire assistenza tecnica nell'organizzazione delle elezioni e esercitare un'attenta verifica al momento del voto del rispetto delle procedure elettorali e degli standard internazionali in materia.
Per quanto riguarda le missioni di osservazione elettorale dell'Unione europea (EOM), la selezione finale delle candidature è posta in essere dalle competenti istituzioni dell'Unione europea a Bruxelles (che si fa carico anche di ogni spesa relativa alle missioni), senza alcun nesso di prevedibilità tra preselezione e selezione. Il processo di preselezione è invece compito del Ministero degli affari esteri e della Cooperazione internazionale, attraverso l'unità PESC/PSDC. I requisiti di partecipazione a Missioni dell'Unione europea sono definiti con la Comunicazione della commissione europea n. 191 del 2000 e riportati nel sito internet del Maeci in cui è possibile reperire ogni informazione, compresa la partecipazione alle procedure ed i criteri adottati in sede di preselezione. In tale Comunicazione si precisa che tutti i candidati disponibili a partecipare alle missioni di monitoraggio elettorale dell'Unione europea (sia osservatori con incarico a breve termine, o STO, che osservatori con incarico a lungo termine, o LTO) dovrebbero rispondere ad alcuni criteri minimi, oggettivi e soggettivi. Tra i primi sono considerati soprattutto precedenti esperienze in materia di monitoraggio elettorale e/o altre esperienze o conoscenze pertinenti e formazione specifica, a livello nazionale e/o internazionale e la buona conoscenza delle lingue di lavoro della missione. Tra i secondi sono particolarmente valutate alcune competenze attitudinali (per esempio lavoro di gruppo, contesto multiculturale, capacità comunicative, indipendenza professionale e imparzialità, impegno manifestato a favore della democrazia e dei diritti umani, e altro).
Per la selezione degli osservatori con incarico LTO, la comunicazione precisa che occorre inoltre tenere conto anche di altri criteri aggiuntivi, tra cui familiarità ed esperienza in materia di procedure e leggi elettorali (comprese, tra l'altro, le liste elettorali e le commissioni elettorali nazionali), non limitate a un'unica tradizione elettorale, conoscenze particolari in materia di diritti umani e processo di democratizzazione, conoscenze di base degli aspetti istituzionali dell'Unione europea, competenze analitiche e di formulazione.
Esistono infine requisiti specifici riferiti alle singole missioni, definiti dai bandi relativi. In genere riguardano la conoscenza del paese e della sua situazione interna, la presenza di adeguate condizioni fisiche in caso di Paesi problematici, e altro.
I candidati hanno un ruolo attivo essenziale nel processo di selezione, dovendo registrare il proprio curriculum vitae nella pertinente banca dati (cosiddetto roster unico europeo); monitorare regolarmente il sito del Maeci nel quale vengono pubblicizzate le missioni di osservazione elettorale dell'Unione europea attive e presentare la propria candidatura come STO o LTO, attraverso posta elettronica alla sopra citata unità PESC/PSDC (Maeci), indicando il proprio numero di registrazione nel Roster.
La Farnesina, attraverso la stessa unità PESC/PSDC, effettua la preselezione dei candidati attraverso il vaglio attento dei CV/salvati dai candidati nel Roster dell'Unione europea assicurandosi che siano rispondenti ai requisiti richiesti, riservandosi di contattare personalmente i singoli richiedenti per verificare ed accertare le notizie fornite nonché, se ritenuto necessario, procedere ad un colloquio individuale.
L'esperienza pluriennale dimostra come gran parte delle candidature siano presentate da candidati che non sono in possesso di uno o più requisiti identificati nei bandi delle relative missioni, con ciò rendendosi non preselezionabili (comunque non verrebbero selezionati a Bruxelles). Assai diffuso è inoltre il mancato aggiornamento dei curriculum vitae da parte degli interessati – dato necessario sia per la preselezione del Maeci sia per quella della Commissione in quanto si basano sulle informazioni contenute nel Roster – comportando ciò un indebolimento del profilo del candidato.

Verificato il rispetto di tutti i requisiti richiesti nel bando, nella preselezione si valutano aspetti ulteriori, quali pregressa conoscenza dell'area geografica, esperienza acquisita in altre missioni di osservazione elettorale, frequenza di corsi di formazione specifici, disponibilità nelle date di dispiegamento, rispetto delle pari opportunità e principio della rotazione. A tale proposito, i bandi delle varie missioni elettorali in genere prevedono la possibilità che gli Stati preselezionino, in aggiunta a candidati esperti, anche un principiante («newcomer», in genere come short term observer) e l'unità PESC/PSDC vi aderisce sempre, candidando giovani i cui requisiti sembrano sufficienti (esperienza a parte, naturalmente).
