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Atto a cui si riferisce:
C.4/06301 in Georgia a 25 chilometri dalla capitale Tiblisi il 16 ottobre di 14 anni fa veniva ritrovato morto il giornalista italiano di Radio Radicale Antonio Russo, nato a Francavilla a Mare, in...



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 17 dicembre 2014
nell'allegato B della seduta n. 351
4-06301
presentata da
MELILLA Gianni

Risposta. — Fin dal tragico ritrovamento del cadavere del connazionale Antonio Russo, il 16 ottobre 2000, la nostra Ambasciata a Tbilisi, su istruzione della Farnesina, ha sollecitato con fermezza le autorità georgiane (Ministero degli esteri, dell'interno, della sicurezza, capo dei servizi speciali, procuratore generale) affinché fosse accertata la dinamica degli eventi che avevano condotto alla morte del connazionale ed acclarate le relative responsabilità. Passi diretti sono stati condotti anche sull'allora capo di Stato georgiano Shevernadze. Tale continua e mirata azione di pressione ha condotto, in un contesto comunque non semplice, ad ottenere l'esito dell'esame autoptico condotto sul corpo del signor Russo.
Dal 2000 ad oggi il caso è stato evocato in occasione di incontri bilaterali a livello politico e tecnico, sottolineando l'esigenza di riscontri concreti alle richieste di chiarimenti. Nel 2003 si è riusciti ad ottenere l'istituzione, presso la procura generale georgiana, di una struttura investigativa ad hoc. Gli esiti di quell'attività investigativa furono comunque penalizzati dalla limitata operatività delle strutture giudiziarie georgiane in una fase, quella della «Rivoluzione delle Rose» (che avrebbe condotto alle dimissioni del Presidente Shevernadze), di profondo cambiamento interno al Paese. Dalle indagini di allora era emerso un quadro estremamente frammentario e dal quale con difficoltà si sarebbe risaliti a responsabilità certe.
Per tale ragione le richieste da parte italiana (tra il 2004 ed il 2013 se ne contano oltre quindici, a diverso livello, sia presso la procura generale che presso interlocutori politici) non sono mai diminuite di intensità. L'ambasciata a Tbilisi ha infatti inteso conservare costante la pressione sulle autorità georgiane affinché nessun percorso investigativo fosse lasciato intentato e soprattutto per prevenire una archiviazione formale delle indagini. Anche per volontà del procuratore generale pro tempore, un nuovo impulso alle indagini è stato promosso nella seconda metà del 2013, riuscendo ad ottenere un formale impegno all'approfondimento dell'inchiesta.
La sopravvenuta alternanza al vertice della procura nazionale georgiana, che ha cambiato titolare per tre volte dal novembre 2013 al febbraio 2014, ha comportato un ulteriore rallentamento. All'inizio del mese di ottobre 2014 si è riusciti a rinnovare l'impegno formale della magistratura inquirente georgiana a più approfondite indagini. In tale quadro si iscrive la convocazione a breve di una riunione di coordinamento tra la procura generale e l'ambasciata d'Italia a Tbilisi.
Si continuerà a seguire questi sviluppi ribadendo, in ogni futura occasione di contatti politici bilaterali, il forte interesse italiano a far luce sull'accaduto e a giungere alla conclusione di un'indagine da troppo tempo attesa. Anche attraverso pressioni mirate per un chiarimento della morte del connazionale Antonio Russo, si intende altresì confermare il fermo impegno per la tutela degli operatori dell'informazione, specie se inviati in teatri di conflitto o comunque non privi di rischio.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Mario Giro.