• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/00441 FATTORI, SCIBONA, VACCIANO, MOLINARI, TAVERNA, FUCKSIA, ORELLANA, DONNO - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti - Premesso che: in quest'ultimo decennio la domanda di...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-00441 presentata da ELENA FATTORI
giovedì 27 giugno 2013, seduta n.052

FATTORI, SCIBONA, VACCIANO, MOLINARI, TAVERNA, FUCKSIA, ORELLANA, DONNO - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti - Premesso che:

in quest'ultimo decennio la domanda di mobilità ferroviaria è più che raddoppiata, senza che a ciò abbia fatto seguito una congrua risposta. La situazione generalizzata del trasporto ferroviario, in particolare di quello che interessa i pendolari, è fatta di tagli di treni e aumenti del prezzo dei viaggi, fino ad arrivare, in alcune regioni, al taglio di intere linee, con effetti drammatici sulla qualità del servizio;

il rapporto Pendolaria 2012, realizzato da Legambiente e relativo alla situazione e agli scenari del trasporto ferroviario pendolare in Italia, evidenzia che continua a crescere il numero di cittadini che ogni giorno prende il treno per andare a lavorare o a studiare: sono oltre 2.903.000. Dal 2007 ad oggi l'aumento è di oltre il 20 per cento e di circa il 7 per cento dal 2010, un aumento confermato anche dai dati rilevati nelle singole regioni;

sul fronte della spesa regionale per il servizio ferroviario nel 2012, il Rapporto promuove solo la Provincia di Bolzano, che arriva al 2,4 per cento di spesa per i pendolari nel 2012 rispetto al proprio bilancio. In tutte le altre Regioni si investe meno dell'1 per cento del proprio bilancio. Le peggiori sono il Veneto, il Lazio, la Campania e il Piemonte, dove non si arriva neanche allo 0,3 per cento, a fronte di centinaia di migliaia di pendolari che ogni giorno sono costretti ad utilizzare i treni regionali. La spesa delle dieci Regioni principali per quantità di pendolari mostra che, in alcuni casi, non ci sia mai stato un miglioramento, come in Sicilia e nel Lazio, regione quest'ultima in cui nel 2012 il costo dei biglietti è aumentato del 15 per cento;

in particolare, stando ai dati del Rapporto, sono 41.000 i viaggiatori che ogni giorno utilizzano la tratta regionale Roma-Nettuno. Ciò nonostante, le condizioni del servizio di trasporto sono ogni giorno più scadenti, perché i treni, ormai obsoleti, sono diminuiti e diventano sempre più affollati. A seguito del ripetersi di continue situazioni di disagio, il Comitato Pendolari FR 8° Carrozza ha presentato il 15 marzo 2013 un esposto alla Procura della Repubblica, presso il Tribunale ordinario di Roma, in cui si riferisce, in particolare, dell'inadeguatezza dell'offerta ferroviaria sulla linea Roma-Nettuno;

considerato che, a quanto risulta agli interroganti:

nel giugno 2012, in una lettera di risposta al Comitato citato, la Divisione passeggeri regionale del Lazio di Trenitalia ribadiva che: «per dare una risposta strutturale e vera al problema, Trenitalia e Regione Lazio hanno firmato un contratto di servizio pluriennale che ha reso possibile procedere a un cospicuo investimento di 266 milioni di euro per acquistare nuovi treni e ristrutturare treni esistenti»;

un articolo pubblicato il 15 febbraio 2013 sul quotidiano "Corriere della Sera" di Roma, riferiva che l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, a margine del convegno "Muoversi per crescere: infrastrutture e mobilità nella Regione Lazio", ha dichiarato che: «l'area metropolitana che va da Civitavecchia a Nettuno deve avere un servizio ad altissima frequenza». Tale ultima affermazione non ha alcuna portata innovativa, in quanto esplica semplicemente quanto già previsto all'articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 753, ai sensi del quale "l'orario e la composizione dei treni nonché l'orario o il numero delle corse degli altri mezzi di trasporto sono stabiliti in relazione alle esigenze del traffico in modo che il servizio sia adeguato alla normale affluenza di viaggiatori e alla richiesta di trasporto delle merci, tenuto conto delle caratteristiche tecniche degli impianti, del materiale mobile e delle necessità dell'esercizio con particolare riguardo alla sicurezza. Inoltre, le aziende esercenti adotteranno tutte le possibili misure per fronteggiare le maggiori esigenze del traffico in determinati periodi o in eccezionali circostanze";