Non risultano invece casi in cui le domande di partecipazione siano state sistematicamente respinte. Si fa notare che 107 posizioni STO selezionate appartengono a ben 71 candidati italiani diversi (per gli LTO, in cui l'esperienza fa premio su tutto il resto, 49 candidati diversi si sono aggiudicati 150 posizioni), a riprova dell'imparzialità delle procedure seguite.
Si segnala inoltre che, nella consapevolezza dell'esistenza di un bacino potenziale più grande di quello di cui si è attualmente a conoscenza e al fine di contribuire alla creazione di un più vasto database di profili di candidati potenziali per le missioni PSDC, l'unità PESC/PSDC finanzia da due anni il distacco di un esperto (fornito attualmente dalla scuola Sant'Anna di Pisa) presso il SEAE, con il compito di lavorare alla realizzazione del progetto di banca dati unica europea chiamato «Goalkeeper».
Per quanto concerne in particolare la Missione di osservazione elettorale in Mozambico citata dall'interrogante, l'unità suddetta ha ricevuto 18 candidature per posizioni STO e 6 candidature per posizioni LTO. Il relativo bando prevedeva tra gli altri, quali requisiti da possedere congiuntamente per la candidabilità di massimo 2 STO e 2 LTO, un livello eccellente di conoscenza della lingua portoghese ed inglese, scritta e parlata, ed almeno una esperienza pregressa di osservazione elettorale/core team (per STO anche eventualmente maturata in corsi di training o esperienze lavorative). In particolare il requisito linguistico, maggiormente restrittivo, risultava posseduto unicamente da 2 candidati sui 18 per STO, entrambi preselezionati dall'unità PESC/PSDC, e da 3 candidati sui 6 per LTO, anche questi preselezionati. Non risultano quindi compiute scelte discrezionali tra candidati pari titolati in qualsiasi modo opinabili.
Per quanto concerne il corso di training EODS, citato nell'interrogazione l'unità ha ricevuto 19 candidature.
Il bando prevedeva quali requisiti da possedere congiuntamente per la candidabilità di massimo 3 persone (anche per i corsi di training la selezione avviene a Bruxelles), tra gli altri l'assenza di pregressi corsi LTO, la laurea (preferibilmente pertinente), la partecipazione a minimo 1 e massimo 3 missioni LTO (o esperienza LTO pregressa in altre organizzazioni) e la padronanza fluente della lingua inglese, oltre almeno una tra francese, spagnolo e portoghese. Di questi 19, 13 non erano in possesso di uno o più requisiti richiesti dal bando. Dei 6 candidabili, uno non è stato candidato per laurea non pertinente (requisito indicato come preferenziale nel bando); uno perché si è ritenuto che avesse maturato una già sufficiente esperienza di formazione e che pertanto potesse presentare più utilmente candidature operative sul terreno; uno perché in possesso di un curriculum meno coerente con l'ambito di osservazione elettorale.
Anche per quanto concerne i corsi EODS, si fa notare che i bandi relativi pongono condizioni di partecipazione che non trovano spesso riscontro adeguato nelle candidature sottoposte all'attenzione del Maeci, il cui operato è teso a individuare candidati dal profilo aderente ai requisiti non solo necessari ma anche preferenziali espressi dai bandi (inutile infatti sarebbe candidare elementi deboli rispetto ai loro concorrenti degli altri Paesi dell'Unione europea, sarebbero comunque eliminati a Bruxelles).
Le 55 candidature italiane espresse negli ultimi 5 anni corrispondono a 39 candidati italiani diversi, a riprova del rispetto del ricambio dei nominativi proposti alla selezione operata da Bruxelles. In 16 casi le preselezioni hanno superato il vaglio a Bruxelles. Si precisa, inoltre, che la partecipazione a corsi di training non è in genere posta come requisito necessario per la quella a missioni di osservazione elettorale.
Come richiesto dall'interrogante, si allegano infine gli elenchi nominativi dei candidati selezionati nelle missioni elettorali UE e OSCE e nei corsi di training EODS dell'ultimo quinquennio (Disponibile presso il Servizio Assemblea).
Il Viceministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale: Lapo Pistelli.