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Atto a cui si riferisce:
C.5/04304 secondo l'ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria della Banca d'Italia, risultano in aumento i rischi per la stabilità finanziaria derivanti dalla debole crescita e dalla bassa...



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 18 dicembre 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-04304

L'interrogazione a risposta immediata in Commissione dell'onorevole Causi ed altri concerne la problematica dei crediti deteriorati, che a seguito del protrarsi della recessione economica hanno raggiunto livelli di assoluto rilievo. In particolare, l'interrogante, nel richiamare le iniziative, sperimentate da Spagna e Irlanda, di costituzione di «bad bank», ha chiesto al Governo valutazioni «sull'ipotesi della costituzione di uno strumento per la gestione dei crediti in sofferenza del settore bancario».
Al riguardo, non si può non richiamare l'Audizione del Governatore della Banca d'Italia su «L'attuazione dell'Unione bancaria europea e il credito all'economia» tenutasi presso questa stessa Commissione in data 15 dicembre 2014.
Con specifico riferimento alla questione sollevata, la Banca d'Italia, tramite la Segreteria del Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio, ha comunicato che, a giugno 2014, la consistenza delle partite deteriorate ha raggiunto il 16,8 per cento dei prestiti complessivi (10,5 per cento al netto delle rettifiche di valore già contabilizzate); le sole sofferenze ammontavano ai 9,4 per cento (4,4 per cento al netto delle rettifiche).
Il flusso di nuove sofferenze, in rapporto alle consistenze degli impieghi, è in riduzione, ma resta ancora elevato (al 2,6 per cento per l'intera economia nel terzo trimestre di quest'anno, dal picco del 3,0 toccato nei secondo trimestre del 2013). Il segnale è da ritenere positivo ma, come rilevato nell'interrogazione, la riduzione dello stock di prestiti deteriorati è indispensabile per la ripresa del credito.
È tuttavia da rilevare che in Italia il mercato privato degli attivi deteriorati rimane poco sviluppato e che la maggior parte delle operazioni concluse sono appannaggio degli intermediari di maggiori dimensioni.
Uno dei principali fattori che frena la conclusione delle cessioni delle partite deteriorate è rappresentato dalla lentezza delle procedure di recupero, che sono in Italia molto più lunghe rispetto agli altri Paesi.
L'introduzione di misure legislative volte ad accelerare le procedure di recupero dei crediti in sofferenza potrebbe sicuramente agevolare la riduzione delle consistenze dei crediti deteriorati, senza determinare alcun aggravio per le finanze pubbliche.
L'eventuale ipotesi di interventi pubblici potrebbe consentire di liberare, a costi contenuti, risorse da utilizzare per il finanziamento dell'economia. Ne va, tuttavia, valutata attentamente la compatibilità con i vincoli di finanza pubblica e con le regole europee sugli aiuti di Stato, anche in considerazione delle limitazioni che ne potrebbero derivare per la normale operatività degli intermediari (esempio piani di ristrutturazione, vincoli allo sviluppo, condizionamenti delle strategie aziendali, restrizioni al pagamento di dividendi, e altro).