l'articolo metteva in evidenza, inoltre, l'entità e il costo degli atti di vandalismo sui treni regionali di Trenitalia Lazio. Secondo le FS, nel 2012, i costi sostenuti per rimediare agli atti vandalici ammontano a tre milioni e 3.380.000 euro, a cui occorre aggiungere i costi del fermo tecnico delle vetture nelle officine e il disagio che i pendolari hanno subito per molti giorni in ragione del minor numero di posti a disposizione. Secondo le FS, se svanissero i graffiti e gli atti vandalici ai danni dei treni del Lazio, Trenitalia avrebbe fondi sufficienti per acquistare un nuovo treno ogni anno;

al di là delle affermazioni sopra riferite, il problema del sovraffollamento dei treni che coprono l'area metropolitana che va da Civitavecchia a Nettuno non è stato in alcun modo affrontato: la lunghezza dei convogli e/o il numero delle corse non soddisfano la domanda di mobilità effettiva nelle fasce orarie a maggior traffico;

a riguardo, occorre segnalare che in una raccomandazione datata 23 gennaio 2013, l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (Ansf) ha richiamato l'attenzione sul problema del sovraffollamento delle carrozze passeggeri, oggetto di diverse segnalazioni. Il documento ricorda che: fermo restando che in ogni caso devono essere rispettati i parametri di carico massimo derivanti dalle caratteristiche tecniche dei veicoli definiti dal costruttore, si fa presente che nella condizione ordinaria di marcia in sicurezza i passeggeri devono occupare esclusivamente gli spazi idonei al trasporto in modo da non ostacolare il personale di bordo nell'espletamento delle attività connesse con la sicurezza o eventuali operazioni di evacuazione del treno in emergenza;

risulta agli interroganti che sia stata presentata dal Comitato italiano utenti delle ferrovie regionali (CIUFER) un'istanza presso le competenti sedi europee per denunciare lo stato di deterioramento del livello di servizi, dell'efficienza, della qualità e della sicurezza delle ferrovie regionali, senza che tali fatti prevedano risarcimento alcuno a fronte di sanzioni sperequative che si esigono dagli utenti vessati;

nell'istanza si segnala come la divisione tra servizio di "alta velocità" composto da treni molto costosi che svolgono un servizio impeccabile sulle lunghe distanze e quello per i pendolari che si spostano attorno alle aree metropolitane o comunque per distanze generalmente al di sotto dei 100 km e solo talvolta superiori, ha prodotto gravi danni non solo a quest'ultima utenza, ma anche all'ambiente dei territori interessati che non possono contare su un'offerta sufficiente per soddisfare la reale domanda, isolando territori ed intere regioni geografiche, costringendo numerosi cittadini a ricorrere all'uso dell'auto privata, con conseguente aumento dell'inquinamento e delle malattie, del traffico nelle strade e, inevitabilmente, degli incidenti stradali;

l'istanza rileva che anche sotto il profilo della gestione della sicurezza si registrano ritardi e inadempienze, cui, nonostante le segnalazioni alle imprese ferroviarie da parte dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie non si riesce a trovare una soluzione;

a riguardo, con una nota del 4 febbraio 2013, l'Ansf ha altresì sottolineato che a seguito di diverse ispezioni è stato rilevato un elevato numero di porte guaste. L'Ansf ricorda che il Regolamento per la circolazione ferroviaria (decreto 4/2012 dell'Ansf) stabilisce che un treno non può uscire dall'impianto di manutenzione con una o più porte guaste, che la partenza di un treno è subordinato al controllo delle condizioni che permettano la marcia e, infine, che se durante la marcia si accerta un problema con le porte, il treno deve essere immediatamente fermato al fine di regolarizzarne il funzionamento. In caso di impossibilità, devono essere messe in atto "necessarie azioni di mitigazione del rischio", tra le quali rientra "il bloccaggio in chiusura delle porte guaste per evitarne indebite aperture o almeno una adeguata sorveglianza, nel pieno rispetto del principio di cui al punto 4.28 del Regolamento per la circolazione ferroviaria che prevede la presenza a bordo, oltre del capotreno, di altri agenti di accompagnamento, in possesso delle previste abilitazioni, in numero utile a garantire la sicurezza anche nella condizioni di degrado";

il mancato rispetto delle prescrizioni ha come conseguenza che in Italia, invece, nelle ore di punta o in situazioni straordinarie, circolino treni composti da 8 vagoni, con composizioni anche a doppio piano, programmati per il trasporto di oltre 1.300 persone, come già accade all'utenza che si serve della linea Roma-Nettuno, la cui sicurezza viene affidata al solo capotreno. La presenza di un solo agente di accompagnamento favorisce, inoltre, le pratiche di evasione tariffaria a bordo dei treni, producendo un danno economico che si ripercuote anche sulle risorse destinate alla manutenzione e, in generale, all'intero servizio;

occorre altresì considerare che in tema di sicurezza incidono anche i turni di lavoro dei macchinisti che impongono ritmi pesantissimi al poco personale utilizzato e le cui condizioni di salute vengono autocertificate dalle stesse imprese ferroviarie. In queste condizioni, in cui non esiste a bordo un numero adeguato di agenti, è evidente il rischio che si corre in caso di malore dei macchinisti, che lavorano nella maggior parte dei casi soli in cabina;

valutato che:

a seguito dell'intervenuto trasferimento dei servizi, unitamente alle risorse, ai sensi del decreto legislativo n. 422 del 1997, la programmazione dei servizi regionali è di competenza delle singole regioni i cui rapporti con Trenitalia sono disciplinati da specifici contratti di servizio nell'ambito dei quali vengono definiti il volume e le caratteristiche dei servizi da effettuare sulla base, fra l'altro, delle risorse economiche rese disponibili;

sebbene il quadro normativo delineato non configuri interventi dell'autorità statale in grado di incidere sugli aspetti relativi alla programmazione dei servizi ed al potenziamento dell'infrastruttura, riservati all'autorità regionale, tuttavia il Ministero, nell'ambito dell'attività di monitoraggio delle criticità che emergono nel trasporto pubblico locale di sua competenza in base al citato decreto legislativo n. 422 del 1997, è tenuto a richiedere alla Regione gli opportuni ragguagli sulle criticità di cui si è detto in precedenza e a seguirne gli sviluppi, tenuto conto della necessità di tutela del diritto costituzionale alla mobilità delle persone,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della grave situazione in cui versa il trasporto ferroviario che serve l'area metropolitana della capitale del Paese e se non ritenga necessario verificare la possibilità di assumere iniziative volte a rilanciare la mobilità sostenibile, e se, a fronte di servizi ferroviari particolarmente affollati, soprattutto in determinati orari della giornata, come accade per la tratta Roma-Nettuno, la sicurezza del trasporto sia comunque garantita;

come si intenda garantire che le imprese di trasporto si conformino alle indicazioni dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e se si intendano adottare misure di carattere normativo volte a definire un sistema sanzionatorio nei casi in cui si verifica la non ottemperanza a quanto richiesto dall'Agenzia;

se intenda promuovere, nell'ambito delle attività attribuite all'Osservatorio nazionale sul trasporto pubblico locale, l'adozione dei necessari provvedimenti di competenza, così da far fronte alla situazione di emergenza in cui versa il settore del trasporto ferroviario regionale, tenuto conto anche dei cospicui profitti generati dal gruppo FS sulle linee ad alta velocità, e garantire a tutti i cittadini un uguale esercizio del diritto alla mobilità.

(4-00441)